Bloc-notes

"… SONO UN UOMO, SAN NICOLA!"

 

 

di Carmelo Cordiani

           

“Bella scoperta!” mi sono detto, quando, domenica scorsa, ho sentito la risposta che Pietro ha dato al centurione Cornelio. Questi, poverino, era andato incontro all’Apostolo che stava per entrare in casa sua, gli si è gettato ai piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro, come si racconta negli atti degli Apostoli ( 10,25…) “lo rialzò dicendo: Alzati: anche io sono un uomo.” E conclude che uomini erano anche i pagani sui quali era sceso lo Spirito Santo, come sui circoncisi.

 

Obbedendo alla consegna di Gesù, “Pasci le mie pecore” (Gv. 21, 17) Pietro ha introdotto i pagani nella “ecclesia”, nella comunità cristiana. I pagani venivano ritenuti “impuri e peccatori” dai “circoncisi” che si stimavano i soli degni di ricevere lo Spirito. Ma lo Spirito soffia dove vuole, perché il Signore manda la pioggia sul campo del giusto e del peccatore; quindi Pietro conclude: “Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi (pagani) che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo? E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo” (ibid. Gv. 21, 47).

 

Ordinò! Pietro si appropria del suo titolo di Pastore universale e “ordina”. Eppure al centurione dice: “Io sono un uomo”. Cioè fragile come te, imperfetto come te, peccatore come te. Infatti ho rinnegato il mio più grande amico, Gesù, ho avuto paura di dire che lo conoscevo, che avevo cenato con Lui, che mi aveva lavato i piedi. Tu, centurione, pagano hai avuto più coraggio inginocchiandoti ai miei piedi e dimostrando a tutti la tua fede”.

 

Erano questi i pensieri che giravano confusamente dentro di me quando sono arrivato all’altare di San Nicola per la solita udienza pomeridiana. Davanti al Tabernacolo, insieme al saluto, una brevissima riflessione: “Gesù mio, se Pietro ti ha rinnegato nonostante sia vissuto tanto tempo con Te, Ti abbia visto, toccato, non meravigliarti se, a volte, la nostra fede va in crisi, se ti giriamo le spalle, se dubitiamo della tua presenza nella nostra vita”.

 

“Questo, Gesù, lo aveva già messo in conto”, intervenne subito San Nicola. “Pensa che hanno gridato “crocifiggilo” anche quelli che avevano assistito ai suoi miracoli, quelli che avevano ascoltato le sue parole, i beneficiati, insomma, come succede sempre.”

 

“Hai ragione. Tante persone (tu le conosci!) hanno ricevuto del bene e, non solo l’hanno dimenticato attribuendo a se stessi meriti che non hanno, ma si sono rivoltati contro i benefattori. Ma non è questo che mi interessa tanto. Vorrei sapere come mai Pietro  ha dato quella risposta al centurione.”

 

“Secondo te cosa avrebbe dovuto dire? Baciami i piedi tu centurione pagano perché io sono Pietro, il capo della comunità cristiana, quella fondata da Gesù e destinata a rimanere nei secoli? Invece Pietro si è sentito uomo alla stessa maniera del centurione.”

 

“Se tutti i rappresentanti di Pietro si fossero comportati allo stesso modo, avessero dimostrato umiltà di spirito, si fossero riconosciuti servi dei servi, come ha detto Gesù! Però, San Nicola mio, non bisogna esagerare con le dichiarazioni: “Sono uomini come tutti!”. Si deve sempre tenere presente che i seguaci diretti di Gesù, pur essendo uomini, hanno una dignità che richiama alta responsabilità. Non possono permettersi delle volgarità con la scusa di essere uomini. O, addirittura, venire meno ai propri obblighi accettati liberamente scusandosi che sono uomini. Questa condizione non li abilita a dire, per esempio, “io questa persona non la toccherei nemmeno con una canna!” E’ grave, caro San Nicola, quando si pensa che alcuni “credenti - credibili”, senza altra qualifica se non quella di essere cristiani, hanno preso in braccio bambini affetti da lebbra, hanno accolto esseri umani deformi, orribili a vedersi, ma, per i quali, Cristo ha dato la sua vita. Tu conosci la storia meglio di me e sai bene quanto male producono i servi di Dio quando sfruttano a loro uso e consumo il fatto di essere uomini. Certo, siamo uomini impastati di materia e, quindi, deboli, istintivi, stimolati senza sosta dal male, ma plasmati ad immagine e somiglianza di Dio, elevati alla dignità di eredi del cielo; quindi è doveroso per ogni cristiano, ma soprattutto per gli “eletti”, avere costantemente il cuore e la mente rivolti verso questo obiettivo.”

 

“Se ti riferisci al periodo buio, è vero che è prevalso l’umano. Ma su questo umano ha insistito la grazia di Dio non solo “soffiando” con il suo Spirito, ma garantendo costantemente la presenza viva di Gesù. Hai accennato ai credenti-credibili. Ce ne sono stati tanti ed esistono anche oggi nel vostro mondo che si allontana sempre più da Dio. Sono i giusti che, con il sacrificio della propria vita, con la rinuncia quotidiana alla parte ingombrante dell’umano, vivono il messaggio evangelico con umiltà, anche se occupano posti di grande responsabilità. Avete avuto l’esempio di un recente Pontefice che tutto il mondo ha conosciuto ed ammirato, che è stato applaudito da milioni di giovani senza perdere la serenità ed il sorriso. Ricorda quella donnina che girava tra gli appestati alla ricerca del volto di Gesù sofferente. Poi, per vostra fortuna, vivono centinaia di credenti-credibili che hanno offerto la loro parte “umana” per amore come vuole Gesù. Pensa ai tanti cristiani massacrati, testimoni fedeli, vittime sacrificali. Pietro dicendo “sono anch’io un uomo” ha voluto dimostrare la grande verità di Gesù: “I primi saranno gli ultimi”. Poi offrirà il suo “essere uomo” in sacrificio per rafforzare la fede della nascente comunità cristiana”.

 

Man mano che San Nicola apriva sulle pagine della storia cristiana riflettevo che “essere uomo” non è solo sinonimo di debolezza, di fragilità, di cadute e ricadute, ma anche di forte impegno, di dignità, di coerenza, di amore.

S’era fatto tardi ed il sacrista faceva l’ultimo giro prima di chiudere la chiesa. Il cielo era terso, l’aria quasi estiva ed un intenso profumo di zagara si incanalava dagli aranceti ammantati di fiori. Sulla piazza antistante i bambini rincorrevano un pallone imitando i loro preferiti del calcio. Ognuno con una maglia differente: Milan, Juventus. Inter, Lazio…ma con lo stesso entusiasmo. “Che bell’esempio di sentirsi uomini” mi venne in mente.

 

 

 

Cordiani Carmelo: «"… SONO UN UOMO, SAN NICOLA!". Tante persone hanno ricevuto del bene e, non solo l’hanno dimenticato attribuendo a se stessi meriti che non hanno, ma si sono rivoltati contro i benefattori», Galatro (RC), Mercoledì 16 Maggio 2012

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