Bloc-notes

QUANTI DEBITI, SAN NICOLA

Si cerca sempre un’attenuante ai propri comportamenti, ma non si è per niente tolleranti verso il prossimo. Quello che é lecito per sé, è proibito per gli altri. I propri difetti sono tenuti ben nascosti, quelli degli altri rimproverati. Quanti debiti si accumulano nella propria vita!

 

 

di Carmelo Cordiani

 

          Qualche giorno fa mi è capitato di leggere che l’Italia ha un debito di 1920 miliardi di euro corrispondenti, grosso modo, a trentamila euro pro capite, bambini compresi. “Mamma mia”, mi sono detto. E mi è venuta in mente quella parte del Padre Nostro in cui si chiede al buon Dio:” Rimetti a noi i nostri debiti…”. Beh! Se di soldi si trattasse, sarebbe il caso che senatori, deputati, presidente della Repubblica e quant’altro facessero una bella novena al Padre Eterno, invece di scervellarsi con manovre, manovrine, decreti e rompicapo per non fare brutta figura. A parte il fatto che, ai signori di cui sopra, pieni di soldi, non interessa per niente la brutta figura. Questa la fanno quelli che non riescono ad arrivare a fine mese e sono costretti a contrarre altri debiti per vivere o, addirittura, sopravvivere. E quindi si può tranquillamente affermare che l’Italia è una Repubblica fondata sui debiti.

 

         Era il caso di parlarne con San Nicola, patrono di Galatro, anche se, trattandosi di un problema nazionale, avrebbe potuto consigliarmi San Francesco o Santa Caterina da Siena che una volta, se ricordo bene, erano patroni d’Italia. Erano! Perché, oggi, non ci sono più patroni, ma padroni. E non sono santi! Ho lasciato passare qualche giorno, prima di fare una capatina in chiesa, sia per il gran caldo che per le serate in piazza, proprio davanti alla chiesa: tarantelle, commedie, fritture d’ogni tipo…robe che hanno divertito la gente e, in qualche modo, disturbato i santi. Ma ieri sera, sul tardi pomeriggio, inosservato, mi infilai in chiesa e andai dritto all’altare del Santo. Ovviamente feci la genuflessione davanti al tabernacolo, abbozzando un rapido segno di croce e ricevendo un bel rimprovero da San Nicola: “Il segno di croce si fa come si deve pronunciando bene il nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo…Non come te, in fretta, magari saltando il Figlio o lo Spirito Santo”.

 

         “Scusami, San Nicola! E’ tardi e avevo fretta di scambiare due parole con Te a proposito…”

 

         “Dei debiti, scommetto”.

 

         “Ma come fai a leggermi il pensiero prima ancora che apra bocca?”

 

         “Si vede che sei proprio rimbambito. Sei entrato in chiesa parlando da solo, tanto che io ho pensato che eri venuto in compagnia di qualcuno. Non facevi altro che ripetere: “I nostri debiti, i nostri debiti…Un’idea fissa che ti ha distratto anche quando sei passato davanti al Tabernacolo. E sarebbe il caso di chiedere scusa al buon Dio”.

 

         “Lo farò, stai tranquillo. Ma, dimmi un poco: Come faremo con tutti questi debiti?”

 

         “Pagate. Tutto qui. Vedrai che i vostri politici, pieni di soldi (e te lo dico io!) troveranno il sistema di frugare nelle vostre tasche fino a spillarvi l’ultimo centesimo.”

 

         “E, poi, addio feste!”

 

         “Senti, non uscire dal seminato. Ricordati che i debiti di cui al Padre nostro, non sono quattrini, ma ben altro”.

 

         “Lo so. Si tratta dei nostri peccati: maldicenze, odi, violenze, ingiustizie, bestemmie… Chiediamo al Buon Dio di perdonarci mentre non riusciamo a tollerare il minimo sbaglio del nostro prossimo o, addirittura, fratello!”

 

         “Proprio così. Gesù ne parla in Matteo, quando paragona il regno dei cieli ad un re che vuole regolare i conti con i suoi servi. Uno in particolare gli doveva diecimila talenti, una somma enorme che non avrebbe potuto mai pagare. Per questo il re ordinò che fosse venduto lui, la moglie, i figli e quanto possedeva. Ma il servo si getta ai piedi del padrone e lo supplica di avere pazienza, di perdonarlo, perché avrebbe restituito tutto. Il re, mosso a compassione, addirittura gli condona l debito. Poi lo stesso servo incontrò un suo amico che gli doveva cento denari. Lo afferra per il collo imponendogli di saldare il debito. Non ha avuto alcuna pietà, anzi lo fa andare in prigione. Il re, saputo il comportamento del servo al quale aveva condonato i diecimila talenti, lo fa chiamare e gli dice: “Servo malvagio! Ti ho condonato tutto quel debito perché mi hai supplicato; non dovevi anche tu avere pietà del tuo compagno come io ho avuto pietà di te?” (Mt. 18,22 e sgg)

 

         “Ecco perché si chiede la Buon Dio di rimetterci i debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori…”

 

         “Mi sembra anche giusto. Voi cercate sempre un’attenuante ai vostri comportamenti, ma non siete per niente tolleranti verso il vostro prossimo. Per voi è lecito tutto quello che per gli altri è proibito. Potete permettervi di alzare la voce e pretendete che gli altri, con voi, usino toni moderati. Rimproverate al prossimo i difetti che vi portate dietro tenendoli ben nascosti. Pretendete di essere capiti e compatiti senza la minima tolleranza per gli errori altrui. Quanti debiti accumulate nella vostra vita! Vi rivolgete al Padre perché ve li condoni e siete spietati verso chi vi ha solo sfiorato con uno sgarbo.”

         “Hai ragione! Purtroppo questa è la nostra natura. Siamo nati imperfetti e moriremo tali. Ci affidiamo alla misericordia di Dio chiedendogli con più forza non tanto di rimetterci i debiti quanto di aiutarci a rimetterli ai nostri debitori”.

 

         Mi accorsi che San Nicola ha abbozzato un sorriso di compiacenza. Mi alzai, ripetei la giaculatoria e, passando davanti al Tabernacolo, chiesi scusa al Signore per la fretta con cui mi ero fatto il segno di croce entrando. Feci una profonda genuflessione e mi avviai verso l’uscita.

 

         “Così va bene”, aggiunse San Nicola che mi seguiva. “Quando sei entrato , nel segno di croce avevi dimenticato proprio il nome del Figlio. Di Gesù, per intenderci”.

 

 

 

Cordiani Carmelo: «QUANTI DEBITI, SAN NICOLA. Si cerca sempre un’attenuante ai propri comportamenti, ma non si è per niente tolleranti verso il prossimo. Quello che é lecito per sé, è proibito per gli altri. I propri difetti sono tenuti ben nascosti, quelli degli altri rimproverati. Quanti debiti si accumulano nella propria vita!», Galatro (RC),  Domenica  28 Agosto   2011

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