Bloc-notes

HUMANITAS

 

Un ospedale dove nulla è fine a se stesso, né dal punto di vista estetico né da quello funzionale: La persona, l’uomo nella sua realtà che può diventare fragilità, sofferenza, disperazione. Quando, in nome di una generica mala sanità, si sbattono in prima pagina professionisti che del loro mestiere fanno un motivo di vita, ci si dimentica che i miracoli non appartengono agli umani. Il limite fa parte della natura dell’uomo e tocca anche le eccellenze

 

 

di Carmelo Cordiani

 

         San Raffaele, Sant’Eugenio, San Martino, Sant’Anna, Santa Rita, San Giuseppe, Santa Margherita…Tranquilli! Non si tratta delle litanie dei santi; sono soltanto alcuni dei tanti nomi di ospedali italiani. D’altra parte è anche prudente intitolare un luogo di cura ad un santo: non si sa mai, un santo protettore può servire!

 

         Ma ho conosciuto un ospedale del tutto particolare: HUMANITAS. Un latino facilissimo che traducono anche alcuni  liceali dei nostri tempi, quelli, per intenderci, che tra ginnasio e liceo hanno avuto a che fare con un pochino di Fedro, un tantino del De Bello Gallico, un pezzettino di Cicerone…Tacito, Livio, Quintiliano…non ne parliamo. Di Orazio conoscono solo quella orribile traduzione di “Carpe Diem”: Cogli l’attimo! E hanno imparato bene a coglierlo. Infatti stuprano con facilità perché ci vuole poco. E, poi, basta togliere la muta iniziale e la esse finale per spostarsi dal Campanini -Carboni allo Zingarelli. Che mi dà il significato. UMANITA’ uguale “ natura umana, complesso di elementi spirituali, quali la benevolenza, la comprensione, la generosità verso gli altri che sono o si ritengono propri dell’uomo in quanto essere sociale e civile”

 

         L’Istituto Clinico HUMANITAS, fondato verso la metà degli anni ottanta, sorge a Rozzano (MI), in un complesso che si rappresenta una vera oasi di pace e di salute. Moderno, ultramoderno in ogni senso: nella struttura, nella disposizione degli spazi, nell’approccio alla persona considerata il punto di riferimento del tutto. Nulla è fine a se stesso, né dal punto di vista estetico né da quello funzionale: La persona, l’uomo nella sua realtà che può diventare fragilità, sofferenza, disperazione. Tutti gli operatori, dal personale medico a quello paramedico, agli inservienti hanno acquisito la cultura UMANA. L’alta professionalità, l’eccellenza delle prestazioni, la capacità di entrare in empatia con l’UMANITA’ sofferente distingue questo Istituto Clinico da ogni altro. Nell’ HUMANITAS c’è qualcosa in più che va oltre.

 

         Ho avuto modo di sperimentare quanto sto sottolineando. Ho conosciuto personalmente eccellenti professionisti, quali il Prof. Alloisio, responsabile di chirurgia toracica, Il Dr. Infante, capo sezione di ricerca clinica in oncologia toracica, Il Dr. Bottoni, la Dott.ssa Finocchiaro, aiuto oncologia medica, la Dott.ssa Zito, assistente anestesia e terapia intensiva generale, la Dott.ssa Marta Scorsetti, responsabile di radioterapia e radiochirurgia… persone umane a tutto campo con le quali non ti senti “paziente” ma amico. Anzi, scherzando, dicevo che i veri pazienti sono i medici, nel senso che di pazienza ne hanno da regalare.

 

         Umani nell’umano. Questo perché le mie personali riflessioni assumano un valore reale. Quando, in nome di una generica mala sanità, si sbattono in prima pagina professionisti che del loro mestiere fanno un motivo di vita, ci si dimentica che i miracoli non appartengono agli umani. Il limite fa parte della natura dell’uomo e tocca anche le eccellenze. Per questo HUMANITAS è anche ISTITUTO DI RICERCA, luogo di apprendimento, di approfondimento, di sperimentazione, di confronto. Tutti sono impegnati ad offrire il meglio della propria professionalità e, dove il limite diventa insuperabile, rimane sempre quel calore umano che dà speranza.

 

         Concludendo vorrei ripetere quanto, nel rinascimento, affermò Coluccio Salutati: Umanità comprende in sé più di quanto comunemente si crede.

 

 

 

Cordiani Carmelo: «HUMANITAS. Un ospedale dove nulla è fine a se stesso, né dal punto di vista estetico né da quello funzionale: La persona, l’uomo nella sua realtà che può diventare fragilità, sofferenza, disperazione. Quando, in nome di una generica mala sanità, si sbattono in prima pagina professionisti che del loro mestiere fanno un motivo di vita, ci si dimentica che i miracoli non appartengono agli umani. Il limite fa parte della natura dell’uomo e tocca anche le eccellenze», Galatro (RC),  Giovedì  7 Luglio 2011

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