CISS Torino

Sprechi, il falso mito delle giunte rosse:
Torino, Bologna, Napoli

 

 

Il ministro Renato Brunetta mette on-line sul sito della Pubblica Amministrazione tutte le consulenze esterne degli enti locali: sono elenchi relativi all’anno 2008 e riguardano 11.608 amministrazioni che hanno comunicato 285.466 incarichi, per un totale di compensi pari a 1,4 miliardi di euro. II Giornale ha «spiato» nei bilanci delle città rosse e ha scoperto che a Bologna l’ex sindaco Cofferati è riuscito ad affidare 4 incarichi al giorno. A Torino Chiamparino paga esperti per la lotta biologica integrata alle zanzare e spende 180mila euro per studiare la divisione del lavoro. E a Napoli Rosa Russo Iervolino getta al vento 25mila euro per un palazzo abbandonato da 10 anni. Sono solamente alcune delle curiosità che mettono fine al mito delle buone amministrazioni delle giunte di sinistra.

 

Torino:c’è pure l’esperto che deve «ripensare la cittadinanza»

di Felice Manti

Ci sono anche Stefano Fiore e Franco Lerda tra i consulenti del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. Non dovrebbero essere gli ex giocatori del Toro di cui il primo cittadino è sfegatato tifoso, visto il loro identikit: il primo è un esperto di comunicazione da 21.160 euro, l’altro insegna musica e ha portato a casa l’anno scorso 7mila euro. Sempre meglio che finire in serie B.
Ma da ciò che emerge dalle 62 pagine che riguardano il capoluogo piemontese, annegate nelle 3.660 pagine del corposo dossier trasparenza voluto dal ministro Brunetta e pubblicato sul sito del suo ministero (www.innovazionepa.gov.it), a retrocedere è l’immagine di «buon governo» di cui si vanta da sempre il partito dei sindaci nato nella stagione dell’Ulivo, di cui Chiamparino è, sondaggi di popolarità alla mano, la punta di diamante. Segnale di un declino morale e politico di un’intera classe di amministratori pubblici di sinistra, forse figlio anche della guerra in corso tra le fazioni del Partito democratico.
Leggere per credere. I corsi per l’insegnamento dell’italiano da decine di migliaia di euro fioccano come le lezioni di musica, neanche fossimo a X Factor. Gli incarichi di docenza sono più di 300 e, viste le consulenze sul sito internet del Comune, per i soldi spesi l’indirizzo www.comune.torino.it per efficienza dovrebbe far invidia a Google. Nel 2008, spalmati su più esperti, il Comune ha infatti speso più di 100mila euro per la «redazione web, ufficio informatica».
Dalla realtà virtuale alla finanza virtuale. Se è vero che l’invasione dei titoli tossici ha alleggerito le casse di tante amministrazioni dalla scommessa in Borsa facile, è però lecito pensare che 76.800 euro spesi per «l’analisi e la valutazione delle posizioni finanziarie», i 24mila euro al «risk manager» di Intesa SanPaolo o i 216mila euro affidati al Politecnico per «valorizzare e gestire il patrimonio immobiliare di Torino» siano un po’ troppi. Anche perché, mentre qualcuno «valorizza» i palazzi del Comune, c’è chi guadagna 137.700 euro in consulenze giuridiche per dismetterli.
Le stravaganze non finiscono qui. Ci sono 47.173,86 euro spesi nel 2007 per «La campagna di lotta biologica integrata alle zanzare», 20.565,56 euro per l’«Osservatorio del mondo giovanile in Brasile», ci sono altri 17.060,00 per l’attività di supporto che tale Maria Carmela Ricciardi ha voluto per «l’attività di supporto al Contratto di quartiere II di Via Ghedini». Più altri 25.850 euro per l’«attività di supporto all’attuazione degli interventi e delle azioni previste dal programma di candidatura (del contratto di quartiere, ndr) attraverso la cura con altri settori, enti e realtà locali» nel 2008, a dire la verità un po’ meno di quanto ha guadagnato la superconsulente nel 2007: 27.600 euro.
Ma per capire certi incarichi ci vorrebbe un consulente: alzi la mano chi ha capito cosa ha fatto, per 182.499 euro, il dottor Giuseppe Busso: «Gestione di iniziative nell’ambito dei servizi realizzati dalla divisione lavoro». O il dottor Pierfranco Risoli, il cui «incarico di collaborazione relativa agli ambiti in cui è strutturata l’agenzia (quale non si dice, ndr) specificatamente alle interazioni tra gli aspetti economici e le specifiche tecniche delle aziende pubbliche». Un compito difficilissimo. Da 147mila euro. In crisi d’identità c’è finito pure lo stesso sindaco, che ha dato 28mila e rotti euro a Maura Ferrari per «gestire i rapporti con la stampa italiana e aumentarne conoscenza e percezione a livello nazionale». Chissà se ha lavorato fianco a fianco con tale Alessandro Vivanti, che ha curato «l’attività di redazione e revisione testi per la promozione della città di Torino» per altri 28.704 euro.
A far parlar bene di Torino nel mondo erano in due, a lavorare al progetto «Ripensare la cittadinanza» sono stati in 27. Costo dell’operazione circa 13mila euro, un terzo dei quali è finito a Sergio Durando, docente del Centro interculturale partecipazione che ha organizzato il ciclo seminariale «Ripensare la cittadinanza. Nativi e migranti... ieri e oggi» che ha intascato 4.511,52 euro, più dei certamente meno noti colleghi di corso Kossi Amekowo Yoa Komla Ebri, Adel Jabbar Alì e Viciane Debore Tchaptche T Njimi. Altri 30 consulenti esterni, tra i quali Karima Adda (3.554,65 euro), Brunilda Hysenaj (4.739,63 euro) e Marouane El Amrani (7.109,29 euro) hanno messo in piedi il Servizio civile volontario Per giovani immigrati dal titolo: «Se non ora, quando?». Urge consulente per chiarire quest’ultimo dubbio.
felice.manti@ilgiornale.it

  

Bologna: Cofferati senza limiti È riuscito ad affidare 4 incarichi al giorno

Dalla Redazione de Il Giornale

Bologna Sergio Cofferati ha chiuso in bellezza. Bologna, la città che fino a due mesi fa e per cinque anni il cinese del Pd ha amministrato prima di abbandonarla per Strasburgo, si regge su un bilancio di 500 milioni di euro. Ma nel 2008 è riuscita a spenderne più di 11 in consulenze. Relatori internazionali, progettisti, professori universitari, coadiutori fiscali, collaboratori di eventi culturali: professionisti indispensabili. Nomi illustri (su tutti quello dello psicologo Paolo Crepet) e gente sconosciuta: tutti impegnati per iniziative che spaziano dai grandi progetti infrastrutturali a una giornata studio sull’Albania, dai laboratori di C’era una volta il west alla costruzione della pagina internet dei Verdi, dai focus sul rapporto giovani-alcol al sostegno ai veterinari del canile. Non si tratta di soldi già tutti spesi, ma è solo questione di tempo. In ogni caso, sono il doppio di quanti ne sono serviti per lo stesso scopo alla Regione Emilia Romagna e dieci volte la somma sborsata dalla Provincia di Bologna. Anzi, insieme questi ultimi due enti nel periodo considerato hanno speso molto meno del Comune: 4 milioni abbondanti il primo, meno di 1 e mezzo il secondo. Invece, in 12 mesi gli incarichi a Palazzo D’Accursio con Cofferati sindaco sono stati 1.200: quattro al giorno. L’operazione-rivoluzione trasparenza promossa dal ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, culminata nel dossier pubblicato sul sito www.innovazionepa.gov.it, ha provocato un vespaio sotto le Due Torri. Pur in un contesto nazionale in cui oltre 11mila amministrazioni hanno speso, qua e là, la cifra record di un miliardo e mezzo di euro, Bologna non è da oggi che si lascia andare: già sette anni fa, ai tempi di altre polemiche, si era arrivati a poco meno di 10 milioni. Oggi, però, la sorpresa è arrivata nel momento in cui con i tempi che corrono le nuove amministrazioni del centrosinistra bolognese fanno di tutto per cercare di mantenere un profilo sobrio. A partire dal nuovo sindaco Flavio Delbono, ex vicepresidente della Regione, che però è inciampato subito sullo stipendio del suo portavoce Marco Girella: non di 147mila euro all’anno, si è corretta qualche giorno fa la Giunta dopo una delibera che aveva fatto gridare le opposizioni (e l’Idv) allo scandalo, ma «solo» di 117mila. Lo stesso Cofferati, del resto, non era stato da meno: per il suo Massimo Gibelli in cinque anni ha speso 594mila euro. Novemila euro più di Girella. Delbono, insomma, non è riuscito a fare meglio. Ma a chi l’amministrazione Cofferati ha dato tutti questi soldi? C’è l’imbarazzo della scelta. Impossibile però non partire da Crepet, che per aver fatto da relatore al festival della Psicologia ha preso 6.480 euro. Festival che, voluto dall’ex assessore Pd Maria Cristina Santandrea, vanta il primato degli incarichi: 52, quasi 60mila euro in tutto. La consulenza più «pesante» però è proprio quella, lo dice la corte dei Conti, obbligatoria: per essere al fianco del Comune nelle aule dei tribunali lo studio legale Saracco ha incassato 114mila euro. Spiccano anche i 41mila euro al Politecnico di Milano per l’aiuto nella costruzione del Psc. Per il centrosinistra sanno addirittura di beffa, invece, gli ancorché grami 5.600 euro per il leader grillino locale Giovanni Favia, attuale consigliere comunale, per alcune riprese video. E così via, dove i tanti altri curiosi micro-incarichi sui fogli del fascicolo Brunetta impallidiscono a fianco di compensi per collaborazioni coordinate e continuative che raggiungono e superano il centinaio di migliaia di euro. L’installazione di emittenti elettromagnetiche radiotelevisive non avrebbe potuto compiersi senza 1.997 euro in più, così come i 130 euro a Gaetano Alfonsi per una «lezione-concerto» jazz hanno impreziosito una serie di eventi alla biblioteca della musica. Ad Alessandra Armenante, poi, si è dovuta prorogare fino al 31 dicembre del 2007 la collaborazione per l’attività veterinaria «non istituzionale» al canile (3.978 euro). E non possono non balzare agli occhi, ancorché esigui, i compensi ad Arta Mandro Balili per la «giornata formativa sul diritto di famiglia e dei minori nel paese dell’Albania» (300 euro) e a Ernesto Cappiello che con 1.000 euro ha potuto finalmente aggiornare il sito internet del gruppo consiliare dei Verdi. Consulenza, quest’ultima, ribattezzata «attività di comunicazione». A sua volta «attività di comunicazione» è stato il concerto di Natale grazie a cui Enzo Balestrazzi si è portato a casa ben 70 euro. Analogamente alla «consulenza tecnica» di Annalisa Baraldi (qui alla retribuzione da 1.875 euro si aggiungono altri 5.985 euro) per la catalogazione di locandine e manifesti o alle «docenze» di Maria Giacinta Alleva (975 euro) per aver fatto da guida ad alcuni soggiorni di studio all’estero. Chissà se davvero senza tutto questo la macchina amministrativa bolognese, che evidentemente tra i propri ranghi non vanta personale così specializzato, si sarebbe fermata.

 

Napoli: mostra blasfema, 200mila euro all’ideatrice

di Giacomo Susca

A Napoli dici consulenze e ti ritrovi la coda dietro la porta dell’ufficio. Quando a bussare non è direttamente la magistratura. Le cronache - dicembre scorso - riferiscono di 13 arresti, di cui 4 tra assessori ed ex della giunta Iervolino, visto il generoso meccanismo di «distribuzione di posti di lavoro, incarichi e consulenze pagate con denaro sonante». Rosetta minaccia sempre di mollare la poltrona, ma poi puntualmente «rimpasta» la squadra e rimane dov’è. Lei che ha «le mani pulite» si sbraccia e giura: «Siamo la città con meno consulenze d’Italia. Non sappiamo più dove tagliare». Già, ma qualcosina ci sarebbe da sfrondare eccome negli ultimi 504.707 virgola 52 centesimi di euro spesi negli appena 14 contratti «esterni» comunicati al ministero di Renato Brunetta e stipulati nei corridoi di palazzo San Giacomo dal 2005 e in alcuni casi tuttora in corso.
Impara l’arte e mettila da parte. In alternativa, c’è il Palazzo Roccella delle Arti in via dei Mille, dedicato alle creazioni più «innovative». Uno scatola spesso vuota e peraltro doppione del Madre, nota creatura bassoliniana. Come «direttore artistico e di progetto e curatore capo delle mostre» la giunta ha pensato alla vulcanica Julia Draganovic, tedesca oltre la quarantina, meritevole di un onorario da 200mila euro tondi in due anni. Nonostante questi sacrifici, il Pan non rappresenta certo una meta obbligata per i turisti che sbarcano a Napoli. Di fatto, l’unica rassegna di cui risulta memoria condivisa è quella che, a marzo, ha ospitato un crocifisso avvolto in un preservativo, firmato dall’artista Sebastiano Deva. Finché il sindaco non s’infuriò peggio di quella volta con Lupo Alberto e l’opera fu rimossa tra le polemiche. Draganovic, comunque, è sempre impegnata per «dare continuità alla dimensione internazionale» del museo. Perciò a settembre 2008 ha aperto «una finestra per far conoscere Napoli al pubblico americano». Perciò tutti in viaggio a New York per una mostra-video.
Anche sotto il Vesuvio si lavora intensamente. E mica gratis. Prendete ad esempio i 24.480 euro corrisposti alla Icaro srl per la «valutazione degli interventi necessari per l’adeguamento del progetto impiantistico della Casina del Boschetto». Cioè il rudere che fa ancora bella mostra di sé nel cuore della villa comunale. Fino a 10 anni fa era la sede dell’associazione cronisti napoletani, poi arrivò Bassolino e decise di sfrattare i giornalisti con la promessa di ricavarci dei soldi dall’affitto. Invece la struttura è rimasta abbandonata, alla mercé di vandali e tossici, senza che nelle casse comunali entrasse un euro. Anzi, rimettendoci in manutenzione e programmi di recupero solo sulla carta. A maggio il consigliere Pdl Ciro Signoriello ha provato a fare un sopralluogo nel «fortino» in compagnia dei presidenti locali dell’Unione cronisti e dell’Assostampa, ma non è nemmeno riuscito a entrarci. Intanto, i tecnici del Comune avvisano: il «prossimo passo» per la riqualificazione sarà accendere un mutuo da 600mila euro. Napoli: punto e a capo, direbbe Arbore.
Il degrado, del resto, a Ponticelli è cosa nota. Un’intera zona in preda a camorra, baraccopoli rom e monnezza. Perciò serve la doppia «consulenza tecnica» da 60mila euro per la «redazione del progetto» (preliminare, ovvio) delle opere pubbliche previste dal piano regolatore. Quelli di Ponticelli sono ancora lì ad aspettarle. Questione d’immagine, come il «master plan» turistico partorito in due mesi due (ottobre-dicembre 2007) da una coppia di esperti concentrati sull’«aggiornamento e la revisione» della ricerca «Napoli: analisi delle opportunità in ottica di marketing territoriale». Studio per cui intascheranno 7mila euro a testa. Quasi 90mila l’avvocatessa Veniero per pareri circa «la concreta attuazione» del condono edilizio.

Ora bisogna capire se è tutto qui. Donna Rosetta, forse a furia di tagliare, all’operazione «trasparenza» ha risposto inviando un elenco troppo striminzito da non apparire sospetto. Era ieri quando il governo di Napoli ci abituava a ogni genere di munificenze. Tipo i computer palmari ultramoderni, le auto blu e i taxi à go-go per i 60 consiglieri comunali, oltre alle assunzioni gonfiate. A proposito di trasparenza, la Iervolino gli ha dedicato pure un assessorato ad hoc. Il problema è che il suo uomo, Giuseppe Gambale, è finito a processo. Come l’ex assessore al Bilancio, Enrico Cardillo, e altri cinque funzionari: la Procura ne ha da poco chiesto il rinvio a giudizio. Il reato? Toh, consulenze d’oro sul piano strategico del Comune.
(ha collaborato Carmine Spadafora)

 

 

«Sprechi, il falso mito delle giunte rosse: Torino, Bologna, Napoli.  Torino:c’è pure l’esperto che deve «ripensare la cittadinanza», di Felice Manti.  Bologna: Cofferati senza limiti È riuscito ad affidare 4 incarichi al giorno. Dalla Redazione de Il Giornale. Napoli: mostra blasfema, 200mila euro all’ideatrice di Giacomo Susca». dalla Redazione de Il Giornale 25 luglio 2009-07-25

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