Bloc-notes

CECCO MEZZOBAFFO

 

A dirigere la banda del paese, finalmente, dopo tanto, arrivò Cecco Mezzobaffo: un metro e cinquantotto, scarpe e capelli compresi, ché ci voleva una pedana di novanta centimetri per vederlo

 

 

di Carmelo Cordiani

 

         A dirigere la banda del paese, finalmente, dopo tanto, arrivò Cecco Mezzobaffo: un metro e cinquantotto, scarpe e capelli compresi, ché ci voleva una pedana di novanta centimetri per vederlo. Quando, poi, capitava vicino alla grancassa, bisognava guardare di fronte, altrimenti lo strumento sul pancione del legittimo ed orgoglioso proprietario lo copriva da vedere solo due scarpe senza il resto.

 

         Il collaudo avvenne alla festa del Santo Patrono: San Nicola, ovviamente.

 

         Aspettava quel giorno da sempre. Di buonora lo si vide in giro per le strade, quasi in ricognizione dei luoghi dove la sua banda sarebbe passata, con le divise nuove fregiate d’argento, come quelle della ghestapo. E lui, in testa, quasi, quasi, con quel mezzo baffo, un po’ di Hitler ce l’aveva.

 

         Alle otto i ventisei più uno, al secondo colpo di grancassa, partirono. Radetski, naturalmente.

 

         Ma i clarini si incepparono alla seconda battuta, mentre i bassi continuavano, per conto loro, a fare Pu…Pu…Pu, per scandire meglio il tempo, e i piatti picchiavano per confondere il tutto.

  

         Cecco si girò di scatto. Aveva subito capito che qualcosa non andava. Alzò in aria il braccio brandendolo in ogni direzione, mentre i clarini alzavano ed abbassavano la testa, con lo strumento in bocca, per afferrare il tempo giusto ed entrare.

 

         Niente da fare. Quelle maledette biscrome non uscivano nell’ordine in cui erano state scritte, mentre i bassi, imperterriti, erano già arrivati a metà marcia.

 

         Cecco, allora, perse la pazienza. Afferrò la mazza dalle mani del grancassista che, giustamente, non voleva mollarla e picchiò sodo quattro colpi secchi per mettere fine a quella baraonda.

 

         Solo allora i bassi capirono e il suonatore di tromba che, in attesa della sua entrata, stava pensando ai fatti suoi, si girò di scatto come per dire: “Cosa c’è?”. Ma non fece in tempo, perché Cecco tuonò:” Daccapo”.

 

         “Uno, due tre…”

 

         Tutti muti

 

         Riconta: “Uno, due, tre…”

 

         Niente da fare.

 

         Fu a questo punto che, dalla gente arrivò una pernacchia così forte che i suonatori partirono davvero: Cecco a casa sua; gli altri, ognuno dove ha potuto.

 

 

 

Cordiani Carmelo - Bloc-notes: «CECCO MEZZOBAFFO. A dirigere la banda del paese, finalmente, dopo tanto, arrivò Cecco Mezzobaffo: un metro e cinquantotto, scarpe e capelli compresi, ché ci voleva una pedana di novanta centimetri per vederlo», Galatro (RC),  14 Luglio 2010

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