Meditazioni

Beati i poveri in spirito

 

di Vincenzo La Gamba

 

Domenica 29 Gennaio, 2017 - Quarta di T.O.

 

L' odierno brano evangelico e' improntato su quello delle Beatitudini, la Magna Charta della Cristianità. Dalla stessa parola “Beatitudini”, si può dedurre che Matteo voleva descrivere uno dei più poetici brani della Parola di Dio. Cosa significa “Beatitudine?” Significa “felicità suprema”.

Significa leggere in otto frasi il disegno salvifico di Gesù, che Matteo presenta come un catechismo di iniziazione cristiana opposto all’ideale religioso giudaico. Infatti prima c' era la legge (I Dieci Comandamenti) di Mosé ricevuta da Dio sul Monte Sinai. Le Beatitudini sono la “Nuova Legge” che Gesù narra sulla montagna, come un nuovo Sinai. Certamente non toglie nulla alla legge di Mosé, anzi si va dritto alla radice dei comportamenti umani.

Il discorso raccontato da Matteo ci propone però un’ altra concezione di vita, esigente e gioiosa. Ci fa riflettere su principi che hanno applicazioni senza limiti per la vita di ogni cristiano.

Più si leggono le Beatitudini più ci accorgiamo quante profonde siano queste frasi, non a caso poetiche, ma, soprattutto, profetiche. Dette da Gesù e riportate da Matteo, le Beatitudini sono la proclamazione profetica dello Spirito e degli atteggiamenti umani proprio di chi, come noi, ha la scelta salvifica del Regno di Dio, che non é un Regno che sta più in alto di me, ma un Regno di Dio che sta con me e per me (in terra).

Cosa é, quindi, il Regno di Dio? La risposta é una sola: é Dio stesso. La sua venuta ha aperto all’umanità orizzonti nuovi. I vecchi valori del mondo - denaro, potere, prestigio - sono risultati drasticamente cambiati.

Sorge spontanea una domanda: ci sentiamo “beati” perché “poveri di spirito?” Certo! Ma in verità siamo invece ricchi della benevolenza di Dio. Che sceglie coloro che sembrano gli inutili, i poveri, gli emarginati, gli afflitti, quelli che piangono, quelli che hanno fame e sete di giustizia, quelli che lavorano per la pace, i perseguitati a causa del bene.

Può avere un senso tutto ciò che Matteo ha scritto nel capitolo 5 del suo Vangelo? Può avere un senso, considerare felici tutte queste persone? Se, però, Matteo le esalta é perché Gesù le ha considerate Beate, quindi elette del Regno di Dio. Ecco la parola “chiave” delle Beatitudini: “il Regno di Dio”, una ricchezza che i ladri non ci possono mai rubare, perché per loro é niente, mentre per noi é tutto. Ed é talmente vero, che questa ricchezza non la dobbiamo lasciare ad altri nemmeno con la morte, ma la dobbiamo portare con noi quando passeremo a nuova vita. Possiamo affermare che è il “tesoro nascosto”, “la perla preziosa”, per la quale vale la pena, dice il Vangelo, dare via tutto per una una vita verso la santità. Sono otto frasi che “parlano” direttamente al cuore e alla mente umana per conoscere meglio Gesù', centro essenziale della nostra esistenza.

Personalmente ho delle “Beatitudini” una visione poetica. E' come considerassi queste otto frasi delle Beatitudini come otto raggi di sole di un’unica sfera (Gesù). Questi raggi partono da un centro che é Gesù stesso, per cui, quando io rientro nella mia interiorità e trovo questo centro, non voglio più isolarmi, bensì voglio pregare in silenzio per riflettere degnamente sugli otto punti.

Ad ogni frase corrisponde un raggio di sole. Il desiderio di tutti e' di essere un raggio di sole che si avvicina sempre più al centro (Gesù), perché basta che prendiamo la direzione che mi avvicina agli altri raggi di sole per poi brillare di luce propria. Ecco: le Beatitudini sono otto raggi di sole, che sono la primavera della nostra fede. Sono otto raggi che scaldano il nostro cuore in tutte le stagioni della nostra vita! Sono otto raggi di sole dell’autenticità del cristiano.

Beati noi che siamo dei “poveri” cristiani!

Ma cosa vogliamo più dalla vita?

 

La Liturgia di Domenica 29 Gennaio 2017, IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

 

Vangelo
(Mt 5,1-12)
Beati i poveri in spirito

 

 Dal Vangelo secondo  Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «Beati i poveri in spirito» New York, La Liturgia di Domenica 29 Gennaio 2017, IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

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