Satana è finito
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di Vincenzo La Gamba
Domenica 10 Giugno, 2018 - X di T.O. Nella lettura del Vangelo di oggi: "Sorelle e fratelli in Cristo" sono le parole più usate nella nostra vita religiosa, nelle nostre omelie e nelle nostre preghiere. Questi due termini potrebbero essere tradotti come "compagni di fede", ma queste parole hanno un significato al di là di questo. Una sorella o un fratello in Cristo è chi siamo come progenie di Dio. Non dimenticate, cari fedeli, che Cristo ha parlato di Dio come "mio Padre" e anche di "nostro Padre", perché condividiamo un genitore, il genitore divino. Essere "in Cristo" significa descrivere la grande gioia della figliolanza con Dio che Cristo Gesù ha espresso ai suoi apostoli e ai suoi seguaci. Egli ha anche detto loro alla fine dell' odierno Vangelo: "Chiunque fa la volontà di Dio è mio fratello e mia sorella". Non c'è dubbio che fare la volontà di Dio è la più grande espressione della grazia di Dio, perché è vero che la volontà di Dio non ci porta mai dove la grazia di Dio non può tenerci. Mie sorelle e fratelli in Cristo, conosciamo veramente la "Volontà di Dio?" oppure "Qual è la volontà di Dio?" C'è un senso di mistero qui, perché la volontà di Dio ... non ci è data per sapere, ma è Dio che ci porta a capire di chi siamo come sorelle e fratelli in Cristo . Siamo figli di Dio che possono mettere in pratica gli insegnamenti di Cristo con la nostra famiglia, gli amici e il mondo intero. Con la nostra famiglia e gli amici dobbiamo credere nei valori morali, in una relazione umana e armoniosa l'un con l'altro. Dobbiamo cercare una comprensione della nostra totalità individuale e dell'unità che è in Cristo. Egli solleva sempre il nostro pensiero alla nostra vera natura amorevole e ci consente di dimostrarlo con gratitudine, compassione, pazienza e gioia. Per capire che siamo sorelle e fratelli in Cristo, e' necessaria l'espressione spirituale dell'essere di Dio. Questo mette la nostra relazione con il prossimo in una nuova luce. Ad esempio: comportamento ed aspetto spesso svaniscono quando impariamo che apparteniamo tutti alla famiglia di Dio. C'è un grande bisogno nel mondo per un affetto più genuino, altruistico, considerazione e cura per gli altri. Potrebbe essere che l'affetto tra le persone cresca più forte e più duraturo quando riconosciamo che tutti apparteniamo a Dio? Sentirsi vicini a Dio ci fa pensare agli altri come sorelle e fratelli. Questa è veramente una fratellanza e una sorellanza che trascende i rapporti di sangue, la razza, l'età o la nazionalità.
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La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «Satana è finito» New York, La Liturgia di Domenica 10 Giugno 2018, X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
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