Bloc-notes

NON SUM DIGNUS …

 

Io non sono degno … quel povero che se ne andava con la sua bisaccia in cerca di cibo, nella bisaccia un solo chicco di riso. Così le nostre mani sono vuote e Gesù non pretende molto, vuole solo quel poco che abbiamo ma offerto col cuore

 

 

di Carmelo Cordiani

         Sedici maggio 2010. Nella chiesa di Seveso Alto, provincia di Milano, quarantadue tra bambine e bambini, entrano in doppia fila tra un corridoio di parenti, amici e fedeli. Dietro il giovane sacerdote accompagnato da tre chierichetti. Inizia la santa messa con un canto eseguito dal coro parrocchiale. Silenzio e raccoglimento. I ragazzi di prima comunione si dispongono sui posti assegnati, davanti ai propri genitori. Una breve, ma adeguata,  riflessione dopo il Vangelo. Il coro intona “Dolce è sentire”, intercalato dal replay, con i flauti ,dei quarantadue ragazzi. Una melodia dolce come un soffio dello Spirito che penetrava nel cuore e ti riportava indietro nel tempo. Ripercorrevi la tua vita, rivivevi la tua prima comunione, forse diversa, forse senza la tunica bianca, senza  regali, senza pranzo al ristorante. Ma con il cuore pieno di gioia per quel primo incontro con una Persona che non conoscevi, di cui ti aveva parlato il catechista e di cui avresti avuto tanto bisogno nel tempo. Poi, cresciuto, forse avevi dimenticato quel giorno, non sentivi l’emozione della tua prima festa, altri pensieri occupavano la tua mente. La vita, meravigliosa ma difficile, aveva coperto tutto, chiuso in fondo ad una cassapanca, insieme a tanta roba in disuso.

 

         Poi si è presentata l’occasione di assistere all’ingresso di quarantadue bambini, in doppia fila, vestiti di bianco in una chiesetta affollata di fedeli, di papà e mamme orgogliosi di affidare a Gesù le loro creature. Quella persona che per tanto tempo era rimasta in fondo alla cassapanca riaffiora, affabile, sorridente e ti porge una mano amica. Ti viene in mente di recitare insieme ai bambini “Signore, io non sono degno…” e di riaccostarti alla mensa per nutrirti del Pane che dà la vera vita.

 

         Durante la breve riflessione, il giovane prete raccontò di quel povero che se ne andava con la sua bisaccia in cerca di cibo. Nella bisaccia un solo chicco di riso. Incontra una persona ben messa e si affretta a tendergli la mano. Ma con sua sorpresa è la persona perbene che gli tende la mano. Il povero dà il suo unico chicco di riso. Ritornato a casa pensa alla sua bisaccia vuota, ma vi scopre un chicco d’oro. Gesù non pretende molto per darci tanto. Ma vuole quel poco che abbiamo, offerto col cuore. Come nella moltiplicazione dei pani. Poco pane, pochi pesci: la folla non disponeva di altro. A Gesù basta per sfamare tanta gente, per restituire in abbondanza. Spesso, alla fine della nostra giornata ci sentiamo inutili. Le nostre mani sono vuote. Poi ci viene in mente quella parola amica che abbiamo rivolto ad uno sconosciuto e ritorniamo sereni. E’ il chicco di riso che diventa d’oro, trasformato dalla generosità di Gesù che ci è rimasto accanto, come ai quarantadue bambini di Seveso Alto entrati in doppia fila nella chiesa parrocchiale per la loro prima Comunione.

 

 

 

Cordiani Carmelo - Bloc-notes: «NON SUM DIGNUS… Io non sono degno … quel povero che se ne andava con la sua bisaccia in cerca di cibo, nella bisaccia un solo chicco di riso. Così le nostre mani sono vuote e Gesù non pretende molto, vuole solo quel poco che abbiamo ma offerto col cuore», Galatro (RC),  28 Maggio 2010

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