Meditazioni

La passione del Signore

 

di Vincenzo La Gamba

 

Domenica 9 Aprile, 2017 - Domenica delle Palme

Nel 2005 durante un mio viaggio a Roma, mi trovai in Piazza San Pietro quando Giovanni Paolo II dava la benedizione dell' Angelus. Era la prima volta che avevo il privilegio di essere lì presente tra le centinaia di migliaia di persone, che forse vedevano Papa Wojtila per l'ultima volta affacciato dalla famosa finestra del Vaticano. E cosi é stato. Esattamente 12 anni fa, i , il 2 Aprile 2005 il beneamato Giovanni Paolo II ritornava alla casa del Padre.

"Morto un Papa se ne fa un altro", é il detto più comune tra noi cattolici. Infatti a Papa Giovanni Paolo II é succeduto Benedetto XVI che ha poi abdicato il suo Pontificato ed al suo posto e' stato eletto Papa Bergoglio.

E per la prima volta nella nostra storia della Chiesa un Papa non e' morto ( contrariamente al detto di cui sopra) per farne un altro. Uno e' ancora vivo, Benedetto XVI.mo, assieme al suo successore Francesco che sta diventando il vero rivoluzionario della Chiesa di tutti i tempi. Dopo i suoi quattro anni di Pontificato è il leader più amato e riconosciuto al mondo.

Questa domenica delle Palme rifletto sul fatto che centinaia di migliaia di persone aspettano domenicalmente l'Uomo vestito di bianco. In piazza San Pietro si prega e si canta mentre si aspetta il Pontefice.

Questa mattina da Rai Italia Francesco, chee' il Vicario di Cristo in terra, vedendolo in diretta da Piazza San Pietro, mi ha dato l' impressione di Gesù nella domenica delle Palme. Tutti ad acclamarLo, giovani, bambini ed anziani con fede e con gioia. Papa Francesco gradisce l'accoglienza come Gesù, che fa, come narrato nel Vangelo, ingresso a Gerusalemme, viene accolto con le Palme e di Lui si dice: "Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!".

Ma nel brano odierno che racconta la Passione di Gesù si sa che il Figlio di Dio va incontro alla Sua ora. Gesù é venuto per questo anche se umanamente sente tutta l' angoscia nell' orto degli ulivi e deve compiere la volontà del Padre.

Il testo della Passione del Signore non avrebbe bisogno di commenti: é il racconto dei fatti attraverso i quali é giunta a noi la Redenzione.

Tutto il male, che si compie sulla terra, in qualche modo é condensato su questi fatti: la preghiera, la trasudazione, la violenza, la sete di potere, l' invidia, la blasfemità, le insinuazioni, la menzogna: tutto é presente nel Vangelo odierno che narra la Passione di Gesù.

Al Signore é presente tutto il male del mondo, la sofferenza morale e quella fisica. Il paradosso é che questo dolore, questa sofferenza fisica é stata accettata dignitosamente da Gesù nel giardino di Getsemani, che dice: "Padre Mio, se é possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come tu vuoi".

Questa sofferenza e questo male é stato ribaltato: é diventato in mano a Dio lo strumento attraverso il quale Egli ci ha salvato. L' amore di Dio ha vinto questo male e l' amore di Gesù verso Suo Padre ha avuto sempre un riscontro a favore della redenzione dell' uomo.

Però... c'é sempre un però. Mettere insieme i due atteggiamenti della folla, che prima acclama Gesù con rami di palme in mano e poi Lo condanna, ci fa soprattutto capire come facilmente ci dimentichiamo dell'amore di Dio, lasciandoci andare al peccato, rinnegando addirittura il Signore.

É successo a Pietro ben tre volte, così come ci racconta Matteo. Se confrontiamo il tradimento di Pietro e quello di Giuda vediamo che Pietro, uscito fuori, scoppiò a piangere, mentre Giuda Iscariota, uscito fuori, andò ad impiccarsi. Pietro ha fiducia nella misericordia di Dio; Giuda invece no e si lascia andare alla disperazione.

Anche ciascuno di noi, tante volte, cade nella tentazione, nella paura, nell'egoismo, nel peccato, come Pietro e Giuda. Si tratta di credere in Dio, al Suo infinito amore, alla Sua misericordia senza limiti.

L'amore di Dio, espresso sulla Croce é la nostra piena, continua, eterna salvezza.

Questo ci conforta molto per celebrare con profonda fede i sacramenti pasquali, a vivere la Settimana Santa in unione con la Passione di Gesù, facendo nostri i Suoi sentimenti ("Abbiate in Voi i medesimi sentimenti che furono di Gesù Cristo"), ed implorando la grazia e la forza della Sua morte e Risurrezione, per noi, per la Chiesa e per l' umanità.

 

La Liturgia di Domenica 9 Aprile 2017, DOMENICA DELLE PALME (ANNO A)

 

Vangelo
(Mt 26,14- 27,66)
La passione del Signore

 

 Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo

- Sei tu il re dei Giudei?
In quel tempo Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.

Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».

Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

- Salve, re dei Giudei!
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

- Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei».

Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

- Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!
Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

- Elì, Elì, lemà sabactàni?
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «La passione del Signore» New York, La Liturgia di Domenica 9 Aprile 2017, DOMENICA DELLE PALME (ANNO A)

e-mail: VJIM19@aol.com

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