Meditazioni

Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria

 

 

di Vincenzo La Gamba

          Molte vote succede che sfogliando le pagine del nostro quotidiano in lingua Italiana - America Oggi-  si legge di un personaggio (non necessariamente religioso) che viene dall'Italia per visitare la sua comunità regionale o locale. Se il personaggio è noto e famoso la notizia non passa inosservata, altre volte si.

          Poniamo il caso che nell' odierno brano evangelico si pubblica questa notizia: “Arriva Gesù!” . Oggi come ieri (a Nazaret) la notizia approda con la velocità di un fulmine o - si direbbe oggi - di una e-mail.

          La fama del  Maestro sapiente e di potente guaritore, legata al suo nome, era conosciuta ed apprezzata da tempo per tutta la Galilea.  A Nazaret, però, quelle voci erano sempre state rimarcate da sorrisi maliziosi e scrollatine di spalle tra lo scettico e il curioso. Chi è Gesù?

          Chi è Costui?, la gente si domandava. 

          Comunque sia, quel determinato e particolare sabato il paese si raccoglie nella sinagoga e nella piazzetta antistante per ascoltare Gesù.  Paradossalmente quello che doveva profilarsi come un successo garantito, si tramuta ben presto in un clamoroso disastro: “e  Gesù non vi poté operare nessun prodigio”, annota amaro l’ Evangelista Marco, che rincara la dose, affermando: "Nessuno è profeta in Patria".

          Ed è vero, perché minuziosamente il brano ricostruito da Marco parte dall’ascolto (“molti ascoltavano”), si passa allo stupore (“rimanevano stupiti”), quindi alla perplessità (“da dove gli vengono queste cose?”), per finire nel disprezzo ( “un profeta non è mai apprezzato nella sua patria”).

          All' inizio, i presenti (nei riguardi di Gesù) sono presi dallo stupore: “Come mai sa così tante cose?  Non é Lui il figlio del carpentiere?"

          Poi la sorpresa prende un' altra piega: ma se Egli é uno di noi, come tira in ballo delle cose che non sono di questo mondo? Di conseguenza i suoi concittadini hanno poca fiducia in Lui. Ecco perché Gesù commenta con dolore: "Un profeta non é disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti ed in casa sua".

          Il cattivo inizio di Gesù, come profeta, evidenzia le difficoltà della Sua missione: Gesù é ascoltato con attenzione quando parla, ma, paradossalmente, non è accettato dalla Sua gente (gli ebrei).  Assistiamo, quindi, allo scontro tra l'orgoglio e l’umiltà, quasi uno scontro di ceto sociale, perché la gente del luogo abituata a sentirsi superiore non può e non vuole accettare la verità, sol perché é detta da Gesù, figlio del falegname Giuseppe e di Maria, la madre. 

          Però erano in molti a stupirsi della sua preparazione e dei suoi insegnamenti. C'è una frase del filosofo Pascal che potrebbe riassumere il concetto del Vangelo di oggi: "Dio non costringe nessuno a credere". Come dire, c' é luce sufficiente per chi vuole credere, mentre c'é buio sufficiente per chi non vuole credere.

          Molto spesso noi non sappiamo percepire la presenza di Dio nella nostra quotidianità. Sapete perché, cari amici? Abbiamo ridotto la nostra fede ad un "buffet", nel quale c'é cibo per tutti i gusti e come ben sapete in un "buffet" si sceglie quello che piace, e  non necessariamente fa bene alla salute. Apparteniamo ad una società che si abbandona ai piaceri; a cui piacciono i "gossip" e gli scandali e tutto quello che è negativo.

          Insomma prendiamo gusto di cose che una religione di amore e di carità non può condividere. Per chi non vuole credere é troppo poco per incontrare Dio; per chi vuole credere é più che sufficiente a sentire la presenza di Gesù Cristo. Come a Nazareth.

          Oggi più che mai c'é bisogno di uomini e donne credenti che, sull' esempio di Gesù, siano profeti e manifestazione di Dio per gli altri.

 

La Liturgia di Domenica 5 Luglio 2015, XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

 

Vangelo

(Mc 6,1-6)
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.

 

 Dal Vangelo secondo   Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
 

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.» New York, La Liturgia di Domenica 5 Luglio 2015, XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

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