Meditazioni

E noi che cosa dobbiamo fare?

 

di Vincenzo La Gamba

Domenica 13 Dicembre, 2015 - Terza di Avvento

La terza domenica di Avvento presenta la figura di Giovanni Battista come segno della venuta della salvezza di Dio. Noto come il precursore e come primo cugino di Gesù, è da rilevare che la storia vive qui il suo culmine: il momento più atteso e più desiderato, il momento dell’annuncio del regno di Dio che comincia: il Messia sta per arrivare.

Nella tradizione dei grandi profeti dell’Antico Testamento, la parola di Dio è rivolta a Giovanni nel deserto. Giovanni - figlio di Zaccaria - diventa così profeta e precursore del Messia, cioè del Figlio di Dio venuto come il Salvatore dell’ umanità.

È uno dei brani che ci introduce meglio all' Avvento, un periodo di grande preparazione e riflessione spirituale in attesa del Dio Salvatore.

L' Avvento ci ricorda quali sono i valori essenziali e più conformi al Vangelo e all'attesa vigilante del Signore: conversione dei cuori, amore senza frontiere, impegno sociale ed amore per la giustizia.

Niente di tutto questo è possibile senza la conversione personale all' amore per Dio ed il prossimo. L' amore è come il motore di una macchina, che non necessariamente deve essere di grossa cilindrata, ma deve avere sempre benzina, perché altrimenti non è funzionale.

Teologicamente l' amore, per essere tale, deve avere sempre lo spirito dentro e fuori del nostro corpo e sempre dentro la nostra anima. Dice San Paolo: "che lo Spirito non venga mai a spegnersi". Ed è proprio cosi, amici fedeli.

Per le prossime settimane non è necessariamente indispensabile pensare al Natale, come festa di scambi di regali, preparazione di cibi tradizionali, uso di spumante e champagne.

Va da sé che questo sarà un Natale di sobrio. Sarà pure un Natale triste per molte oltre persone che hanno e vivono una vita miserabile e piena di angosce. Ma questo non è nemmeno un concetto accettabile in preparazione dell' Avvento.

L' Avvento è un evento spirituale, un percorso che "raddrizza i sentieri e spiana i terreni", cosi come predicava Giovanni il Battista nel deserto. E alla radice di questo evento spirituale si dovrà trovare il modo di avvicinarci di più al Salvatore, non a parole ma con i fatti.

Questo viaggio di fede, che coincide altresì con l' inizio dell' Anno della Misericordia proclamato dal Sommo Pontefice Papa Francesco lo scorso 8 Dicembre fino a Novembre del prossimo anno (2016), dovrebbe rappresentare la costruzione di una pista liscia, non tortuosa, in cui le montagne devono essere abbassate, allo stesso modo con cui, noi credenti, dobbiamo "abbassare" la nostra superbia attraverso la misericordia ed il perdono. Il concetto non è difficile a comprenderlo. E molto difficile attuarlo secondo gli insegnamenti di Gesù.

E va a pennello l' immagine inquadrante il livello sociale della nostra esistenza: "abbassare" le ingiuste disuguaglianze e "rialzare" i diritti umani, riempiendo le lacune della fame, dell' ignoranza e delle povertà.

In queste prossime settimane di preparazione è consigliabile pregare per la nostra conversione personale perché, cari fedeli, il futuro migliore si forgia nel presente, vale a dire l' Avvento del Signore produce speranza nel futuro.

E quanta speranza, misericordia e perdono il mondo ha bisogno. Ce lo dice ogni giorno il nostro beneamato Papa Francesco. Ascoltiamolo!

 

La Liturgia di Domenica 13 Dicembre 2015, III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C) - GAUDETE

 

Vangelo

(Lc 3,10-18)
E noi che cosa dobbiamo fare?
 

 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
 

La Gamba Vincenzo M. - Meditazioni: «E noi che cosa dobbiamo fare?» New York, La Liturgia di Domenica 13 Dicembre 2015, III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C) - GAUDETE

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