Bloc-notes

 E’ UN DIRITTO UCCIDERE, SAN NICOLA?

In cielo si ragiona in maniera diversa da come la si pensa su questa terra. In cielo la giustizia è Dio che usa anche il criterio della misericordia. Sulla terra è uno scandalo, in cielo una normalità

 

 

di Carmelo Cordiani

 

         “Il vicario! Il tiranno! L’affamatore! Lo vogliamo! Vivo o morto!”  Copiate così dal capolavoro “Promessi Sposi” di cui oggi, nelle scuole superiori, si conosce a stento un riassunto tipo “Bignami”. Che peccato!

 

         Ci troviamo nella Milano in tumulto. Il povero Vicario che non era il solo responsabile della situazione politica ed economica, barricato in casa, “girava di stanza in stanza , pallido, senza fiato, battendo palma a palma, raccomandandosi a Dio e ai suoi servi, che tenessero fermo, che trovassero la maniera di farlo scappare. Ma come e dove?” (Promessi sposi, cap. XIII).

 

         Mentre rileggevo questa pagina del romanzo mi venne in mente il povero Gheddafi che, forse, in queste ore si sta aggirando in qualche labirinto, invocando il suo Allah, chiedendo ai suoi fedelissimi di non abbandonarlo, tappando bene ogni pertugio, perché quelle brutte facce dei nemici, moltissimi e decisissimi, sono capaci di infilarci un missiletto radiocomandato che lo beccherebbe di sicuro mentre la folla afferma di volerlo “vivo o morto”. Anzi dichiarando senza mezzi termini di avere il diritto di uccidere. Gheddafi, naturalmente. “Oibò, vergogna”, avrebbe gridato Renzo. “Vogliam noi rubare il mestiere al boia?...”

 

         Mi è parso argomento serio da discutere con San Nicola, patrono di Galatro, e mi presentai al suo altare proprio stamani, poco prima di mezzogiorno, approfittando del fatto che, a quell’ora, anche il sacrista pensa ad altro. Passando davanti al Tabernacolo feci molta attenzione perché il Santo mi aveva già puntato gli occhi addosso. Perciò rimasi due minuti esatti genuflesso, contando fino a centoventi, tanto che San Nicola si era un tantino preoccupato. “Con questo gran caldo e quello che stai passando, ho pensato che non ce la facevi più ad alzarti” mi disse subito. “Stai tranquillo” gli risposi. “Qualcuno sarebbe venuto a darmi una mano. Certo non uno di casa, cioè addetto ai lavori. Piuttosto, hai saputo che fine ha fatto Gheddafi?

 

         “Beh! Ancora non è proprio per niente finito. Gli abbiamo raccomandato di starsene buono, di non farsi vedere in televisione, di non rilasciare dichiarazioni perché i ribelli sono male intenzionati.”

 

         “Ah! Si! Lo avete anche consigliato! Dopo tutto quello che ha fatto gli date anche consigli!”

 

         “Non dimenticare che in cielo si ragiona in maniera diversa da come la pensate voi. Qui la giustizia è Dio che usa anche il criterio della misericordia. Per voi è uno scandalo, per noi una normalità. Ve ne accorgerete tutti quando sentirete il bisogno di invocare Dio misericordioso. Hai detto prima che il Vicario non era il solo colpevole della fame e dei disordini a Milano. E tu pensi che Gheddafi sia l’unico responsabile di quanto sta succedendo in Libia? Anche voi lo avete accolto come un sosia di Maometto, col Corano in mano; Corano che ha distribuito a duecento belle fanciulle con una sorpresina tra le pagine.”

 

         “Quale sorpresina?”

 

         “Quante volte devo dirti che non faccio la spia?”

 

         “Mi hai anticipato, perché ero pronto a chiederti dove si trova adesso il colonnello.”

 

         “E tu pensi che non si sa? Gli interessati (che non sono i ribelli che hanno circondato Sirte!) sanno benissimo dove si trova il Rais. Lo vogliono vivo, non morto. Ha ancora qualche chiave segreta per aprire i rubinetti del petrolio tanto caro alla vostra civiltà. La civiltà del petrolio: ecco cosa avete costruito!”

 

         “Io sono sicuro che il colonnello ha già inviato un messaggino ai dotti della Sapienza perché gli consiglino il da fare.”

 

         “Ma se è stato proprio lui, Gheddafi, a tenere banco alla Sapienza, cosa vuoi che gli suggeriscano quei sapientoni!”

 

         “Forse, se si fosse rivolto in tempo a Ratzingher qualche suggerimento accettabile glielo avrebbe dato. Per esempio avrebbe potuto dirgli di consegnarsi subito prima che succedesse tutto quel macello. Ma pare che con Ratzingher non andasse tanto d’accordo perché non aveva ricevuto il permesso di piantare la tenda in piazza San Pietro, con tanto di cammelli e di amazzoni al seguito.”

 

         “In piazza San Pietro non si piantano tende, non si ospitano né cammelli, né cavalli, amazzoni comprese. Si prega. C’è ancora qualcuno, in alto, con la spada sguainata che tiene a bada ogni attentatore del Vicario di Cristo. Non si tratta del Vicario del governatore spagnolo, di cui sopra, ma di Cristo. Da oltre duemila anni la Chiesa fondata da Cristo su Pietro è ancora al suo posto. E ci resterà, stai tranquillo. Tutto può venir meno; ma non la parola di Cristo. Non praevalebunt, ricordalo”.

 

         Meravigliato del fatto che San Nicola si era messo a parlare latino pensai che fosse un segnale come per dirmi: “ E adesso vai a mangiare. E’ mezzogiorno!” Mi augurò buon appetito e gli risposi che avrei preferito l’augurio di “Buon pranzo”, perché l’appetito non mancava.

 

 

 

Cordiani Carmelo: « E’ UN DIRITTO UCCIDERE, SAN NICOLA? In cielo si ragiona in maniera diversa da come la si pensa su questa terra. In cielo la giustizia è Dio che usa anche il criterio della misericordia. Sulla terra è uno scandalo, in cielo una normalità», Galatro (RC),  31 Agosto   2011

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