Meditazioni

Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo

 

di Vincenzo La Gamba

 

Domenica 28 Febbraio, 2016 - IV di Quaresima

Il brano evangelico di questa Quarta domenica di Quaresima tratta la parabola del figliol prodigo. Osiamo dire che e' "ancora" una parabola moderna. Ma in verità è anche il riassunto della storia della salvezza ed una sintesi della storia personale di ogni credente.

Perché questa parabola e' "ancora" attuale? Sicuramente e' una di quelle parabole che tutti conoscono e nella quale molti padri si identificano allo stesso modo può essere identificato un figlio che si pente della sua "caduta di stile". Siamo di fronte ad un padre, quindi, e due figli come protagonisti assoluti di questa vicenda che rispecchia la nostra quotidianità. Uno,quello prodigo, irriconoscente verso il padre. L' altro, il fratello maggiore, obbediente al padre fino all' inverosimile, ma dal cui padre si sente "tradito" avendosi comportato bene tanto che crede di essersi guadagnato l'amore paterno.

Rivisitando le Le Sacre Scritture troviamo sempre i Farisei che credono di guadagnare una giusta relazione con Dio attraverso il comportamento da un punto di vista legale più che sentimentale. Chiariamo subito che i Farisei condividono la reazione del fratello maggiore e trovano giusto che il padre non debba accogliere il più giovane dei figli, che ha sperperato l'eredità datagli dal padre.

Tutto è sorprendente in questa parabola. Ha toccato più cuori questa parabola, da sola che tutti i discorsi dei predicatori messi insieme. Essa ha il potere di agire sulla mente, sul cuore e sulla memoria. Sa toccare le corde più diverse: il rimpianto, la vergogna e la nostalgia. Conveniamo che il "vero" protagonista della parabola é il padre, a cui importa una sola cosa: che il figlio sia tornato. D' altronde c'é un messaggio ben preciso in questo brano evangelico, che é il proponimento del figliol prodigo che dice: " Andrò da mio padre, e gli dirò: " Padre ho peccato!"

Chissà quanti fedeli si accosteranno al sacramento della riconciliazione durante questo periodo quaresimale! Ma se lo fanno e confessano i loro peccati possono dire apertamente: "Io ero morto e sono tornato in vita!"

L' Eucaristia é il banchetto di festa che Dio imbandisce per ogni figlio che torna. Questa parabola ci rivela più delle altre quanto é importante riconoscere che anche noi siamo peccatori in mezzo ai peccatori che Dio ama e perdona.

Come detto nelle precedenti domeniche, l'autenticità della nostra conversione é la penitenza della vita, accettata senza egoismo. Presi dai problemi quotidiani la vita ci logora, ma é appunto la banalità quotidiana che evidenzia la nostra conversione. Per esempio perdonare gli altri che ci hanno danneggiato; correggere le mancanze del nostro carattere; rispondere evangelicamente ad una provocazione; affrontare con fede e coraggio le sorprese della vita.

Fare tutto questo, nella banalità della vita di tutti i giorni, é conversione in progresso che realizza il programma delle beatitudini nella prospettiva della Pasqua, alla quale ci prepariamo degnamente durante questo cammino della salvezza dell' anima.

 

La Liturgia di Domenica 28 Febbraio 2016, III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)

 

Vangelo

(Lc 13,1-9)
Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo
 

 Dal Vangelo secondo  Luca

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» New York, La Liturgia di Domenica 28 Febbraio 2016, III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)

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