Bloc-notes

"PER NOI QUARANTA NO, SAN NICOLA!"

 

 

di Carmelo Cordiani

Matteo riferisce che Gesù, “avendo digiunato quaranta giorni e quaranta notti, infine ebbe fame” (Mt. 4, 2 ). Un altro, da tanti ritenuto “profeta”, ha prescritto il ramadan, solo di giorno. Dal tramonto all’alba si recuperava.

 

In merito al digiuno Gesù aveva le idee chiare. Sapeva che solo Lui era in grado di restare nel deserto per quaranta giorni e altrettante notti senza mangiare. E, probabilmente, senza bere.  Infatti alla samaritana dirà di possedere un’acqua che disseta per sempre, tanto che la donna Gli risponde: “Signore, dammi quest’acqua perché non abbia più sete e non debba più venire qui ad attingere” (Gv. 4, 15). Per digiunare se n’è andato nel deserto, sottraendosi alla vista di tutti, sua mamma e suo papà compresi. E chissà cosa avranno pensato.  I quaranta giorni di digiuno qualche segno l’avevano lasciato.  Un nostro al quale, ogni tanto, salta in mente di digiunare ( lui lo chiama sciopero della fame!) dopo qualche giorno si fa vedere con il viso tirato. Ma Gesù ha detto: “Quando digiuni profumati il capo e lavati la faccia, per non far vedere che digiuni alla gente...(Mt. 6,17). Ma il nostro vuole proprio farsi vedere dalla gente.

 

In Matteo Gesù ci dà un’indicazione precisa sul valore del digiuno come segno di appartenenza alla sua nuova famiglia: “Non ciò che entra nella bocca contamina l’uomo; ma ciò che esce dalla bocca, questo contamina l’uomo”.  A Pietro, che non aveva capito bene spiega: “…Ciò che esce dalla bocca procede dal cuore ed è quello che contamina l’uomo. Dal cuore, infatti, procedono pensieri malvagi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti,  false testimonianze, bestemmie. Queste cose sì contaminano l’uomo”. (Mt. 15, 10 e sgg).

 

Stavo oltrepassando lo spazio davanti al Tabernacolo, dimenticandomi di genuflettermi. Ma lo sguardo eloquente del Santo protettore è servito da richiamo. Mi vennero subito in mente le ultime parole citate da Matteo: “Queste cose sì contaminano l’uomo”. “Hai ragione, Signore. Digiunare e far del male non vanno d’accordo. Invece di mortificare lo stomaco dobbiamo castigare la lingua. Non mordendocela, ma mettendola a dieta, cioè facendola tacere. Quanti guai combina! Se rinunciamo a qualcosa, nessuno se ne accorge, Ma se critichiamo, se sparliamo del prossimo, se alimentiamo sospetti…non c’è digiuno che salvi.”

 

Mi è sembrato che Gesù mi desse ragione. D’altra parte avevo solo citato le sue parole. E mi avvicinai subito all’altare del Santo patrono,San Nicola.

 

“Dovresti fare un bell’esame di coscienza, sincero, crudo. Quante volte avresti dovuto mettere a tacere la lingua!”

 

“Scusami, ma non rimescoliamo il passato. Sempre a me dài la colpa. Se parliamo di lingua ognuno avrà detto un sacco di parole inutili. E, a volte, dannose. Tu sei santo e sopporti anche le cose storte. Io sono impastato di non so cosa e, qualche volta, mi sono scappati strafalcioni.”

 

“Mi sbaglio o saresti capace di ricominciare?”

 

“Beh! Dipende. Comunque non sono venuto a parlare di questo. Vorrei chiederti se Tu saresti stato capace di digiunare per quaranta giorni.”

 

“Io non ho avuto il fisico come Gesù. Non sarei andato oltre il quarto giorno.”

 

“Allora pensi che, con un fisico ben messo, si potrebbe tentare un record? Lo sai che mi vengono in mente tanti tuoi colleghi, tanti porporati, tanti appartenenti alla “gran pretagna” ben pasciuti, dove alcuni trovano la rima con magna, magna, ai quali il digiuno potrebbe servire da cura, oltre che da mortificazione?”

 

“Lo vedi che t’impicci sempre di cose che non ti riguardano? Cosa vai a pensare ai monsignori ed altro, ben nutriti?”

 

“E’ perché mi vengono in mente tre parole che ho letto più volte e che non ricordo dove sono riportate: Impinguatus, dilatatus et recalcitravit…Ed erano riferite proprio alla casta del Buon Dio. Quelli che il Signore nutre, ingrassano, si dilatano e tirano calci. E mi sa tanto che calci poderosi sono stati sferrati contro qualcuno che non ce l’ha fatto più ed ha mollato. Che ne dici?”

 

Il Santo patrono fece finta di non aver sentito e io ho capito che dovevo cambiare registro.

 

“A proposito  di mortificazione della lingua, stai seguendo quante se ne dicono i nostri politicanti in vista del prossimo appuntamento democratico?”

 

“Intanto comincia a togliere di mezzo il <democratico> che non c’entra. Questa categoria appartiene alla famiglia di quelli che si ingrassano, si dilatano e vi prendono a calci. Tutto a spese vostre. Vedrai che a cose fatte, vincitori e vinti si coalizzeranno e troveranno la scorciatoia per arrivare alle vostre tasche. E sarete proprio voi a stabilire in nuovo record del digiuno, non per mortificare la carne, ma perché non vi resterà un euro per comprarla.”

 

“Secondo te, cosa dovremmo fare? Tu pensi che una ribellione a modo servirebbe?”

 

“Cosa vuoi dire <a modo?> Le cose o si fanno bene o è meglio non provarci. Ma, dài retta a me, l’Italia è piena di tanti quacquaracquà che sanno solo lamentarsi e subire.

 

Il digiuno vi farà bene. Quello imposto da Santa Madre chiesa non vi smuove. Infondo si tratta della rinuncia a qualcosina. Voi preferite rinunciare a tutto, anche alla vostra libertà”.

 

“Non ho capito quest’ultimo riferimento.”

 

Aspettavo un chiarimento, ma San Nicola sembrò aver chiuso. Mi riservai di parlarne la prossima volta. Quando? Non lo so e, uscendo, dissi al Santo che l’avrei lasciato in pace per un po’. La chiesa era ancora deserta. Nessuna traccia della vecchina, né del piccolo Carletto che mi manca da qualche settimana. Che non stia bene?

 

 

 

Cordiani Carmelo: «"PER NOI QUARANTA NO, SAN NICOLA!". Il digiuno vi farà bene. Quello imposto da Santa Madre chiesa non vi smuove. Infondo si tratta della rinuncia a qualcosina. Voi preferite rinunciare a tutto, anche alla vostra libertà”», Galatro (RC),  Giovedì 21 Febbraio 2013
 

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