Bloc-notes

"A FULGURE ET TEMPESTATE, LIBERACI…SAN NICOLA"

 

Ognuno fa quello che gli è utile; disbosca, costruisce case dove non dovrebbe, traccia strade ripidissime con le ruspe, non provvede a tener puliti i letti dei fiumi, fa sottopassaggi senza sbocco per le acque e quant’altro… e pretende che siano i Santi a proteggere gli scempi

 

 

di Carmelo Cordiani

  

Per evitare che il Santo protettore di Galatro, San Nicola, mi rimproverasse per questa  invocazione ho dovuto precisare che essa appartiene alle litanie maggiori che si recitavano in occasione delle processioni e di altre cerimonie religiose e che la seconda parte, invece di San Nicola, terminava con: “liberaci o Signore”. Insomma, quando mi sono avvicinato all’altare per le solite quattro chiacchiere, dopo la giaculatoria, ho detto subito: “Nelle belle litanie di una volta, nelle quali si invoca anche Sancte Nicolàe, che sei Tu,  si chiedeva al Signore o di pregare per noi o di liberarci da qualcosa. In questo caso dai fulmini e dalle tempeste. Però un tuo contributo, per quanto riguarda Galatro di cui sei il Patrono, non guasta. Tu conosci bene la situazione disastrosa, il dissesto idrogeologico, lo scempio a monte e a valle del paese,  il pericolo di dover nuotare da un momento all’altro per cui, rivolgersi a Te, non è male”.

 

“So a cosa ti riferisci. Il canto iniziava con l’invocazione al Signore perché vi aiutasse, vi liberasse per il suo nome. Poi si intonava il Kyrie eleison, si invocava il Padre Celeste, il Figlio Redentore del mondo, lo Spirito Santo, la Santa Trinità, Maria madre di Gesù, Vergine delle vergini e si continuava con i Santi, iniziando dagli Angeli, gli Arcangeli…A tutti, insomma, si chiedeva aiuto, Anche al sottoscritto. Ora che tutto è cambiato e che, anche nella chiesa va forte l’autosufficienza, le litanie maggiori sanno di roba vecchia e inutile.. Ci sono i tecnici, quelli della protezione civile, gli specialisti, i metereologi, i vigili del fuoco, le ambulanze, gli elicotteri…Non vi bastano? E ti rivolgi a me perché intervenga?”

 

“Il tuo intervento è diverso, se permetti”.

 

“Certo! Ognuno fa quello che gli è utile; disbosca, costruisce case dove non dovrebbe, traccia strade ripidissime con le ruspe, non provvede a tener puliti i letti dei fiumi, fa sottopassaggi senza sbocco per le acque e quant’altro… e pretende che siano i Santi a proteggere gli scempi. Se sei venuto per raccontarmi quello che è accaduto in Liguria e nella Luigiana, ricordati che il Padre Eterno non c’entra niente. Ti faccio notare che dopo l’uscita di Noè dall’arca, con tutto il seguito, il Signore disse in cuor suo: <Io non tornerò più a maledire il suolo per cagione dell’uomo (…) e non tornerò più a colpire ogni essere vivente come ho fatto> (Gn.8,21). Quindi le alluvioni sono roba vostra”.

 

“D’accordo. Per questo invochiamo i Santi protettori”

 

“I politici, gli amministratori, gli uomini di legge dovete invocare. E anche le organizzazioni sindacali”.

 

“E cosa c’entrano, scusa!”

 

“C’entrano e come! Hanno mai organizzato delle manifestazioni per difendere l’ambiente? Sono mai scesi in piazza quando si sono accorti che si violentava la natura?”

 

“Beh! Devo dirti che non sei molto aggiornato. Nella valle di Susa le manifestazioni ci sono state, e come!”

 

“E me le chiami manifestazioni pro qualcosa? Quei volti coperti abituati a distruggere e non a costruire hanno manifestato per il bene della Valle? Ci sono altri interessi, camuffati dalla difesa dell’ambiente. Conosco bene la faccenda, ma non posso aggiungere altro. Una cosa, però, è certa: < Se si ritornasse alla liturgia d’un tempo, alla solennità delle cerimonie, ai canti liturgici ( che non hanno niente a che vedere con le chitarrate dei tempi moderni; ma guai a protestare c’è il rischio che ti buttino fuori dalle nicchie e ti chiudano in qualche sgabuzzino…); se foste un po’ più vicini a Dio, le cose andrebbero meglio>. Allora le litanie maggiori significavano il riconoscimento della grandezza di Dio e si chiedeva il suo aiuto prima che un evento si verificasse. Ora ricorrete a qualche invocazione dopo, quando riconoscete (ma per poco tempo!) la vostra fragilità e l’impotenza di fronte a certi eventi che voi stessi avete prodotto. Abituatevi a rivolgervi a Dio Padre più spesso, anche nei momenti di calma, anche quando le cose vi vanno a gonfie vele. Non è giusto disturbarlo solo quando combinate guai.”

 

“Hai ragione. Ma che colpa abbiamo se siamo impastati di miseria, se conosciamo cosa sarebbe meglio e scegliamo il peggio, ci stiamo distruggendo con le nostre mani…”

 

“Ma proprio perché siete impastati di miseria dovete tendere continuamente la mano a Dio che vi cammina al fianco e cerca di raddrizzare i percorsi che vi portano verso il male. Voi prevedete l’effetto di alcune scelte. Sapete che se costruite vicino ai fiumi correte il pericolo di essere trasportati a mare. E sarebbe anche ora che la smettiate di produrre sostanze inquinanti. Non passerà molto che camminerete per le strade protetti da maschere antigas.”

 

“Sai che gusto! Così la finiremo di mettere il naso nelle faccende degli altri”.

 

La trovata piacque al Santo che si è espresso con un bel sorriso. E questo mi ha incoraggiato. “Vedrai”, mi dissi mentre mi allontanavo e mi genuflettevo davanti al Tabernacolo, “che San Nicola proteggerà veramente Galatro”. Anche la vecchina, passandomi accanto mentre uscivo dalla chiesa mi disse: “Se non ci fossero i santi ad intercedere per noi sarebbe un bel guaio”. Volevo aggiungere qualcosa ma non mi vennero parole se non: “Avete ragione”.

 

 

 

Cordiani Carmelo: «"A FULGURE ET TEMPESTATE, LIBERACI…SAN NICOLA" Ognuno fa quello che gli è utile; disbosca, costruisce case dove non dovrebbe, traccia strade ripidissime con le ruspe, non provvede a tener puliti i letti dei fiumi, fa sottopassaggi senza sbocco per le acque e quant’altro… e pretende che siano i Santi a proteggere gli scempi», Galatro (RC), Giovedì  10 Novembre 2011

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