Bloc-notes

"COM’E’ BELLO, SAN NICOLA!"

 

 

di Carmelo Cordiani

           

Quando Gesù si trasferì sul Tabor ( o sull’Hermon) Pietro, Giacomo e Giovanni non pensavano minimamente a quale straordinario evento avrebbero assistito. Il Maestro “apparve trasfigurato davanti a loro; la sua faccia diventò splendida come il sole e le vesti candide come la neve”. Il testo greco usa il verbo metamorfoo, accentuando il graduale disfarsi della materia per dare spazio alla luce. Ed in questa luce una voce: “Questi è il mio figlio diletto…ascoltatelo”. E’ Pietro a parlare: “Signore, è bello per noi stare qui…”

 

Passando davanti alla porticina di Gesù, mentre mi genuflettevo dicevo tra me: “Scusa, sai! Se ti vedessimo trasfigurato, diremmo anche noi che è bello starti vicino. Ma, come si fa a dire le stesse parole quando il peso delle sofferenze ci deprime e, a stento, riusciamo ancora a crederti? Non ti offendere, ma preferiremmo anche noi immergerci, anche per poco, in quella luce in compagnia di Mosè ed Elia e dei tre fortunati discepoli”.

 

“Fede è subsistentia non parventium. L’hai dimenticato?”

 

“Non l’ho dimenticato, caro Santo protettore, ma è difficile ricordarsene. E non ti meravigliare, perché anche gli apostoli che hanno assistito a tanti miracoli, trasfigurazione compresa, hanno dubitato fino all’ultimo. Pietro, Giacomo e Giovanni assisteranno ad un’altra trasformazione di Gesù, quella del Getsemani. Il suo volto non era luminoso, ma triste e trasudante di sangue. Hanno dimenticato quando chiesero a Gesù di costruire tre tende. Ecco perché, nel momento di condividere il dolore, ognuno se n’è andato per i fatti suoi. Anzi Pietro disse di non conoscerLo. Capito?”

 

“Ricorda quante volte Gesù ha chiamato i suoi discepoli uomini di poca fede. E ricorda anche che, quando tanti discepoli, delusi, Lo abbandonarono, rivolto ai suoi più intimi disse: Anche voi volete andarvene? E Gli risposero: Da chi andremo? Tu solo hai parole di vita. Se ti sei stancato di una presenza che non riesci a percepire, se credi che puoi farcela da solo e, da solo, magari imprecando, riesci a sollevarti di un millimetro dalla tua materialità, fai pure. Ma ti assicuro che anche tu finirai per riconoscere che solo Gesù ha parole di vita. E dirai anche tu : Com’è bello, Signore, sentirti vicino”.   

 

“Io allontanarmi da Gesù? Ma non ci penso nemmeno. Voglio solo dire che, almeno in certe situazioni in cui sentiamo la nostra nullità, ci dia una mano. Quando il mare diventò burrascoso e la barca, sulla quale si trovavano anche alcuni discepoli, veniva sballottata e rischiava di andare sotto, Gesù chiamò gli amici terrorizzati uomini di poca fede, ma calmò le acque come per dire: Ci sono io. Capisci? Hanno sentito queste parole e non hanno più avuto paura. Noi abbiamo la necessità che, ogni tanto, Gesù ci dica forte: Ci sono io. Allora riprendiamo un po’ di fiato.”

 

“Ma lo sai quante volte anche noi ci siamo sentiti soli, schiacciati dalle nostre incertezze, dalle sofferenze, dalle incomprensioni. Dopo un girovagare in cerca di uno spiraglio di luce, ci siamo ricordati della presenza di Gesù nella nostra storia. Momenti di smarrimento arrivano sempre, ma ci si rende conto che occorre ritrovare quel filo che ti conduce a Lui.”

 

La vecchina era lì da un bel po’. La vedevo così serena  anche se aveva attraversato momenti di sbandamento, anche se aveva dubitato. Ma non mi sembrava cambiata, con quel volto solcato dagli anni ed ero sicuro di leggervi solo: Com’è bello Signore!

 

“La storia di quella vecchina potrei raccontartela io, perché la conosco da molto tempo e si è inginocchiata all’altare del suo Santo prima ancora che tu venissi a sfogarti con me. I primi tempi non hai fatto altro che borbottare, imprecare, sparlare. Cosa hai guadagnato? Hai perso la tranquillità che trasuda da quell’anima semplice che non mette il naso nelle faccende degli altri, ma prega perché tutti siano buoni, perché le famiglie siano in pace, perché i giovani non si perdano, perché cessino le guerre. Lei non ha idea dove si trovi l’Iran, la Siria, l’Afganistan…Sente che in queste terre c’è guerra, violenza, che tanti bambini soffrono e prega perché li considera esseri umani. E dice spesso: Come sarebbe bello che tutti accogliessero Gesù nelle loro case, che sentissero la sua presenza, che mettessero in pratica il suo esempio: Amatevi come io vi ho amato”.

 

Mi rendevo conto che, dalle due paroline  “com’è bello”, eravamo approdati ad altro, molto più vasto ed impegnativo che chiamava in causa la fede. E mi convincevo che, senza la fede, niente poteva essere bello. La fede è il tracciato obbligato che conduce a Gesù e in sua assenza tutto ci sfugge, anche i piccoli frammenti di gioia che la vita ci concede. Ripercorsi mentalmente tutti i Passi del Vangelo dove la fede è testimonianza, sostanza, dove spesso si rivolsero a Gesù chiedendogli di aumentare la fede. Proprio così: la fede deve crescere. Non è solo un presupposto, un punto di partenza che il buon Dio ha indicato nella nostra storia umana, ma un lungo percorso in cui si scoprono valori sorprendenti. E’ la chiave di lettura della nostra vita e di quella del prossimo. I rapporti interpersonali senza la fede sono sterili e finiscono nell’apatia, nell’indifferenza che sono i fondamenti dell’odio e della violenza. La mancanza di fede ci isola, ci chiude in una morsa egocentrica che, giorno dopo giorno, ci conduce verso la più amara depressione. La fede apre il cuore, abbatte le barriere, spalanca le porte, per usare un’espressione cara a Giovanni Paolo secondo. Spalanca i cuori a Cristo, ma anche al vicino, al sofferente, a chi ci ha offeso, al nemico, a chi ci fa del male. Con una certezza: Solo la fede cambierà il mondo.

  

 

 

Cordiani Carmelo: «"COM’E’ BELLO, SAN NICOLA!". In certe situazioni in cui sentiamo la nostra nullità, quando il mare diventa burrascoso e la barca, sulla quale ci troviamo, viene sballottata e si rischia di andare sotto, quando siamo terrorizzati, allora Gesù ci chiama uomini di poca fede. Appena lo riconosciamo le acque si calmano e noi non abbiamo più paura. Di questo abbiamo bisogno, questo ci fa riprendere fiato», Galatro (RC), Martedì 28 Agosto 2012

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