Bloc-notes

SENTI UN PO’. SAN NICOLA!

Pubblico impiego: le nostre leggi hanno maglie molto larghe e spesso vengono utilizzate a proprio uso e consumo. Ad esempio “gestanti a rischio” che ti passano sotto la finestra alla guida di un fuoristrada, scioperi organizzati perché un datore di lavoro manda a casa qualche lavativo, cartellini timbrati dall’amico perché lo faccia figurare presente sul posto di lavoro mentre, in realtà, è altrove, etc

 

 

di Carmelo Cordiani

 

         Ritornando a casa, dopo il breve colloquio dell’altra domenica, ripensai alle parole che San Nicola mi aveva citato e che, lì per lì, mi avevano fatto sorridere. Ma mi è venuto un dubbio: “Vuoi vedere che con quel “Stulti et imbecilles” mi ha fatto un “bello” scherzo? Mi sono ricordato che questa frase si citava in occasione della nomina a canonici dei preti anziani. Insomma, quando un prete era vecchio e rimbambito lo si nominava “canonico”. Infatti c’è un detto di un nostro poeta che recita: “Non sapendo cosa far del pover’uomo, lo fecero canonico del Duomo”. E ci sta bene anche il “Dormiunt”. Infatti mi è capitato di vedere alcuni canonici negli scranni dell’abside tutti regolarmente seduti e con la testa penzoloni. Mah!” E pensai di chiedere a chi si riferisse con quella frase.

 

         Puntuale, nella domenica successiva, mi fermai al suo Altare e, dopo averLo riverito, cominciai da lontano per arrivare al punto. Ma mi anticipò:

 

         “Scommetto che vuoi chiedermi il significato di quelle quattro parole latine che ti ho recitato la volta scorsa!”

 

         “Beh! Al significato ci arrivo. Ma a chi ti riferivi?”

 

         “A tutti, naturalmente”.

 

         “Quindi, anche a me”.

 

         “Certo! E perché dovrei escluderti? Non ti senti anche tu un po’ stolto, debole ( ti ricordo che Imbecillis vuol dire anche debole, fiacco… controlla sul Campanini e Carboni!) e non ti sembra di dormire troppo? Quante cose potresti realizzare se fossi più saggio, più forte e se dormissi un po’ meno?”

 

         “Hai ragione. Scusami. E’ proprio vero che ci siamo impantanati per aver perso l’uso della ragione, sostituito con la scaltrezza, gli imbrogli, la corruzione e quant’altro. E dormiamo. Infatti non ci decidiamo mai a fare le cose che contano. Stai seguendo la “politica?”

 

         “Lasciala perdere!”

 

         “Ma, solo un pochino, tanto per dire. Escort, gay (Cosa c’è? Sfoglia qualche vocabolario anche Tu!), ville svendute, Santa Lucia, accuse, smentite, bagarre, scissioni, eccetera, eccetera, sono gli strumenti preferiti al posto della ragione. Non è che si sia persa, la ragione. Si usa per f……. a vicenda”.

 

         “Non ricominciamo con le parolacce. Me ne hai già dette troppe. Piuttosto, che fine ha fatto quel Ministro piccolino che ce l’aveva proprio con la tua categoria?”

 

         “Lo vedi? Anche tu sei curioso di mettere il naso nella politica”.

 

         “Ma quanto ha detto non è politica. Sono fatti”.

 

         “Scommetto che ti riferisci al pubblico impiego! Ti dirò. Prima di tutto quel Ministro è piccolino di statura. Non è colpa sua. Ma ha un testone quadrato. E ha anche ragione. Vedi, le nostre leggi hanno maglie molto larghe. D’altra parte, se fossero più strette e precise, si accuserebbero i legislatori di essere dittatori. In Italia funzione così. Prendi, per esempio, quella legge che garantisce la lavoratrice madre! Un vero capolavoro perché difende la vita. Vedere una donna che sta costruendo dentro di sé una nuova creatura è solo meraviglioso. Bisognerebbe inginocchiarsi. Purtroppo, spesso, viene utilizzata a proprio uso e consumo. Non sempre ci sono le condizioni previste dalla legge per usufruire del diritto-dovere di starsene a casa. Un bel certificato di rischio e via per dodici e passa mesi. Poi, magari, le “gestanti a rischio” ti passano sotto la finestra alla guida di un fuoristrada. Aggiungi le certificazioni di malattie. E’ sacrosanto che un malato si curi, perché la salute viene prima di tutto. Ma, per esempio, se ti piangono perché si sentono male, si attrezzano di un certificato e se ne vanno a Madonna di Campiglio per la settimana bianca, ti sembra giusto?  Ogni scusa è buona per non lavorare. Poi, magari, si organizzano scioperi perché un datore di lavoro manda a casa qualche lavativo. Non parliamo di quelli che timbrano il cartellino e se vanno per i fatti propri, oppure si rivolgono all’amico perché lo faccia figurare presente sul posto di lavoro mentre, in realtà, è altrove. Quindi, quel Ministro piccolino, bene ha fatto a stringere le maglie della legge. Qualcosa ha ottenuto. Ma poco. E quel poco solo nella mia categoria. Contento?”

 

         “Beh! Non tanto. Il mondo gira così. Ci sono persone responsabili (molte, in verità, te lo assicuro!) e altri cialtroni che vivono ( e bene!) alle spalle dei lavoratori. Parassiti, ecco! Ma cosa vuoi farci? Deportarli? Non ne parliamo proprio. Ti posso assicurare che col tempo anche loro rientreranno nel giusto percorso e si accorgeranno che il pane consumato con il proprio lavoro è più saporito”.

 

         “Che belle parole! Ricordo un mottetto francese che diceva: L’immensa folla degli uomini, curvi sotto il loro lavoro, dalla carriola ai mulini, alle miniere… Signore, quanto è buono questo pane! Senti, a proposito delle miniere, fai un bel regalo a quei poveretti che si trovano a settecento metri sotto terra. Tu che hai ricomposto e ridato vita a pezzi di carne in salamoia, tirali fuori, possibilmente prima del sei dicembre”.

 

         “Vedrò di dare una mano a quelli che stanno preparando il tunnel. Devo chiederlo a Lui, perché non sono stato io a riportare in vita quelle povere ragazze, ma Lui, ricordalo”.

 

         Mi è sembrata un promessa molto più interessante dell’intera chiacchierata. Feci un inchino più profondo del solito e mi allontanai.

   

 

 

Cordiani Carmelo: «SENTI UN PO’. SAN NICOLA! Pubblico impiego: le nostre leggi hanno maglie molto larghe e spesso vengono utilizzate a proprio uso e consumo. Ad esempio “gestanti a rischio” che ti passano sotto la finestra alla guida di un fuoristrada, scioperi organizzati perché un datore di lavoro manda a casa qualche lavativo, cartellini timbrati dall’amico perché lo faccia figurare presente sul posto di lavoro mentre, in realtà, è altrove, etc », Galatro (RC),  3  Ottobre  2010

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