Bloc-notes |
"CHE PADRE, SAN NICOLA!"
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di Carmelo Cordiani
Mentre ero genuflesso per una breve adorazione, mi venne in mente di raccomandare a Gesù una particolare attenzione alla Cappella Sistina dove centoquindici cardinali si sono riuniti per decidere il futuro prossimo della Chiesa.
Mi venne in mente una curiosità: Possibile che centoquindici persone sono in grado di governare una comunità di centinaia di milioni di cristiani, mentre novecento e passa, tra deputati e senatori non sono capaci di mandare avanti uno "stivale" che non arriva a contenere cinquanta milioni di italiani?
"Non sono centoquindici, ma centosedici."
"Scusa, San Nicola! Proprio stamattina ho risentito la cifra centoquindici, tanto che il quorum per l'elezione è di settantasette. Da dove è spuntato fuori il centosedicesimo?"
"E' entrato insieme ai porporati. Si chiama Spirito Santo che soffia dove vuole e come vuole. Stai tranquillo che saprà soffiare nella giusta direzione. Il vostro parlamento, dello Spirito Santo non ne vuole che sapere. Non può entrare, capisci? Ci sono solo laici."
"Lascia perdere il parlamento. Quelli manco lo Spirito Santo riuscirebbe a risistemarli. Ognuno tira dalla sua parte che è opposta a quella dell'altro. Speriamo, invece, che soffi in fretta nella Sistina. Ma non è su questo che vorrei chiacchierare con te, se hai un pò di tempo e di pazienza. Ricordi la pagina del Vangelo scelta per la domenica "gaudere"? Una tra le più suggestive dell'intero messaggio di Gesù. E' conosciuta come "parabola del figlio prodigo", ma io la chiamerei "testimonianza di un padre meraviglioso". Pensa Te: Un figlio chiede la parte della sua eredità per andarsene da casa e vivere da solo. Il Vangelo non dice se il padre, prima di decidere, abbia cercato di far riflettere il figlio sulla volontà di abbandonare la famiglia, spazio di amore e di protezione. Ha diviso l'eredità, consegnando l'equivalente in denaro. Si sa com'è andata. Finiti i soldi, ecco puntuale la povertà, la miseria, l'abbrutimento. Quel ragazzo si sarebbe sfamato volentieri con il cibo dei porci, ma nessuno gliene dava. Mi alzerò e andrò da mio padre! La figura del padre in primo piano nel momento della disperazione. Aveva un padre ed era certo del perdono. Non si riteneva degno di essere figlio, ma conosceva il cuore di suo padre."
"Guarda che ho letto il Vangelo prima di te. Ti sto ascoltando e ti dico che anche io ammiro moltissimo il padre. Quanti ragazzi, oggi, abbandonano il padre per avventurarsi in un mondo che ritengono fantastico. Vanno via, si espongono ad esperienze anche estreme, si ritrovano terribilmente vuoti e, nella solitudine, ecco il volto del padre, ancora sorridente, pronto a pronunciare le parole piene di speranza: Figlio mio! Quanti padri soffrono per un figlio che si allontana! C'è un tipo di allontanamento che non comporta uno spostamento verso un luogo diverso. Ci si può allontanare dal proprio padre anche convivendoci. L'incomprensione, l'incomunicabilità, la chiusura, quella barriera impenetrabile che fa scoppiare, a volte, il cuore del padre sono molto più comuni del distacco fisico. Ma il padre attende. Sa bene che arriverà il giorno in cui dirà: Facciamo festa perché questo mio figlio s'era perduto ed è stato ritrovato, si era allontanato ed è ritornato. Quanta gioia nel mio vecchio cuore! Vieni figlio mio, tutto è finito, non è successo niente, c'è tuo padre e puoi stare tranquillo."
" Che bello! Purtroppo, oggi, la figura del padre è alquanto cambiata. Ma, anche se si chiama "partner" o compagno della madre, ha sempre un grande cuore, aperto per suo figlio. Vuole capirlo, nonostante si dica che non c'è dialogo tra padre e figlio. C'è e come! Sa aspettare, soffrendo, il momento opportuno per graffiare la superficie ruvida del figlio e leggere quanto non appare. Solo il padre può arrivare a questo."
Mentre cercavo di chiudere questa breve chiacchierata, ho sentito, chiaro e distinto l'extra omnes dalla Cappella Sistina e mi sono allontanato per consentire anche a San Nicola di seguire i lavori fuori dallo spazio della Sistina, ma dentro con la sua preghiera, perché il giuramento dei porporati sia un segno tangibile di fedeltà alla chiesa.
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Cordiani Carmelo: «CHE PADRE, SAN NICOLA! Mi venne in mente una curiosità: Possibile che centoquindici persone sono in grado di governare una comunità di centinaia di milioni di cristiani, mentre novecento e passa, tra deputati e senatori non sono capaci di mandare avanti uno "stivale" che non arriva a contenere cinquanta milioni di italiani?», Galatro (RC), Martedì 12 Marzo 2013 |
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