Cordiani Carmelo: «San Nicola mio, aiutami», di Carmelo Cordiani, 3 luglio 2003. Sarà stato il caldo bestiale di giugno ( quello di luglio è in corso!), la cena un po’ pesante, con insalata di polipo, qualche bicchiere in più di bianco tirato fuori dal frigo… fatto sta che all’una precisa ero ancora in giro per casa, in cerca d’acqua fresca, un goccio di caffè freddo e l’immancabile sigaretta. Di dormire non se ne parlava. Poi, non so l’ora, è arrivato il sonno. Agitato e confuso, per giunta. Tanti alberi strani che si inchinavano mentre percorrevo un tratto di strada mai visto, a bordo di una macchina sgangherata, con i comandi invertiti, tanto che, in una curva, volendo frenare, pigiai l’acceleratore e mi trovai addosso ad un paracarro, proprio ai bordi di una scarpata.”E adesso?”, mi son detto. “San Nicola mio, aiutami Tu!” Non si è fatto attendere.
 

San Nicola mio, aiutami

 

di Carmelo Cordiani

Sarà stato il caldo bestiale di giugno ( quello di luglio è in corso!), la cena un po’ pesante, con insalata di polipo, qualche bicchiere in più di bianco tirato fuori dal frigo… fatto sta che all’una precisa ero ancora in giro per casa, in cerca d’acqua fresca, un goccio di caffè freddo e l’immancabile sigaretta. Di dormire non se ne parlava. Poi, non so l’ora, è arrivato il sonno. Agitato e confuso, per giunta. Tanti alberi strani che si inchinavano mentre percorrevo un tratto di strada mai visto, a bordo di una macchina sgangherata, con i comandi invertiti, tanto che, in una curva, volendo frenare, pigiai l’acceleratore e mi trovai addosso ad un paracarro, proprio ai bordi di una scarpata.”E adesso?”, mi son detto. “San Nicola mio, aiutami Tu!” Non si è fatto attendere.

 

“Come Ti sei conciato!” Gli ho detto.

 

“Come sei conciato tu” mi ha risposto. “Conciato tanto male che, se fossi ritardato un minuto, guarda un po’ cosa c’è oltre il paracarro!”

 

“Ti ringrazio. Sapessi che magone, e non solo a me, quando vedo la Tua nicchia vuota!”

 

“Ma è vuota veramente? O vi hanno collocato, anche provvisoriamente, qualche inquilino?”

 

“Stai tranquillo! E’ proprio vuota. E chi potrebbe occupare il tuo posto? Sei e resti il Patrono di Galatro”.

 

“Ma non mi dicevi che mi avevano promosso Patrono di Galatro Terme?”

 

“E’ vero. Me n’ero dimenticato. Lo sai che nessuno ci fa più caso? Galatresi siamo e tali resteremo. Galatermesi suona proprio male. Non Ti pare? Ma, dimmi un po’: Eri tanto bello, colorito, con uno sguardo vivo; ora sei tutto incerettato, sbiadito e, mi sembra, anche un po’ strabico. Cosa ti succede?”

 

“E’ solo la prima mano. Sotto i cerotti hanno sistemato delle compressine per le tarme. Anche l’occhio aveva un graffio e ci hanno sistemato un poco di sottofondo. Ma, vedrai, tra qualche settimana cambierò aspetto. Ma è proprio vero che vi manco?”

 

“Te lo assicuro. E sono passati solo pochi giorni da quando Ti hanno spedito per il restauro. Non credo che riusciremo ad abituarci col passare del tempo. Un amico è sempre un amico. La sua mancanza si sente.”

 

“Dimentichi che i Santi non hanno corpo. Lo riprenderemo, come tutti, al giudizio universale. Quindi, assente fisicamente, sono con voi sempre in anima e spirito. Non mi potete vedere, ma ci sono.”

 

“Magari, potessimo vederTi!”

 

“Cosa cambierebbe?”

 

“Beh, prima di tutto rafforzeremmo la fede.”

 

“Anche tu, come San Tommaso, hai bisogno di vedere e toccare per credere?”

 

“Si, va bene… Ma, ogni tanto, per tirarci su, qualche assaggio di soprannaturale non guasterebbe. E, poi, in certe circostanze, credere diventa difficile. Sapessi quanti dubbi nascono strada facendo!”

 

“E pensi che i dubbi sono solo tuoi? Fede è sustanza di cose create e sussistenza delle non parventi…”

 

“Vedo che conosci bene Dante.”

 

“L’ha detto prima San Paolo. Dante l’ha girato in poesia. Era proprio bravo. Sussistenza delle non parventi significa che c’è anche quello che non vediamo. E, poi, che merito ci sarebbe nel credere in ciò che si vede? Tu, per esempio, non mi vedi e mi parli. Quindi ci credi.”

 

“Si. Ma io mi riferivo ai problemi che mettono tutto in crisi. Per esempio…”

 

“So già cosa vuoi dirmi, Anche quello che vi provoca grande dolore, vi sconvolge, vi fa cambiare la vita, ha un motivo che appartiene alle cose non parventi. Rientra nella fede, voglio dire. E non ci mettete, per carità, Dio di mezzo.”

 

“E chi, allora? E’ Lui che dispone”.

 

“Lasciandovi pienamente liberi. Questo, almeno, lo accetti.”

 

“Ma Lui conosce anche l’uso della mia libertà. E potrebbe intervenire con una sberla, quando decido di fare quello che non dovrei.”

 

Ma ti immagini Dio che ferma la mano dell’assassino, che incenerisce chi compie pulizie etniche che scaraventa nell’inferno, prima del tempo, chi uccide la madre il padre, un ragazzino innocente…”

 

“Sta solo a guardare?

 

“Purtroppo! E’ il rischio che ha corso creando l’uomo libero. Lo stesso rischio che corrono i genitori mettendo al mondo un figlio.”

 

“Ma, perché, certe volte, Dio sembra sordo alle nostre richieste? E anche i Santi, Te compreso.”

 

“Vedi, Dio è amore. E non scherzo. Dio ama veramente le sue creature. Ma non come amano gli uomini. L’amore umano ha sempre un pizzico di egoismo. Dio vuole solo il bene degli uomini. Solo che, certe volte, voi giudicate male quello che per Dio è bene. E’ difficile convincersi, lo so. Ma è così. E qui vi giocate la fede.”

 

Sapessi quante volte ho avuto la tentazione di mandare a quel paese Dio con tutti i suoi Santi!”

 

“Anche a me?”

 

“Anche a Te”

 

“Viva la sincerità. Ma, poi, ti sei convinto che, da quel paese, bisognava richiamare Dio con i suoi Santi. E’ normale che la fede non si accetta ad occhi chiusi, ma a cuore e mente aperti. Non è, voglio dire, un atteggiamento passivo, da credulone. Si tratta di un impegno serio. Anche quando non si riesce a capire il motivo. Ti posso assicurare, però, che il motivo Dio lo conosce. Ed è sempre per il bene”.

 

Mentre pronunciava queste parole, mi è parso che i suoi contorni andavano sfumando. Volevo aggiungerci qualcosa, ma mi lasciò senza un saluto. Solo allora mi accorsi di trovarmi in una strada tanto larga, senza paracarri e senza scarpate. E, per giunta, in una macchina con i comandi a posto.
 

 

 

Cordiani Carmelo: «San Nicola mio, aiutami», di Carmelo Cordiani, 3 luglio 2003

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