Bloc-notes

"CHE SUCCEDE, SAN NICOLA?"

 

 

di Carmelo Cordiani

 

Forse non se l’aspettava nemmeno lui. Un avvenimento quasi unico nella storia della chiesa. Il lontano predecessore fu costretto ad andarsene, come altri. Come Ponziano nel 235, papa Sivestro tre secoli dopo, Benedetto IX, ritornato al soglio pontificio dopo la rimozione del suo successore Gregorio VI. Celestino V fu costretto a lasciare perché stufo delle pressioni e minacce di Carlo d’Angiò. Sotto, sotto, ma non tanto, le aspirazioni di Bonifacio VIII che gli successe, dopo averlo imprigionato. Ma perché Benedetto XVI?

 

“Tu lo sai perché?”

 

Lo sguardo di San Nicola era rivolto verso la vecchina che non poneva mai domande. Forse nemmeno sapeva delle dimissioni del Papa, visto che non ha voluto, nemmeno regalato dai suoi figli, un televisore. “Io sto bene così”, aveva risposto a Pasquale, il figlio maggiore, che voleva regalarle un 19 pollici  per il suo compleanno. Alla figlia, invece, aggiunse che in quella scatola c’erano persone che “gabbavano” la gente. Se avesse sentito il TG in cui si diffondeva la notizia dell’epoca, avrebbe detto che sono tutte fesserie. E non si sarebbe preoccupata per niente di chiedere conferma al suo Santo.

 

“Anche ammesso che lo sapessi, pensi che lo direi proprio a te?”

 

“Scusa, San Nicola! Delle due una: O non ci sono ragioni e tu ritieni il gesto del tutto ingiustificato, oppure le ragioni ci sono e non vedo perché i fedeli non debbano conoscerle.”

 

“Ma le ragioni le ha dichiarato proprio lui, in persona, anche l’altro giorno, durante l’udienza del mercoledì. Non ce la fa, capito?”

 

“Guarda che Gesù nemmeno ce la faceva, tanto che nell’orto disse che la sua anima era triste fino a morire per cui pregava suo Padre di risparmiargli, possibilmente quel calice. Non ha mica mollato! Ha anche detto che il buon pastore non abbandona mai le sue pecore. E’ vero che Gesù era unico Figlio di Dio e che, invece, morto un papa (si fa per dire) se ne fa un altro. Andarsene in questo momento, non certo felice per la Santa chiesa è come se dicesse: Arrangiatevi. Un po’ come quel tale che non ha sentito ragioni per tornare a bordo, mentre la sua nave si era incagliata. Ammetti che tutto il collegio cardinalizio dicesse: Noi il conclave non lo facciamo. Torna alla guida della chiesa. Cosa risponderebbe?”

 

San Nicola rimaneva muto. Ho insistito, perché mi interessava la risposta. Dopo qualche minuto si limitò a dirmi: “Ma cosa vuoi che ne sappia ? Per me vale la versione che ha reso nota. Il Papa è Papa e le sue decisioni sono come un dogma. Vanno accettate senza discussioni.”

 

Mi convinsi che San Nicola si trovava nella stessa difficoltà mia e di tanti. Provai ad aggiungere qualcosina, tanto per farlo parlare chiaro.

 

“Non è, per caso, che monsignori, cardinali, preti, laicisti e quant’altro si muove nella santa madre chiesa hanno contribuito, ognuno con una spintarella, a costringere il “pastore tedesco”, come venne soprannominato lo stesso giorno della fumata bianca, a mettersi da parte? Chi aspira al soglio pontificio? Lo Spirito Santo, che ispira i conclavisti nella scelta del nuovo successore di Pietro, è a conoscenza di qualche trama ed interverrà energicamente al momento opportuno?”

 

“Adesso metti in dubbio anche la presenza dello Spirito Santo! Dimentichi Gesù che, su Pietro e i suoi successori, ha edificato la sua Chiesa, garantendone la vitalità con due parole secche: Non praevalebunt, riferendosi proprio alle porte dell’inferno (et portae inferi non praevalebunt…). E se non ce la fa il diavolo figuriamoci altri.”

 

“Tu ricordi che, in qualche occasione, il Papa ha detto che il marcio si annida nella chiesa?”

 

“E tu dimentichi che furono proprio i sommi sacerdoti a consegnare Gesù nelle mani del procuratore romano ed hanno aizzato la folla per farlo crocifiggere. Gesù è risorto più vivo di prima, ha rincuorato i suoi apostoli nel cenacolo, li ha fortificati con le lingue di fuoco scese dal cielo, li ha mandati nel mondo a diffondere il suo messaggio d’amore. Nessuno, mai, riuscirà ad abbattere quanto Gesù ha edificato. Che si chiami Benedetto, Giovanni, Paolo, Pio…la chiesa non affonderà mai perché al timone c’è sempre Lui: Gesù.”

 

“Recentemente Benedetto ha detto che si nasconderà al mondo, ma sarà presente con la preghiera. Se dimenticassi di parlare con te e di essere nella casa di Gesù, ti direi che il Papa se n’è andato perché aveva le tasche piene. Di cosa lo sapremo. E quando te lo dirò, non sviare il discorso, come hai fatto oggi.”

 

Non ho dato il tempo al Santo protettore di aggiungere qualcosa. Mi sono alzato, l’ho salutato e mi sono avviato all’uscita della chiesa.

 

“A Gesù non chiedi niente?” mi chiese mentre mi accingevo a genuflettermi davanti al Tabernacolo.

 

“E cosa vuoi che chieda? E’ il più mortificato. Forse, rivolgendosi al Padre, ha ripetuto: “Padre, perdonalo, perché non sa quello che fa”.

 

 

 

Cordiani Carmelo: «"CHE SUCCEDE, SAN NICOLA?". Forse non se l’aspettava nemmeno lui. Un avvenimento quasi unico nella storia della chiesa. Il lontano predecessore fu costretto ad andarsene, come altri. Come Ponziano nel 235, papa Sivestro tre secoli dopo, Benedetto IX, ritornato al soglio pontificio dopo la rimozione del suo successore Gregorio VI. Celestino V fu costretto a lasciare perché stufo delle pressioni e minacce di Carlo d’Angiò. Sotto, sotto, ma non tanto, le aspirazioni di Bonifacio VIII che gli successe, dopo averlo imprigionato. Ma perché Benedetto XVI? », Galatro (RC), Venerdì 15 Febbraio 2013
 

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