Meditazioni

Fanciulla, io ti dico: Àlzati!

 

di Vincenzo La Gamba

 

Domenica Primo Luglio, 2018 - XIII.ma di T.O.

 

L' odierno brano evangelico narra di due fatti diversi ma analoghi tra di loro. Il primo riguarda la risurrezione della figlia di Giairo e l' altro quello della guarigione dell' emorroissa.

Giairo cerca la guarigione della figlia; la donna cerca quella propria riguardante appunto l' emorroissa. Questo quello che avviene: Giairo si getta ai piedi di Gesù e lo implora a far guarire la figlia; la donna cerca di carpire inosservata il miracolo, e solo dopo si mette in gioco e si rivela.

La donna sperimenta una guarigione istantanea, mentre Giairo, dopo aver pregato, deve passare addirittura per un aggravamento della situazione, per una nuova sfida alla sua fede.

La donna vive da sola il suo dramma, Giairo é sempre circondato dalla considerazione sociale. I due casi hanno molto in comune anche se diversi.

In entrambi si realizza la salvezza della persona. Inoltre, i due destinatari sono donne e hanno in comune la cifra di dodici anni della bambina e della malattia dell'emorroissa.

In entrambi i miracoli, si notano l' umile fede che supplica per bocca del padre della bambina ed il gesto della donna che tocca il mantello di Gesù. In entrambi i casi si da' inizio   al fatto soprannaturale; sono anche esempi della disposizione con cui ci si deve avvicinare a Cristo, che, a sua volta, insiste sulla fede.

Alla donna, intimidita, per essere stata scoperta, Gesù dice: "La tua fede ti ha salvata. Va in scoperta e sii guarita dal tuo male".

E Giario, quando sulla strada di casa gli comunicano la triste notizia della morta della figlia, é incoraggiato in questo difficile momento di prova da Gesù: "Non temere, continua solo ad avere fede!".

La risurrezione della figlia di Giairo, come le altre due risurrezioni che leggiamo nel Vangelo, Lazzaro ed il figlio della vedova di Niam, sono un segno. Esse manifestano la venuta del Regno di Dio e ne mettono in luce la vitalità, presente nella persona di Gesù, rivelano il potere di Cristo sulla morte e, soprattutto, preannunciano la sua risurrezione.

Che cosa significa tutto questo? Che la fede, il vero elemento centrale di questi racconti, é efficace nelle situazioni e nelle storie più diverse.

La fede opera la salvezza sia se preghiamo per noi che per gli altri; che si sia in una fase o in altra del proprio cammino spirituale; può essere esaudita presto o conoscere ulteriori sfide; può salvare da ogni male e la salvezza può arrivare dopo uno sforzo intenso e senza alcuna attività.

Eucaristia e Parola ci aprono il contatto con Gesù: a noi la possibilità di avere un accostamento sterile, come quello della folla che lo spinge da ogni lato, oppure "toccarLo" davvero, nell' affidamento.

Sta in questa relazione trovare il senso della vita.

 

 

La Liturgia di Domenica 1 Luglio 2018, XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 

Vangelo
(Mc 5,21-43)
Fanciulla, io ti dico: Àlzati!
 

 

 Dal Vangelo secondo  Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «Fanciulla, io ti dico: Àlzati!» New York, La Liturgia di Domenica 1 Luglio 2018, XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 

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