Bloc-notes

In memoria di Mimmo Raso:

ADDIO TERRA!

 

 

di Carmelo Cordiani

  

Ai misteriosi megaliti di Nardo di Pace, ma anche alle pietruzze di Medma, agli strati delle rocce e del tufo lungo il fiume Metramo, ai percorsi dello Zomaro che lo aveva visto crescere, al piccolo ippocampo…le parola a ciascuno perché raccontassero la nostra storia. E’ l’ispettore scolastico Domenico Raso, Mimmo per gli amici, a dialogare con le cose, cercando in ognuna la ragione.

 

L’ho conosciuto in un convegno in cui, con altri, aveva un suo spazio. Mi ha colpito la sua parola: facile, piacevole, moderata di aggettivi, lineare e, soprattutto, legata alla realtà, alle cose con le quali viviamo. Lo invitai nel mio circolo in occasione di un progetto dal titolo: A scuola con il libro. Settanta minuti di affascinante intervento, in cui non si stancava di ripetere che ai ragazzi si deve parlare di cose che vedono, ma non osservano. “Perché , diceva, parlare del cammello quando non sanno dire due parole su “u sceccu?” E perché proporre delle ricerche sul Nilo, quando a Galatro scorrono ben tre fiumi?”

 

In quella occasione fu mio ospite. Parlammo di tante esperienze e ci siamo riconosciuti in uno stesso percorso di vita. Da tempo guardava solo la terra, cercando di scoprirne le meraviglie e di dar loro un senso. Una sera gli telefonai per dirgli di affacciarsi alla finestra per osservare la cometa, così splendida verso occidente. Rimase sorpreso, perché non aveva sentito parlare di cometa. “Mimmo, guarda anche in alto””, gli dissi. “Hai ragione”, mi rispose. Qualche tempo fa, in una delle frequenti telefonate, mi rivelò di essersi messo a posto con Dio. “Mi sono confessato e mi sento più libero.” Forse sentiva di doversi allontanare da questa terra e di continuare le sue ricerche in alto,  molto in alto.

 

Alle 19.29 del sei maggio scorso mi chiamò. “Carmelo, come stai?”-- “In esilio”, gli risposi. “E tu?” --“Sono vivo” aggiunse -- “Come vai con la protesi?” – “Comincio a muovere i primi passi”—“Bravo, aggiunsi. Continua. Vedrai che tra qualche giorno ti farai una bella camminata”. Poi ci salutammo. Alle 20,24 un messaggio. “Ti comunico che Mimmo Raso è morto mezz’ora fa”.

 

Mi venne subito in mente quante volte mi aveva detto di non aver paura di morire. “Pensa a vivere”, gli dicevo. “A morire c’è sempre tempo”. Si finiva con una battuta: “E’ importante non arrivarci a mani vuote”.

 

Caro  Mimmo. Tu a mani vuote no. Hai lasciato un patrimonio ricchissimo della tua cultura che, prima d’ogni cosa, è passione per la terra dove sei vissuto. Di te il ricordo di uomo, amico, professionista. Ora che sei nel cielo del Buon Dio, di cui spesso si è parlato insieme, ti chiedo un favore. Fatti un bel giro e vai alla ricerca di una creatura che inspiegabilmente questo buon Dio s’è presa. Parlale, raccontale le curiosità della terra con lo stesso linguaggio che usavi con gli alunni della mia scuola. Ti ascolterà e ricorderà la tua visita sera del 30 ottobre 2000. E, ti raccomando, non dirle nulla di me.

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Mimmo Raso

 

 

Cordiani Carmelo: «In memoria di Mimmo Raso: ADDIO TERRA! Ai misteriosi megaliti di Nardo di Pace, ma anche alle pietruzze di Medma, agli strati delle rocce e del tufo lungo il fiume Metramo, ai percorsi dello Zomaro che lo aveva visto crescere, al piccolo ippocampo…le parola a ciascuno perché raccontassero la nostra storia. E’ l’ispettore scolastico Domenico Raso, Mimmo per gli amici, a dialogare con le cose, cercando in ognuna la ragione. Da tempo guardava solo la terra, cercando di scoprirne le meraviglie e di dar loro un senso...Mimmo, guarda anche in alto», Galatro (RC),  Giovedì 9 Maggio 2013

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