CISS Torino

Le prediche dei cattolici ipocriti
 

 

di Luigi Amicone

Nel Vangelo di Matteo Gesù designa <<farisei>> e <<falsi profeti>> come <<lupi vestiti da agnelli>>. Sembra proprio fare al caso nostro. Con il suo tratto tipicamente mellifluo, come di un san Paolo trascinato in catene e recluso nelle viscere di Roma in attesa di essere suppliziato dal Nerone di turno - e invece egli predica dalla prima pagina di Repubblica, simbolo di un potere ultrasecolarizzato, irreligioso e conformista – il teologo Vito Mancuso ha scomodato ieri i profeti e la lunga schiera dei <<beati>> cattolici-democratici, per fiancheggiare la Famiglia Cristiana di don Sciortino nella richiesta di <<una netta e pubblica condanna dei comportamenti dell’attuale capo del governo per il disprezzo della morale cattolica che essi rivelano>>. Già, per questo tipo di cattolico, con la postura da vittima sacrificale e la realtà simbiotica al fior fiore del clero potente, superbo, curiale, che ha in Romano Prodi e Dario Franceschini i suoi preclari referenti politici, non contano i fatti di governo, contano i <<comportamenti morali>>. Già, per costoro il sostegno all’otto per mille con cui la chiesa campa e lavora tra la gente, la difesa della scuola cattolica, il decreto per Eluana, la difesa della famiglia intesa come alleanza tra uomo e donna, non sono nulla. Per loro qualunque Costantino sarebbe stato da mandare al rogo perché, come predicava Savonarola, è la <<morale cattolica>> che conta. Che peccato. Chiedono la condanna di Silvio Berlusconi per il suo <<disprezzo della morale cattolica>>. Ma siamo sicuri che il cattolicesimo insegna che un politico debba essere giudicato in base alla sua condotta rispetto alla <<morale cattolica>> piuttosto che per l’efficacia e bontà della sua azione di governo (anche nei confronti della Chiesa)? Non solo c’è da dubitarne, ma è totalmente fuori da ogni dottrina teologica e sociale della chiesa questa posizione che rinvia alle più classiche delle eresie, il manicheismo. In realtà la chiesa insegna, a prescindere da qualunque credo o nefandezza morale di cui si possa macchiare l’autorità politica, che <<si facciano suppliche e preghiere per i re e per tutte le autorità, affinché possiamo menare una vita quieta e tranquilla con tutta pietà e onestà>> (San Paolo, 1 Tim. 2, 1-2). Ma non occorre scomodare i santi, parecchi dei quali furono assassini (san Paolo), dissoluti (san Camillo de Lellis), fornicatori (sant’Agostino), per rammentare che la Chiesa, fin dagli inizi paolini (meditate Paolini, meditate), non invitò mai a sostenere Principi e Imperatori perché i loro comportamenti non erano disdicevoli rispetto alla cosiddetta <<morale cattolica>>. La chiesa, certo, ha sempre chiamato alla conversione dei cuori. Ma <<conversione>>, cattolicamente parlando, è il conformarsi dei cuori e, a Dio piacendo, delle conseguenti azioni umane, a Gesù Cristo, a imitazione della vita di Gesù, non alla morale. O c’è bisogno che si ricordi al chierico Mancuso (che certamente sarebbe stato tra gli astanti farisei schifati dalla pubblica moralità del Nazareno), questo Gesù che <<andava con i pubblicani e sedeva con le prostitute>>? È significativo che il teologo dell’agonia catto-democratica badi bene a definirsi cattolico osservante. Che ipocrisia. Quanti politici fanno a gara per mettersi sotto le ali del cattolicesimo per sostenere tutto e il contrario di tutto? Comodo essere per i Dico della Bindi, per la moralità secondo Luxuria, per l’idea di sacralità della vita secondo Beppino Englaro e poi dire, da Dario Franceschini a Romano Prodi: <<Ma io sono cattolico!>>. Il diavolo però fa le pentole. È il coperchio che dimentica sempre. E infatti, puntuale, l’angelico Mancuso dice di avere una ispirazione profetica. Mentre basta leggere la carrellata che Mancuso fa della storia della chiesa per capire che il suo approccio è quello dell’<<ateo perfetto>> Eugenio Scalfari. Suppone di non sapere, il teologo sois disant <<cattolico>>, che la visione della storia della Chiesa che egli offre - visione centrata sull’idea di un continuum di alleanza tra il Trono e l’Altare - non è una visione della chiesa. Ma la caricatura grottesca della chiesa. Quando sessant’anni orsono Pier Paolo Pasolini venne denunciato dai preti filo democristiani e venne poi espulso dal Partito comunista italiano <<per indegnità morale>> a causa della sua omosessualità, in una lettera a un compagno partigiano scrisse: <<Non mi meraviglia la perfidia democristiana, mi meraviglia la vostra disumanità>>. Ecco, i cascami dell’ultimo cattolicesimo democratico riescono a compiere il miracolo che non riuscì né ai democristiani né ai comunisti. Il miracolo di unire la perfidia democristiana alla disumanità comunista.

 

 

Luigi Amicone: «Le prediche dei cattolici ipocriti».   Il Giornale 26-06-2009

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