Bloc-notes

"QUASI MODO, SAN NICOLA"

 

 

di Carmelo Cordiani

 

Non è trascorso molto tempo da quando la domenica successiva alla Santa Pasqua, da albis diventò domenica della misericordia. “Dominica in albis vestibus” perché i battezzati nella notte del “preconio”, deponevano la veste candida indossata a testimonianza dell’innocenza riacquistata con il sangue di Cristo. La liturgia introduceva un canto meraviglioso che parlava più o meno così: (ri)Generati come (quasi modo) fanciulli cercate il latte senza inganno. Il battesimo, quindi, cancella ogni macchia e, come fanciulli appena (ri)nati, si cerca il latte, il nuovo nutrimento che Gesù ci ha lasciato nella sua cena. I luterani, ancora oggi, chiamano “Quasimodogeniti” la domenica in albis.

 

La prima lettura era tratta dalla lettera di Giovanni apostolo e dichiara che tutto ciò che proviene da Dio vince il mondo e che a vincere il mondo è la nostra fede. “Non si può fare a meno della fede”, mi dicevo mentre, con il cuore strapieno di speranza, mi genuflettevo davanti al Tabernacolo della mia chiesa. “Non credere in Te, mio Dio, è come camminare al buio. Non si sa dove si va a sbattere.”

 

“Guardati intorno e te ne accorgi”. Puntuale Il Santo protettore di Galatro, San Nicola, si è intromesso, forse impaziente di chiacchierare dopo una mia assenza di un paio di settimane. Avevo voglia di dirgli che mi lasciasse parlare con il padrone di casa, ma l’emozione di ritrovarmi in uno spazio a me tanto caro, mi aveva regalato una calma da sopportare tutto, anche le solite intrusioni di San Nicola.

 

“Hai ragione. Guerre, fame, violenza, dissesti ambientali, malattie d’ogni specie sono solo alcune delle sorprese dove andiamo a sbattere camminando al buio. Se è vero che la fede vince il mondo, non credere vuol dire rimanere sconfitti. Spesso, però, non crediamo perché siamo delusi.”

 

“Di cosa?”

 

“Come, di cosa? Del fatto che, nonostante la buona volontà ci piombano addosso tutte le disavventure di questo mondo.”

 

“Hai detto bene: Di questo mondo. Vuol dire che, se è vero che il tuo comportamento onesto fa crescere il bene intorno a te, è anche vero che il contrario genera del male. In questo caso interviene la misericordia di Dio che, anche se non ve ne accorgete e, quindi, siete vittime delle delusioni, spinge sulla via della speranza. Purtroppo, come Tommaso, sentite il bisogno di mettere il dito nelle piaghe di Gesù per verificare la sua risurrezione. Gesù capisce le vostre perplessità e si lascia toccare, anche se conclude dicendo: Beati quelli che credono senza vedere e toccare.”

 

“Siamo alle solite, caro San Nicola. Non possiamo uscire del tutto dal nostro guscio molto fragile. Basta un piccolo contrattempo per metterci in crisi. Mi viene in mente quanto diceva la moglie a Giobbe: Sei combinato così male che peggio non si potrebbe e continui a credere nel tuo Dio.”

 

“E cosa ci avrebbe guadagnato a non credere?  Sarebbero improvvisamente sparite le piaghe che dilaniavano il suo corpo? Credere e capire non sono, purtroppo, la stessa cosa. Voi avete l’abitudine di rappresentarvi il buon Dio come una persona in carne ed ossa. Come tale dovrebbe essere giusto secondo i canoni della vostra giustizia, dovrebbe punire immediatamente quelli che voi ritenete cattivi e responsabili di tanto male, dovrebbe compensare i buoni che si impegnano a rispettare la Sua volontà, dovrebbe riappropriarsi del titolo di Dio onnipotente al posto di Dio misericordioso. A ben pensarci conviene anche a voi essere misericordiosi. Il mondo andrebbe avanti benissimo. Capirsi, aiutarsi, perdonare…quale migliore rimedio all’odio che vi sta dilaniando?”

 

Non volevo, ma pensai di mettere in relazione la grave situazione in cui siamo immersi fino ai capelli, con questi valori. Se nel bailamme di quelli che dovrebbero contare si fossero coniugati e si attivati i verbi: Capire, aiutare, comprendere, perdonare…non sarebbero stati necessari i saggi che non capiscono, non aiutano, non comprendono, non perdonano un’altra massa di oltre novecento persone, più una, che, a loro volta, non capiscono eccetera, eccetera…Possibile che un po’ di fede non può entrare in certi ambienti? Laico è sinonimo di fare di tutto per non fare niente?

 

“Vedo che ti sei distratto. Non ti sei nemmeno accorto di una presenza a te molto cara.” Capii subito e mi girai di scatto. Non potei fare a meno di abbracciarlo e stringerlo forte. E mi rivolsi al Buon Dio: Tra le meraviglie del tuo creato, ci sono, per fortuna, questi piccoli che, in ogni momento, ci offrono una lezione di vita. Essere piccoli vuol dire davvero sentirsi nel tuo cielo.” Carletto, come al solito, non aprì bocca. Sentivo il calore del suo corpicino che continuavo a stringere forte mentre mi ritornavano in mente le parole del canto: “Quasi modo geniti infantes…lac concupiscite.” Chissà quanto sarei rimasto ancora accanto a quella creatura se San Nicola non mi avesse detto: Se continui così, ti addormenti. E uscimmo dalla chiesa come fossimo un’anima sola.

 

 

 

Cordiani Carmelo: «"QUASI MODO, SAN NICOLA".  Non è trascorso molto tempo da quando la domenica successiva alla Santa Pasqua, da albis diventò domenica della misericordia. “Dominica in albis vestibus” perché i battezzati nella notte del “preconio”, deponevano la veste candida indossata a testimonianza dell’innocenza riacquistata con il sangue di Cristo. La liturgia introduceva un canto meraviglioso che parlava più o meno così: (ri)Generati come (quasi modo) fanciulli cercate il latte senza inganno. Il battesimo, quindi, cancella ogni macchia e, come fanciulli appena (ri)nati, si cerca il latte, il nuovo nutrimento che Gesù ci ha lasciato nella sua cena. I luterani, ancora oggi, chiamano “Quasimodogeniti” la domenica in albis», Galatro (RC),  Venerdì 12 Aprile 2013

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