Mina

248. Guantanamo reality show:

CON QUESTA TV STUPIRSI È VIETATO
 

 

Mina



"Arimortis, ferma il gioco!". Smettiamo di stupirci. Chiudiamo pure quelle bocche spalancate per lo sbigottimento. È tutto normale. Ormai. Anche il nuovo reality show che la tv britannica Channel 4 metterà in onda tra un mese. La fonte d'ispirazione, si fa per dire, è il campo di prigionia americano di Guantanamo. Rinchiusi in un magazzino di Londra, sette volontari saranno sottoposti alle pratiche solite per i 600 detenuti reali, e cioè a temperature ai limiti della sopportazione, a contatti fisici, a interrogatori degradanti e alla privazione del sonno. E vedremo chi vincerà. Auguri!

Siamo mitridatizzati. A furia di veleni, ogni volta più mortiferi, non ci fa niente neppure un quintale di stricnina. Pretendono di prenderci con lo stupore, ci incollano al video solleticando le nostre facoltà inferiori attratte dalle orrendezze massmediali. Dallo schermo fuoriesce una manina allettatrice, che ti offre violenza, tortura, morte, paura, come vasetti di miele per orsi golosi. Noi spettatori, invitati al banchetto con lusinghe di informazione libera e reale, ma sottoposti alla rappresentazione dell'orrore, replicheremo con la meraviglia che incolla a chi ci telesfrutta.

Ci avevi detto, caro Aristotele, che la meraviglia è causa e motore del pensiero, è origine della filosofia. E sulla tua scia, tutto l'Occidente ha tenuto fermo l'assunto di Gregorio Nazianzeno, secondo cui "solo lo stupore fa conoscere". Lo dicevi quando, forse, l'uomo era ancora una cosa seria. Che sbagliava, che percorreva strade tortuosamente deviate, ma che ancora cercava una possibilità per essere.

Ora, invece, la violenza, che in sé è cosa facilmente e intuitivamente detestabile, ce la rappresentano in modo forzato. Magari ammantando la sceneggiata con presunte nobili finalità, come quella di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'inaccettabilità della tortura. Come se ce ne fosse bisogno.

Nella logica dell'apertura alla capacità di sorpresa, ci dicevi anche che "in tutte le cose della natura c'è qualcosa di meraviglioso". Ce la mettiamo tutta, caro Aristotele, per cercare di trovare anche una formichina del meraviglioso che tu avrai certamente visto ai tuoi giorni. Mi piacerebbe vederti per una settimanella qui da noi. A saltapicchiare insieme per i canali tv, o a fare un giretto per le strade delle nostre città.

Meglio cantare la canzoncina, come dei veri deficienti. "Guantanamera, guajira guantanamera". E credere che sia ancora possibile dire: "Yo soy un hombre sincero".
 

 

Secondo me: «248. Guantanamo reality show: CON QUESTA TV STUPIRSI È VIETATO» - di Mina, La Stampa, Sabato 12 Febbraio 2005
http://www.minamazzini.com/

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