Meditazioni

Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere

 

di Vincenzo La Gamba

E' uno dei pochi brani evangelici in cui si legge di Gesù che perde la pazienza. Qui, Gesù é veramente vinto dalla collera e da uno stato di nervosismo inusuale, dimostrando il suo lato umano come noi tutti suoi figli in terra.

Certamente avrà perso la virtù della pazienza avrà avuto mille ed una ragione. Immaginate: il Tempio di Gerusalemme, luogo di preghiera era diventato luogo di commercio, invaso da venditori di animali per il sacrificio di buoi, pecore e colombe. A questi si aggiungono i cambia-monete che fornivano il denaro legale per pagare l'imposta del Tempio.

Gesù, di fronte a tanta irriverenza e scempiaggine, fece una sferza di cordicelle e cominciò a scacciare i primi mercanti, rovesciando i tavoli ove operavano i cambia-valute.

Ma come? Può un luogo sacro alla preghiera essere un luogo di degrado?  Ecco. Immaginate la Cattedrale di San Patrizio a New York. Essa é un luogo visitato da milioni di persone all' anno (non necessariamente credenti cristiani). Immaginate, per un momento, che lungo i corridoi della Cattedrale si svolgano operazioni di mercato finanziario da parte dei "brokers" di Wall Street.

Sarebbe assurdo se in un Tempio della fede cristiana, a livello mondiale, ciò fosse consentito e che fosse tollerato da qualche scellerato della Arcidiocesi di New York.

Ebbene. i giudici di allora chiesero a Gesù ragione della Sua condotta di ira e di collera. Gesù rispose loro con questo enigma: "Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere".

Anche questa volta Gesù ha voluto dare ai giudici una risposta enigmatica, che enigmatica a noi non é, sapendo che Gesù quando parlava del Tempio si riferiva al Suo corpo e riferendosi al terzo giorno dopo la Sua morte, voleva significa il giorno della Sua Risurrezione.

Come avrebbero dovuto sapere i giudici di tutto questo, se Gesù, da loro, non era considerato il Messia?  Ed anche se lo avessero accettato come Messia, non era per loro concepibile che un Messia, potesse morire sulla Croce.

Il messaggio di questa domenica é questo: tutte le religioni hanno avuto, hanno ed avranno sempre un luogo sacro in cui congregarsi. Tutte le religioni hanno quindi una Chiesa, un Tempio, un Santuario, una Sinagoga od una Moschea.

In questi luoghi sacri, si adempiono delle funzioni di carattere religioso, luoghi, quindi, che sono segni della presenza divina; luoghi della convocazione del popolo, dove si entra in comunione con il mistero, costituito dal mondo del sacro.

Noi cattolici credenti, battezzati nello Spirito di Gesù, siamo noi stessi il Tempio di Dio. Ed é molto importante rimanere nella grazia del Signore, perché é "uscendo" dal Tempio che tocchiamo con mano la verità o la menzogna del nostro culto o della nostra religione.

Non é, dunque, entrando in Chiesa, che ci rende cristiani credenti, ma é importante esercitare il nostro spirito di cristianità non solo dentro, ma fuori dal Tempio. Dentro, pregando. Fuori, operando per la preghiera, imitando Cristo nel Vangelo e i Suoi insegnamenti.

Solo così non saremo mai "mercanti" di religione, ma "sentinelle" del messaggio del Signore, perché c'é di bisogno di trasfondere il culto nella vita e la vita nel culto, assumendoci la dimensione religiosa di tutta la nostra esistenza.

 

La Liturgia di Domenica 8 Marzo 2015, III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)
 

Vangelo

(Gv 2,13-25)
Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere
 

 Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
 

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» New York, La Liturgia di Domenica 8 Marzo 2015, III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)

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