Bloc-notes

Cosa c’è, San Nicola?

Devo dirti che le cose non vanno bene. E sai perché? Perché i ragazzi di oggi preferiscono altro. Vanno a scuola per stare mezza giornata fuori casa, per esperienze d’ogni tipo, ma non per apprendere e prepararsi alla vita. Anzi, della vita non gliene importa niente. Sono i figli del “Carpe Diem” . Cerca di intervenire anche Tu. Invece di andare in giro a benedire il granturco lesso, fai qualcosa di più utile

 

 

di Carmelo Cordiani

 

            Terminata la Santa Messa Domenicale cercai di svicolare dal lato destro, verso l’uscita laterale. Purtroppo era aperta solo a metà, per cui dovetti aspettare il mio turno prima di uscire. Mi sono appena girato per rispondere al saluto di un fedele e sbirciai l’altare del Santo Patrono. Mi accorsi che San Nicola aveva gli occhi puntati su di me. Per evitare di doverGli raccontare chissà cosa la Domenica successiva, preferii avvicinarmi.

 

            “Scusami, San Nicola! Ho proprio fretta stamani”.

 

            “E cosa devi fare di tanto urgente da andartene senza porgermi nemmeno un salutino?”

 

            Non sapevo cosa inventarmi. Ebbi un attimo di esitazione per cui San Nicola riprese:

 

            “Lo vedi? Non sai trovare una frottola da raccontarmi. Quindi volevi proprio uscire alla chetichella. Invece io voglio scambiare due parole, se permetti”.

 

            “ Permettere? Ma Tu puoi parlarmi quanto vuoi. Lo sai che ti ascolto con molta attenzione”.

 

            “Bene. Cosa sta succedendo nella scuola?”

 

            “A cosa ti riferisci?”

 

            “Alla scuola, all’istruzione, al Ministero, a quello che ti pare purché attinente alla scuola.”

 

            “Sai, è da sei anni che mi sono pensionato. Capisci? Pensionato! E, pensionato, oggi, è sinonimo di rimbambito”.

 

            “Per questo non c’era bisogno che ti pensionassi! Però so che con quell’aggeggio che vi fornisce tutte le notizie vai a ficcare sempre il naso nelle faccende della scuola”.

 

            “Ti riferisci al PC”

 

            “Lascia perdere PC, PD, PDL, UDC, IDV… e rispondi alla mia domanda”.

 

            “Devo dirti che le cose non vanno bene. E sai perché? Perché i ragazzi di oggi preferiscono altro. Vanno a scuola per stare mezza giornata fuori casa, per esperienze d’ogni tipo, ma non per apprendere e prepararsi alla vita. Anzi, della vita non gliene importa niente. Sono i figli del “Carpe Diem”. Vedi quanti giochi estremi? Li rischiano tutti. Vedi quante vittime del sabato sera, anzi della mattina di domenica? Avete un bel da fare in Paradiso. Cosa dice il Padre Eterno quando si vede arrivare giovani vite?”

 

            “E cosa vuoi che dica? Dovrebbe prenderli a schiaffi, perché nessuno li aspettava a quell’età. Ma torniamo alla scuola”.

 

            “Vedi, la scuola è un sistema in cui si muovono tante persone: alunni, docenti, genitori, enti locali, dirigenti, direttori regionali, ministri, personale ATA…”

 

            “Non ricominciamo con le sigle”.

 

            “Stai tranquillo; non vuol dire azienda tranviaria autonoma! Si riferisce a tutto il personale di supporto alla scuola. Ora, in un sistema, se una parte non va, tutto sballa. Per esempio (questo tienilo per Te, mi raccomando!) buona parte del personale non è all’altezza del suo compito. Troppe scamorze. Ne vuoi una? Parlando degli animali che vanno in letargo una insegnante ci ha messo anche le trote. L’inciucio è iniziato nei primi anni sessanta, quando hanno creato quell’ibrido di scuola media in cui, oltre ad abolire discipline serie, come il latino ( fuori Cicerone, Quintiliano, Seneca e compagnia) sono entrati “professori” con centocinquanta ore di formazione, senza aver fatto la gavetta, la maggior parte senza concorsi, così, a pedate nel di dietro. Poi, verso la fine degli anni sessanta ci fu quel movimento studentesco che passò come “contestazione” in cui la maggior parte degli studenti non sapeva cosa stava contestando e cosa voleva. L’unica certezza era che non volevano studiare. Troppo faticoso sgobbare sui libri. Meglio l’aria dei giardini pubblici e il diciotto politico. Un Ministro, molto sprovveduto, per me, cercando di accontentare la massa, abolì gli sbarramenti ai licei e spalancò le porte a quella serie di riformette che hanno peggiorato la situazione, tanto che agli inizi degli anni settanta un altro Ministro che la sapeva lunga, scrisse un libro dal titolo; “QUESTA SCUOLA IMPOSSIBILE”. Per farla breve, a renderla almeno accettabile ci sta provando l’attuale titolare del dicastero, tra fischi, scioperi, blocchi di autostrade, di imbarchi ed altro. Ci riuscirà? Mah! Però devo dirti che non si deve fare d’ogni erba un fascio. Per fortuna ci sono bravi insegnanti, alunni volenterosi di apprendere, genitori responsabili, enti locali disponibili, dirigenti con gli occhi aperti”.

 

            “A quanto pare, la scuola vive la stessa crisi della vostra società”.

 

            “Certo! Docenti, alunni, dirigenti, ministri…fanno parte della società Italia che non naviga in acque calme. Tempesta un po’ dovunque: nella politica (Mamma mia! E’ meglio non parlarne. Ogni giorno se ne sente una nuova!), nel mondo del lavoro, nei trasporti, nella sanità (Ci mancavano le scazzottate in sala parto!); ciliegina sulla torta aggiungi le schioppettate al peschereccio da parte di una motovedetta libica. Libica per modo di dire, perché a Gheddafi gliela aveva dato proprio l’Italia. Siamo combinati un po’ maluccio. Cerca di intervenire anche Tu. Tra non molto sarà celebrato il Tuo giorno. Invece di andare in giro a benedire il granturco lesso, fai qualcosa di più utile”.

 

            Il riferimento al granturco non è piaciuto per niente al Santo Patrono, tanto che aggrottò le ciglia come per dirmi: “Ancora con questa barzelletta”. Ho ritenuto più prudente abbassare la testa come per un saluto e, senza alzare gli occhi, mi sono allontanato piano, piano. Credo che non se ne sia accorto perché non ho fatto il minimo rumore. Vedremo cosa mi dirà la prossima volta.

 

 

 

Cordiani Carmelo: «Cosa c’è, San Nicola? Devo dirti che le cose non vanno bene. E sai perché? Perché i ragazzi di oggi preferiscono altro. Vanno a scuola per stare mezza giornata fuori casa, per esperienze d’ogni tipo, ma non per apprendere e prepararsi alla vita. Anzi, della vita non gliene importa niente. Sono i figli del “Carpe Diem” . Cerca di intervenire anche Tu. Invece di andare in giro a benedire il granturco lesso, fai qualcosa di più utile», Galatro (RC),  19 Settembre  2010

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