Società

 "Lasciate in pace la magnifica preda"
 

Marilyn aveva la sua sofferente vita, oltre lo schermo. Invece per la gente rappresentava soltanto un'immagine. O forse qualcosa di più. Qualcosa oltre il desiderio. Non sarà stata per caso la poesia?

Mina



Il modo migliore per ricordarla sarebbe di non ricordarla affatto, di lasciarla in pace. Almeno adesso, visto che durante la sua vita non è stato rispettato il suo bisogno di uno sguardo discreto ed amorevole. L'hanno fatta a pezzi, si sono baloccati con un essere umano delicatissimo, che ha passato la vita cercando di difendersi dalla curiosità appiccicaticcia di coloro i quali, pur adorando in qualche severa o sgangherata maniera una star, non la amano abbastanza da continuare a rimanere fuori dalla sua porta di casa, dalla porta del suo studio, dal suo guardaroba e, soprattutto, dalla sua camera da letto.


Il giochetto si ripete, purtroppo. È sufficiente la ritualità di un anniversario perché si riproponga con più forza il balletto malvagio di quelli che campano sulle avventure e disavventure altrui, fotografando o scrivendone o leggendone. Per lei, magari, provo una certa tenerezza perché sono quarant'anni che non la lasciano in pace un momento. L'hanno stritolata. Lei e tutte le sue vicende.


Il sistema di informazione, che ci ha propinato il primo starnuto di una qualsiasi principessina bebè o gli andirivieni ospedalieri di un qualsiasi «sangue blu», commette sempre il macroscopico abuso di considerare il cosiddetto vip come se fosse un vile oggetto di un mostruoso meccanismo. Ne vuole disporre impunemente, lo considera un suo prodotto fino al punto di ingoiarlo dentro di sé, come un ingranaggio che funziona per un certo periodo, ma che può tranquillamente essere sputato quando un altro prenderà il suo posto. Quanti anni avrebbe oggi? Non lo so né lo voglio sapere.


C'è qualcuno che ha detto che Marilyn ha avuto il buon gusto di andarsene in fretta, prima della vecchiaia, per poter diventare un vero mito. Non credo di essere d'accordo, perché non ho mai notato in lei un calcolo, una strategia per restare sulla cresta dell'onda oltre lo stritolamento del tempo. Certo, Marilyn ha avuto un problema: era bella, bellissima. E sconta ancora oggi un dono di natura che ha offuscato tutti gli altri, e oltre che bella era brava, intelligente, abilissima, con quella voce ironica, calda e sottile.


Ma lei aveva la sua sofferente, acciaccata vita, oltre lo schermo.
Invece per la gente, per l'uomo medio di quell'epoca e anche di adesso, volendo, rappresentava soltanto un'immagine. O forse qualcosa di più. Non il desiderio. Di più. Qualcosa oltre il desiderio. Non sarà stata per caso la poesia? Perché nel cinema, ogni tanto, ci sono questi personaggi che attraversano lo schermo e ti arrivano come una fucilata diritto al cuore. Diceva Petrarca: «Cosa bella e mortal passa, et non dura». Ecco, lei era, anzi, è proprio una cosa bella.
 

Società:  "Lasciate in pace la magnifica preda"  - di Mina, La Stampa, 3 agosto 2002

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