Bloc-notes

"CHE PRINCIPESSA, SAN NICOLA!"

 

 

di Carmelo Cordiani

 

L’ho letto in una nota in calce al Vangelo di Luca: “Maria era un nome frequente ai tempi di Gesù. Significava, probabilmente, principessa”. Bellissimo, mi sono detto. Quale titolo più espressivo per la giovane di Nazareht, “fidanzata ad un uomo di nome Giuseppe, della casa di David?” ( Lc. 1, 27). E’ vero che le litanie abbondano di titoli: Madre di Dio, Regina della pace, Regina del cielo…Principessa dà un tocco fresco, più giovanile, che si addice meglio ad una fanciulla appena uscita dall’adolescenza e scelta per concepire nel suo seno un Bimbo che sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo. Quel viso sorridente e sereno della giovane mamma, così come apparve ai pastori nella grotta di Betlemme, si presenta nuovo, con un pizzico di simpatia in più: E’ una principessa!

 

Questo attributo mi venne in mente rileggendo ancora Luca che riferisce la visita di Maria a Elisabetta. La Principessa aveva già saputo, dallo stesso Arcangelo che le aveva annunciato la sua maternità, che la parente Elisabetta si trovava al sesto mese di gravidanza, nonostante l’età avanzata. Luca scrive: “ Anche lei ha concepito un figlio nella sua vecchiaia…” Si alza e va “con sollecitudine verso la regione montagnosa, in una città di Giuda”. La Principessa è forte e coraggiosa. Non pensa alle difficoltà del percorso da Nazareth verso la città di Giuda. Luca non ci dice se il suo Giuseppe l’abbia accompagnata. Probabilmente no. Da sola, la Principessa, per servire la sua parente anziana e, sempre probabilmente, resta in casa di Zaccaria fino alla nascita di Giovanni Battista.

                                      

“Lo sapevi di avere come mamma una Principessa”? E mi inginocchiai per un minuto di adorazione. Ho immaginato il sorriso di Gesù ma il Santo Protettore San Nicola si era già intromesso.

 

“Veramente la madre di Gesù è una regina. Non declassarla”.

 

“Allora devo dirti che hai dimenticato qualcosa del Vangelo di Luca. All’epoca dell’Annunciazione era madre solo potenzialmente. Quindi, di fatto, era una Principessa. E, poi, sai che ti dico? A me piace Principessa, senza negare il titolo di Regina. Passando davanti ad una statua della Madonna la saluto così: Ciao Principessa. Ma non è per parlarti di questo che sono venuto. Mi piace mettere in risalto lo spirito di servizio di questa Principessa. Una fanciulla incinta che si mette in viaggio per dare una mano ad Elisabetta, incinta anche lei, ma  anziana. Non ha aspettato di essere chiamata. Sapeva che la sua parente avrebbe avuto bisogno di aiuto e va a stare con lei. Che esempio per le giovani di oggi!”

 

“Un esempio che nessuna è disposta a seguire. Le vostre giovani non possono, certo, essere chiamate principesse. Pensano ad altro. Sono frutto della vostra cultura individualistica, egoistica, vuota di valori. Adesso avete inventato anche un altro mostro: Facebook! Ogni giorno cambiamenti, foto di ragazze in atteggiamenti e posizioni diverse, con giochi di luci che le fanno apparire più affascinanti, con aggiunta di riflessioni prese da ogni parte della letteratura, ma che restano solo parole. Non ci sono solo le partorienti ad aver bisogno di un aiuto. Quanti ammalati, anziani non autosufficienti, persone sole che hanno speso una vita per fare del bene ai figli, ai nipoti, ma che restano dimenticati. E’ dilagato il fenomeno delle “badanti”, la stragrande maggioranza costrette dalle necessità materiali, un alloggio, da mangiare; il bisognoso viene per ultimo. Lo si lascia solo intere giornate a chiamare, inutilmente, qualche parente, qualche amico, qualche nipote per il quale ha speso fino all’ultimo centesimo delle sue possibilità. Nessuno! Le giovani hanno altro da fare. Eppure ai raduni corrono in migliaia. Per fare cosa? Dichiarano di voler cambiare il mondo e invece preferiscono lasciarlo com’è. Conviene anche a loro. Per cambiare qualcosa bisogna rimboccarsi le maniche, darsi da fare, sacrificare il proprio tempo, impegnarsi, mettere da parte le fantasie, avere le idee chiare, abbandonare gli slogans che riempiono la bocca e lasciano dentro un vuoto spaventoso. Per le giovani di oggi il sociale è il gruppo di appartenenza in cui ci si sente autorizzati ad ogni esperienza, anche estrema, per dimostrare il proprio coraggio. Poverette, si tendono le trappole nelle quali si spengono le loro speranze”.

 

“Non esagerare, San Nicola! Anche tra le giovani moderne ci sono principesse. Non abbondano, ma ci sono. Il fatto è che oggi ragazzi e giovani sono frutto di una società sgangherata. Anche la chiesa, scusami, è latitante su alcuni fronti. Continuano ad entrare nella vigna del Signore operai impreparati che affrontano la vita sacerdotale come un mestiere qualunque, con scarsa preparazione, tanto per campare. Infondo, a conti fatti, conviene. Si “lavora” al riparo, si entra nelle case e si esce con “accetti questa” don…ci celebrano battesimi, cresime, matrimoni, funerali e quant’altro aspettando in sacrestia le “offerte” (guai a parlare di pagamento!) in busta chiusa con tanto di nome e cognome. Personalizzate, insomma. Questi vignaioli non coltivano la vigna del buon Dio, ma sono solo attenti alla vendemmia. Non sono per niente di esempio, non curano i piccoli avviandoli all’ascolto dei buoni consigli e alla pratica del rispetto reciproco. Non sono guide spirituali e uomini di preghiera, cioè lievito e fermento come vuole Gesù. Se a questo aggiungi gli scandali negli alti livelli della “politica”, lo sbando delle istituzioni scolastiche, il disinteresse delle persone scelte a guida di una comunità ti rendi conto del perché la nostra società è povera di principesse.”

 

“Hai fatto un lungo giro per confermare quanto ti ho già detto. Ma hai anche suggerito una terapia. Per quanto mi riguarda ti posso assicurare che Benedetto sedicesimo ha messo il dito sulla piaga e intende curarla, anche a costo di usare il bisturi. Per il resto dovreste provvedere voi, con scelte sagge e non solo convenienti. Che, poi, convenienti non sono perché a pagare siete tutti. Quando si sente parlare di corruzione bisogna tener presente che gli attori sono almeno due: Il corruttore ed il corrotto. E siccome la corruzione tende a crescere in maniera esponenziale i corruttori si moltiplicano allo stesso modo dei corrotti. E si arriva alla crisi.”

 

“Ci siamo in pieno, caro San Nicola e chi sa quando ne verremo fuori.”

 

“Io sono sicuro che se riuscirete a superarla, ne creerete un’altra. Dimenticate con molta facilità i sacrifici quando vedete un po’ di abbondanza. Infatti come vi comportate con i vostri piccoli? Ecco la filosofia: “Ho sofferto io e non devono soffrire loro”, dimenticando che la sofferenza non è fine a se stessa, ma un’ottima lezione di vita”.

 

Ripassando davanti al Tabernacolo, mentre mi genuflettevo, rivolsi ancora due parole a Gesù : “Scusami, ma San Nicola non vedeva l’ora di attaccare discorso. Ti stavo dicendo che come madre hai una Principessa che non solo s’è presa cura di te, ma pensa anche a noi, è al nostro servizio come lo è stata con Elisabetta.”

 

Mi girai ancora verso l’altare del Santo che non ha fiatato.

 

 

 

Cordiani Carmelo: «CHE PRINCIPESSA, SAN NICOLA! “Lo sapevi di avere come mamma una Principessa”? E mi inginocchiai per un minuto di adorazione. Ho immaginato il sorriso di Gesù ma il Santo Protettore San Nicola si era già intromesso», Galatro (RC), Domenica 7 Ottobre 2012

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