Benedetto XVI

Discorso di Benedetto XVI ai vescovi americani


«L’America è una terra di grande fede. La vostra gente è ben conosciuta per il fervore religioso ed è fiera di appartenere ad una comunità orante. Ha fiducia in Dio e non esita ad introdurre nei discorsi pubblici ragioni morali radicate nella fede biblica. […] Anche se è vero che questo paese è contrassegnato da un genuino spirito religioso, la sottile influenza del secolarismo può tuttavia segnare il modo in cui le persone permettono che la fede influenzi i propri comportamenti. È forse coerente professare la nostra fede in chiesa alla domenica e poi, lungo la settimana, promuovere pratiche di affari o procedure mediche contrarie a tale fede? […] Occorre resistere ad ogni tendenza a considerare la religione come un fatto privato. Solo quando la fede permea ogni aspetto della vita, i cristiani diventano davvero aperti alla potenza trasformatrice del vangelo. […] Le presone hanno oggi bisogno di essere richiamate allo scopo ultimo dell’esistenza. Hanno bisogno di riconoscere che dentro di loro vi è una profonda sete di Dio. […] Il tipo di secolarismo dell’America pone un problema particolare: mentre permette di credere in Dio e rispetta il ruolo pubblico della religione e delle chiese, sottilmente tuttavia riduce la credenza religiosa al minimo comune denominatore. La fede diviene accettazione passiva che certe cose “là fuori” sono vere, ma senza rilevanza pratica per la vita quotidiana».


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Avvenire 18.04.08

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Benedetto XVI: « Discorso di Benedetto XVI ai vescovi americani, Avvenire 18.04.08
«L’America è una terra di grande fede. La vostra gente è ben conosciuta per il fervore religioso ed è fiera di appartenere ad una comunità orante. Ha fiducia in Dio e non esita ad introdurre nei discorsi pubblici ragioni morali radicate nella fede biblica. […] Anche se è vero che questo paese è contrassegnato da un genuino spirito religioso, la sottile influenza del secolarismo può tuttavia segnare il modo in cui le persone permettono che la fede influenzi i propri comportamenti. È forse coerente professare la nostra fede in chiesa alla domenica e poi, lungo la settimana, promuovere pratiche di affari o procedure mediche contrarie a tale fede? […] Occorre resistere ad ogni tendenza a considerare la religione come un fatto privato. Solo quando la fede permea ogni aspetto della vita, i cristiani diventano davvero aperti alla potenza trasformatrice del vangelo. […] Le presone hanno oggi bisogno di essere richiamate allo scopo ultimo dell’esistenza. Hanno bisogno di riconoscere che dentro di loro vi è una profonda sete di Dio. […] Il tipo di secolarismo dell’America pone un problema particolare: mentre permette di credere in Dio e rispetta il ruolo pubblico della religione e delle chiese, sottilmente tuttavia riduce la credenza religiosa al minimo comune denominatore. La fede diviene accettazione passiva che certe cose “là fuori” sono vere, ma senza rilevanza pratica per la vita quotidiana».


 
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Stati Uniti per Ratzinger 

punto elenco «Il Papa sbarca negli USA “Mai più preti pedofili”» L.Accattoli, Corriere della Sera, 16.04.08
«Washington –“Grande sofferenza” e “profonda vergogna” per la Chiesa “e per me personalmente”. […] Benedetto XVI dice […] con il sentimento di un uomo o di un cristiano comune: “E’ difficile per me comprendere come sia stato possibile che questi preti abbiano tradito in questo modo la loro missione”. […] Si tratta poi di “Fare giustizia” e di “Aiutare le vittime che sono state così profondamente colpite“, di “aiutarle in ogni modo possibile”. […] Per essere convincente fornisce dettagli pratici: sono state fatte “visite apostoliche nei seminari” e si sono adottati criteri di “discernimento” per fare in modo che “solo le persone sane possano essere ammesse al sacerdozio”.».
 
punto elenco «Il Papa da Bush. “Dio benedica l’America”» M. Politi, La Repubblica, 17.04.08
«Sul prato della residenza presidenziale si svolge un incontro da cartolina. Joseph Ratzinger, oggi romano pontefice, è salutato da 21 salve di cannone e proclama: “Arrivo da amico”, elogiando l’America “generosa” nel rispondere ai bisogni umani immediati, favorire lo sviluppo e soccorrere vittime di catastrofi naturali. Il presidente protestante George W. Bush lo omaggia in latino: “Pax tecum. L’America ha bisogno del vostro messaggio. Conservateci nelle vostre preghiere”. […] Papa Benedetto XVI accantona graziosamente differenze e contrasti tra la visione internazionale della santa sede e la politica dell’amministrazione Bush. Come se non ci fosse la guerra in Iraq […] Papa Ratzinger […] si dice convinto che gli Stati Uniti appoggeranno gli sforzi internazionali per risolvere i conflitti e promuovere il progresso. “God bless America!”. […] Papa e Presidente insieme sul palco, nel segno dei grandi valori. La foto di gruppo – a pochi mesi dalle elezioni presidenziali - è perfetta.».
 
punto elenco  Discorso di Benedetto XVI ai vescovi americani, Avvenire 18.04.08
«L’America è una terra di grande fede. La vostra gente è ben conosciuta per il fervore religioso ed è fiera di appartenere ad una comunità orante. Ha fiducia in Dio e non esita ad introdurre nei discorsi pubblici ragioni morali radicate nella fede biblica. […] Anche se è vero che questo paese è contrassegnato da un genuino spirito religioso, la sottile influenza del secolarismo può tuttavia segnare il modo in cui le persone permettono che la fede influenzi i propri comportamenti. È forse coerente professare la nostra fede in chiesa alla domenica e poi, lungo la settimana, promuovere pratiche di affari o procedure mediche contrarie a tale fede? […] Occorre resistere ad ogni tendenza a considerare la religione come un fatto privato. Solo quando la fede permea ogni aspetto della vita, i cristiani diventano davvero aperti alla potenza trasformatrice del vangelo. […] Le presone hanno oggi bisogno di essere richiamate allo scopo ultimo dell’esistenza. Hanno bisogno di riconoscere che dentro di loro vi è una profonda sete di Dio. […] Il tipo di secolarismo dell’America pone un problema particolare: mentre permette di credere in Dio e rispetta il ruolo pubblico della religione e delle chiese, sottilmente tuttavia riduce la credenza religiosa al minimo comune denominatore. La fede diviene accettazione passiva che certe cose “là fuori” sono vere, ma senza rilevanza pratica per la vita quotidiana».

 

Commento:

 

Il viaggio di Benedetto XVI in America si è appena concluso. In Italia è stato anticipato e accompagnato per tutta la sua durata dalla stampa. Come era prevedibile la questione dei preti pedofili ha dominato le pagine di molti giornali, come se fosse stata l’unica ragione del viaggio del Papa. Altri si sono affrettati a spiegare gli eventi secondo la dialettica Papato-Impero, sottintendendo un improbabile connubio Ratzinger-Bush. Non si è evidentemente trattato di una svista, ma di una interessata e volutamente parziale lettura dei fatti.

Come al solito Ratzinger ha sbaragliato tutti i pronostici e ha fatto saltare in aria gli schemi. Il Papa infatti è andato ben oltre una pur sentita sofferenza, anche “personale”, per il male causato dalla pedofilia di taluni sacerdoti. Ha manifestato tutta la sua simpatia per il popolo americano, valorizzando  lo spirito di libertà e quel sentimento religioso che lo contraddistingue, rendendolo  particolarmente sensibile all’annuncio cristiano.

Di fronte ai vescovi e alla chiesa statunitensi Ratzinger ha messo in guardia dal rischio di una vita schizofrenica, per cui la domenica si è cattolici e durante la settimana si vive dominati dalla mentalità del mondo. Il suo scopo, però, non è stato quello di ribadire precetti morali, né di serrare le fila del proprio esercito, ma di annunciare il Fatto di Cristo e la concezione nuova della vita che esso ha introdotto nella storia. La fede c’entra con la vita, la illumina in ogni suo aspetto: ridurla a un fatto privato significa renderla inutile. Ma questo non è un richiamo fatto solo all’America. Riguarda anche tanti cattolici “adulti” nostrani e in  definitiva tutti noi, sempre tentati di ridurre Cristo ad una idea o a valori e la fede a un orpello sentimentale da onorare in alcuni momenti.
 

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