San Pio

BROOKLYN-NY:Il testo dell’omelia pronunciata da Mons. Albacete in occasione del secondo anniversario della canonizzazione di San Pio nella chiesa di San Domenico

I doni del Signore sono pura Grazia

 

 

di Mons. Lorenzo Albacete



Carissimi Fratelli e Sorelle,

Non è solo una grande gioia l'unirmi a voi in questa celebrazione. Lo faccio anche per adempiere ad una promessa che ho fatto dieci anni fa di fare tutto quanto avrei potuto per promuovere la conoscenza e sostenere il lavoro di Padre Pio che possiamo finalmente chiamare, pubblicamente, come lo abbiamo da sempre chiamato: San Padre Pio.
Sapevamo che era un Santo molto prima che le autorità della Chiesa lo riconoscessero tale. Il popolo italiano lo sapeva molto bene e ben presto tutto il mondo lo ha saputo. Come?

Cosa c'era in Lui che attraeva milioni di seguaci in tutto il mondo che riconoscevano in Lui qualcosa che credenti e non credenti allo stesso modo potevano chiamare santità?

Non ho mai incontrato Padre Pio mentre era in vita.  Sapevo di Lui, naturalmente.  Sapevo degli  strani fenomeni associati alla Sua persona, come le stimmate e il dono della bilocazione, così come della capacità di guarire malati terminali, e leggere nelle menti e vedere nel cuore umano. A dire la verità queste cose mi avevano tenuto lontano dal cercare di sapere di più su di Lui. Non capisco queste cose, e anche se possono essere di aiuto a molti nella loro vita di fede, tuttavia possono condurre al sensazionalismo e perciò possono essere di ostacolo alla fede. Questo è proprio il timore di Cristo stesso, che disse alle folle che cercavano, che tutto quello che volevano era il pane, miracolosamente provveduto per loro poco prima.  E al momento della sua passione e morte si rifiutò di fare miracoli.  In ogni caso, Cristo disse: "Neanche se un uomo tornasse dai morti" quelli che non vogliono credere crederebbero.  I miracoli possono rafforzare la fede, possono indicarci la vita che Dio vuole condividere con noi, ma non sono la base della nostra fede.

La base della nostra fede comincia quando riconosciamo Gesù Cristo come il volto umano di quel Mistero per il quale i nostri cuori sono stati fatti e senza del quale non possiamo essere felici e liberi.

Così era per Padre Pio.  Ciò che ci attirava a Lui non erano le cose sensazionali legate alla Sua persona, ma il modo con cui la Sua umanità ci rendeva presente l'attrattiva dell'umanità di Cristo.

Nel mio caso, la mia devozione per Padre Pio cominciò  incontrando un uomo che aveva conosciuto Padre Pio durante la seconda guerra mondiale, quando la Croce Rossa era di stanza vicino a San Giovanni Rotondo. Il mio amico che si chiamava William Carrigan aveva sentito parlare di questo stupefacente sacerdote del Monastero dei Cappuccini e, con un gruppo di soldati americani, andò a vedere di cosa si trattava.

Quasi cinquant'anni dopo, Mr. Carrigan poteva ancora ricordare e rivivere l'esperienza di quel giorno.  Era arrivato mentre Padre Pio celebrava messa e mentre era inginocchiato a pregare non poteva distogliere gli occhi dalla faccia di Padre Pio.  "Ho capito fin dal primo memento" mi disse, "che quest'uomo era Lui stesso la presenza di Cristo che offriva il suo corpo e il suo sangue per noi, per me". 

Quel giorno, dopo la messa, Mr. Carrigan incontrò Padre Pio e cominciò un'amicizia che sarebbe continuata per tutta la sua vita.  Padre Pio gli aprì il suo cuore e gli disse quanta sofferenza gli causavano le stimmate e quei fenomeni straordinari -- non sofferenza fisica, che era pronto ad abbracciare per condividere le sofferenze di Cristo -- ma l'angoscia di diventare famoso ed essere causa di controversia per questa stupefacente felicità.

Molte volte, disse a Mr. Corrigan, aveva chiesto al Signore che gli fossero tolti questi segni esteriori della Sua unione con Cristo.  Quando Mr. Carrigan ritornò negli Stati Uniti promise a Padre Pio che avrebbe dedicato la sua vita a trovare aiuto per il suo lavoro -- in particolare, per la costruzione della "Casa Sollievo della Sofferenza" per i poveri di quella regione e la formazione di gruppi di preghiera, quale sostegno spirituale. Fino alla fine della sua vita, a 97 anni età, nell'anno 2000, Mr. Carrigan ha mantenuto la sua promessa e il suo consistente patrimonio fu messo a disposizione di progetti che, secondo lui, avrebbero incontrato l'approvazione di Padre Pio (una approvazione che, io credo, gli era comunicata attraverso un privilegiato contatto spirituale, per me scontato senza mai  capire il perché). 

Io stesso sono stato il beneficiario della carità di Mr. Carrigan e di Padre Pio, dato che per quasi dieci anni Mr. Carrigan mi ha permesso di prendermi cura di mia madre, colpita da Alzheimer,  in un modo che era consono ai principi di Padre Pio sulla medicina quale "sollievo della sofferenza", prendendo in considerazione la dignità del paziente, incluso i suoi bisogni spirituali. Tutto questo, mi disse, perché Padre Pio aveva chiesto di aiutarmi. 

In quel periodo andai in pellegrinaggio sulla tomba di Padre Pio per chiederGli perché avesse scelto me per questo favore e cosa potevo fare a riguardo. 

In quell'occasione non successe niente di spettacolare, ma quando me ne andai conoscevo la risposta:  i doni del Signore sono pura grazia, cioè, hanno la sola ragione di essere la manifestazione della gloria dell'amore del Signore e tutto quello che mi era chiesto era di permettere che quella grazia raggiungesse altri, attraverso la mia vocazione, cioè il sacerdozio.  Ringraziai Padre Pio e Gli chiesi di permettere a Mr. Carrigan di essere in grado di partecipare alla Sua beatificazione.

E successe veramente così, anche se Mr. Carrigan, a quel punto,  era molto malato e debole. 

Comunque, la sua famiglia e i suoi amici furono in grado di farlo arrivare a Roma  e tornare in Italia per la prima volta dalla sua partenza dopo la seconda guerra mondiale per partecipare alla celebrazione di riconoscimento della Chiesa di ciò che lui sapeva da lungo tempo:  Padre Pio era un santo.

Egli era la manifestazione della presenza di Cristo nel nostro mondo. Sapevo anche che Mr. Carrigan sarebbe morto prima della canonizzazione di Padre Pio.  Per quell'occasione, dovevano essere insieme in paradiso, ed effettivamente fu così.

Le letture dalla Sacra Scrittura per questa messa ci aiuteranno, credo, a capire meglio cosa attraeva Mr. Carrigan ed i milioni di persone che sapevano, prima che la Chiesa lo rendesse ufficiale, che Padre Pio era un Santo.

La vita umana è la ricerca della soddisfazione di un desidero disperato di felicità, di verità, di bellezza.  Questo è ciò che costituisce l'essere umano: questo bisogno, questo desiderio è ciò che ci rende umani, perchè dimostra che siamo fatti per una vita che sorpassa la nostra capacità di raggiungerlo attraverso i nostri sforzi. 

Il cuore anela di trovare la vita per la quale è stato fatto.  La "sapienza" è la conoscenza di come cercare e trovare questa vita. Per questo nella prima lettura di oggi, dal libro dei Proverbi, la Sapienza dice: "Il mio frutto vale più dell' oro, dell'oro fino, il mio provento più dell'argento scelto.  Beato l'uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per custodire attentamente l'entrata della mia casa.  Perchè colui che trova me trova la vita e ottiene favore dal Signore."

La storia umana è la ricerca di questa Sapienza, necessaria per ottenere la soddisfazione dei nostri  desideri più profondi, necessaria per sapere come vivere per essere veramente felici, veramente liberi. 

Ma dove si trova la sapienza?  Dove vive?  Dove sono i suoi portali, i suoi cancelli, l'entrata della sua casa? 

C'è un solo modo per trovare il dono della sapienza, ed è il chiederla, pregare il Creatore dei cieli e della terra, pregare Colui che ci ha fatto in questo modo, che ci ha fatto con questo desiderio di felicità.  È così grande il nostro desiderio per essa che appena incontriamo qualcuno che l'ha trovata, lo seguiamo, siamo attratti da lui, aneliamo di imparare questa  Sapienza da lui. 

Questo è ciò che attrasse milioni di persone a Padre Pio.  Le opere straordinarie che ha potuto compiere non sarebbero state sufficienti di per se stesse.  Esse erano inviti a scoprire in lui un maestro della Sapienze Divina.  Coloro che l'hanno incontrato, come Mr. Carrigan, l'hanno subito riconosciuto. 

Padre Pio conosceva il segreto della vita.  Per questo capiva così bene il cuore umano.  Lui conosceva i bisogni del cuore. Quando, infatti, non possiamo trovare il compimento del desiderio del nostro cuore, noi soffriamo. La sofferenza è più di un dolore fisico o emotivo.  Soffrire è un dolore spirituale.  È  la perdita del significato della vita.  È  la perdita della sapienza.  Questo è il motivo per cui Padre Pio riconosceva che il sollievo della sofferenza dei malati richiede più che un aiuto fisico o emotivo.  Richiede l'esperienza di un amore che ci riporti l'esperienza della bontà e del valore della vita, una condivisione di quella Sapienza che rivela il segreto del perchè siamo stati creati e del significato ultimo di ciò che stiamo vivendo. 

Questo è il motivo per cui Pare Pio è Santo, non a causa delle stimmate o della bilocazione, o fenomeni del genere.  È santo perchè aveva aperto il cuore alla sapienza divina e la condivise amorevolmente con quanti soffrivano.

La sapienza divina non è una conoscenza intellettuale.  È una conoscenza del cuore, che sorge dallo stupore per la grandezza e bellezze di Dio, e per Sua misericordia e amore infiniti.  Solo colui che ama trova e possiede la sapienza. 

Nella lettura odierna dal vangelo di Matteo, Gesù ringrazia suo Padre perchè rivela i suoi segreti -- cioè comunica la Sua sapienza -- non ai sapienti, ai saggi o ai potenti, ma ai "piccoli" di questo mondo, a coloro il cui cuore è come il cuore dei bambini, che attendono tutto,  come dono dell'amore del Padre. 

Questa "purezza di cuore", come Gesù la chiama nel Sermone della Montagna, è ciò che ci permette di vedere Dio.

Questa purezza di cuore è la chiave per il possesso della  Sapienza, che ci dà la forza di sopportare qualunque cosa ci accade in questa vita. Dando significato e valore alle nostre sofferenze, trasformandole in atti di amore. 

L'amore è quel "peso leggero" e quel "giogo non pesante" di cui parla Gesù disponibile per coloro il cui cuore è "umile", che sono pronti a ricevere la sapienza come un dono e non cercano di essere gli autori di ciò che è buono o cattivo, vero o falso.  Le parole del Signore descrivono il Suo cuore, come Lui stesso dice:  "Imparate da me". 

Gesù Cristo è la rivelazione della Sapienze Divina e Padre Pio la possedeva perchè l'aveva ricevuta ed imparata da Cristo.  Era Cristo in lui che attirava i cuori di milioni di persone che seguivano Padre Pio e che cercavano lo stesso dono per sè stesse.

Come padre Pio ricevette questa Sapienza divina;  questa presenza di Cristo nel Suo cuore?
Seguendo Cristo, sempre, percorrendo la via della croce di Cristo, che porta alla sapienza e alla vita vera, mostrando il grande errore di coloro che si pensano saggi grazie ai loro sforzi.  "Venite a me voi che siete stanchi e affaticati", voi, la cui ricerca per la sapienza è stata futile, incapace di soddisfare i desideri del vostro cuore.  Padre Pio è andato da Lui, ha dato se stesso interamente a Lui, e perciò è diventato la via per milioni di persone che seguivano Cristo con Lui e in Lui. 

Padre Pio ha personificato la sequela di Cristo come San Paolo descrive nella seconda lettura, dalla Lettera ai Galati: "Per quanto mi riguarda, porto nel mio corpo i segni di Cristo.  Questo è quello che conta nella vita.  Questo è il segreto dell' amore, il segreto della vita.  Questa è la nostra Sapienza, e non la sapienza del mondo che dipende dal potere e dalla violenza, dall'osservanza delle leggi che non siamo capaci di osservare a meno che non si distruggono  i desideri di felicità e pienezza della vita."

Questo è quello che celebriamo oggi, promettendo di seguire la via della sequela di Cristo segnata per noi da Padre Pio.  Possa  Egli dal cielo, a fianco di Cristo, che è la Sapienza di Dio, farci ottenere la gioia di camminare, in gratitudine, lungo questo sentiero per l'amore che ci ha dimostrato, rendendoci apostoli per il sollievo della sofferenza del mondo, così disperatamente bisognoso di amore.
 

 

 

 

San Pio da Pietralcina:  BROOKLYN-NY:Il testo dell’omelia pronunciata da Mons. Albacete in occasione del secondo anniversario della canonizzazione di San Pio nella chiesa di San Domenico. «San Pio da Pietrelcina. I doni del Signore sono pura Grazia», di Mons. Lorenzo Albacete, Brooklyn - New York, 15 giugno 2003

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