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	COMUNICATO DEI VESCOVI DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA 
	 
	Gli Arcivescovi e Vescovi della regione Emilia-Romagna desiderano 
	indirizzare ai fedeli delle loro comunità questa comunicazione, in vista 
	delle elezioni regionali del prossimo mese di marzo. 
	 
	Come Vescovi, la nostra prima inderogabile missione è di annunciare il 
	Vangelo  proponendo  ad ogni uomo la via della fede, come via della libertà, 
	come via della responsabilità e della salvezza. Ma il Vangelo che dobbiamo 
	annunciare contiene anche una precisa concezione dell’uomo e di tutta la sua 
	realtà, personale e sociale, che risponde in modo adeguato alle fondamentali 
	esigenze della sua persona. È questa concezione il nucleo portante della 
	Dottrina Sociale che la Chiesa ha sempre proclamato e testimoniato, e che 
	l’attuale pontefice Benedetto XVI ha mirabilmente sintetizzato 
	nell’espressione «valori non negoziabili». 
	 
	Essi costituiscono patrimonio di ogni persona, perché inscritti nella 
	coscienza morale di ciascuno. A questi valori anche ogni cristiano deve 
	riferirsi come criterio ineludibile per i suoi giudizi e le sue scelte 
	nell’ordine temporale e sociale. Eccoli sinteticamente: la dignità della 
	persona umana, costituita ad immagine e somiglianza di Dio, e perciò 
	irriducibile a qualsiasi condizione e condizionamento di carattere personale 
	e sociale; la sacralità della vita dal concepimento fino alla morte 
	naturale, inviolabile ed indisponibile a tutte le strutture ed a tutti i 
	poteri; i diritti e le libertà fondamentali della persona: la libertà 
	religiosa, la libertà della cultura e dell’educazione; la sacralità della 
	famiglia naturale, fondata sul matrimonio, sulla legittima unione cioè fra 
	un uomo e una donna, responsabilmente  aperta alla paternità e alla 
	maternità; la libertà di intrapresa culturale, sociale, e anche economica in 
	funzione del bene della persona e del bene comune; il diritto ad un lavoro 
	dignitoso e giustamente retribuito, come espressione sintetica della persona 
	umana; l’accoglienza ai migranti nel rispetto della dignità della loro 
	persona e delle esigenze del bene comune; lo sviluppo della giustizia e la 
	promozione della pace; il rispetto del creato. 
	 
	È questo complesso di beni che costituisce l’orizzonte immutabile di ogni 
	giudizio e di ogni impegno cristiano nella società. Persone, raggruppamenti 
	partitici e programmi devono pertanto essere valutati a partire dalla 
	verifica obiettiva del rispetto di quei beni.  Perciò la coscienza 
	cristiana rettamente formata non permette di favorire col proprio voto 
	l’attuazione di un programma politico o la promulgazione di leggi che non 
	siano coerenti coi valori sopraddetti, esprimendo questi le fondamentali 
	esigenze della dignità umana. 
	 
	Siamo consapevoli di avere proposto ai nostri fedeli non solo orientamenti 
	doverosi per l’oggi, ma anche un costante cammino educativo, mediante cui 
	l’assimilazione dei valori della Dottrina Sociale della Chiesa porta a 
	giudizi e a scelte responsabili e coerenti, sottratte ai ricatti dei poteri 
	ideologici e mass-mediatici o avvilite da interessi particolaristici. 
	Vorremmo che crescesse, anche in forza di un rinnovato e quotidiano impegno 
	educativo delle nostre Chiese, un laicato che proprio a causa della sua 
	appartenenza ecclesiale, fosse dedito al bene comune della società. 
	 
	La Chiesa non deve prendere «nelle sue mani la battaglia politica» [cfr. 
	Benedetto XVI, Deus caritas est, 28]. Pertanto clero ed organismi ecclesiali 
	devono rimanere completamente fuori dal dibattito e dall’impegno politico 
	pre-elettorale, mantenendosi assolutamente estranei a qualsiasi partito o 
	schieramento politico. Per i sacerdoti questa esigenza è fondata sulla 
	natura stessa del loro ministero (cfr. Congregazione per il Clero, 
	Direttorio per il ministero e la vita dei Presbiteri 33, cpv.1°: EV 14/798). 
	 
	Ma è un diritto dei fedeli essere illuminati dai propri pastori quando 
	devono prendere decisioni importanti. Se un fedele chiedesse al sacerdote 
	come orientarsi nella situazione attuale, il sacerdote tenga presente quanto 
	segue. Ogni elettore è chiamato ad elaborare un giudizio prudenziale che per 
	definizione non è mai dotato di certezza incontrovertibile. Ma un giudizio è 
	prudente quando è elaborato alla luce sia dei valori (cfr. § 2) umani 
	fondamentali che sono concretamente in questione sia delle circostanze 
	rilevanti in cui siamo chiamati ad agire. Ciò premesso in linea generale, 
	ogni elettore che voglia prendere una decisione prudente, deve discernere 
	nell’attuale situazione quali valori umani fondamentali sono in questione, e 
	giudicare quale parte politica – per i programmi che dichiara e per i 
	candidati che indica per attuarli – dia maggiore affidamento per la loro 
	difesa e promozione. L’aiuto che i sacerdoti devono dare quindi consiste 
	nell’illuminare il fedele perché individui quei valori umani fondamentali 
	che oggi in Regione meritano di essere preferibilmente e maggiormente difesi 
	e promossi, perché maggiormente misconosciuti o calpestati. Il Magistero 
	della Chiesa è riferimento obbligante in questo aiuto al discernimento del 
	fedele. Ma il sacerdote deve astenersi completamente dall’indicare quale 
	parte politica ritenga a suo giudizio che dia maggior sicurezza in ordine 
	alla difesa e promozione dei valori umani in questione. Questa indicazione 
	infatti sarebbe in realtà un’indicazione di voto. 
	 
	La nostra Regione, così come l’intera nostra nazione, sta attraversando un 
	momento difficile. Pensiamo in primo luogo e siamo vicini alle famiglie 
	colpite da gravi difficoltà economiche; e a chi ha perduto o rischia di 
	perdere il lavoro. 
	 
	La consultazione elettorale è una occasione nella quale ogni fedele è 
	invitato ad esercitare mediante il voto una parte attiva nella doverosa 
	edificazione della comunità civile. 
	 
	In questo modo «la carità diventa carità sociale e politica: la carità 
	sociale ci fa amare il bene comune e fa cercare effettivamente il bene di 
	tutte le persone, considerate non solo individualmente, ma anche nella 
	dimensione sociale che le unisce» [Compendio della Dottrina Sociale della 
	Chiesa n. 207]. 
	 
	Con la nostra Benedizione. 
	 
	22 Febbraio, Festa della Cattedra di San Pietro 
	 
	CAFFARRA S.Em. Card. CARLO, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEER 
	VERUCCHI S.E. Mons. GIUSEPPE, Arcivescovo di Ravenna-Cervia e 
	Vicepresidente della CEER 
	RABITTI S.E. Mons. PAOLO, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio 
	AMBROSIO S.E. Mons. GIANNI, Vescovo di Piacenza - Bobbio 
	CAPRIOLI S.E. Mons. ADRIANO, Vescovo di Reggio Emilia - Guastalla 
	GHIRELLI S.E. Mons. TOMMASO, Vescovo di Imola 
	GHIZZONI S.E. Mons. LORENZO, Vescovo ausiliare di Reggio Emilia - Guastalla 
	LAMBIASI S.E. Mons. FRANCESCO, Vescovo di Rimini 
	LANFRANCHI S.E. Mons. ANTONIO, Amministratore Apostolico di Cesena - Sarsina 
	LOSAVIO Mons. PAOLO, Amministratore Diocesano di Modena - Nonantola 
	MAZZA S.E. Mons. CARLO, Vescovo di Fidenza 
	NEGRI S.E. Mons. LUIGI, Vescovo di San Marino - Montefeltro 
	PIZZI S.E. Mons. LINO, Vescovo di Forlì - Bertinoro 
	SOLMI S.E. Mons. ENRICO, Vescovo di Parma 
	STAGNI S.E. Mons. CLAUDIO, Vescovo di Faenza - Modigliana 
	TINTI S.E. Mons. ELIO, Vescovo di Carpi 
	VECCHI S.E. Mons. ERNESTO, Vescovo ausiliare di Bologna, Segretario della 
	CEER   
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