Meditazioni

Non potete servire Dio e la ricchezza

 

di Vincenzo La Gamba

 

Il brano evangelico di oggi e' indubbiamente uno di quelli che e' figlio di una attualità assoluta in uno stato sociale in cui la mancanza di alti valori morali (e tanto altro) si riflette nella nostra "società globalizzata" in molto assolutamente negativo.

Non scopriamo oggi che il verso finale dell' odierno Vangelo di Luca: "Nessuno può servire a due padroni" ha una valenza esponenziale in quanto ci pone di fronte al problema del denaro.

Il messaggio di Gesù e' semplice: tra i due Padroni meglio sceglierne uno, quello cioè che ci esorta a fare sempre uso della ricchezza spirituale. Vale la pena ricordarvi, cari amici fedeli, quello che scrisse San Paolo al riguardo nella sua Lettera a Timoteo: " l'attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali" (1 Tm 6, 10).

Quanto ha scritto Luca due mila anni fa vale anche oggi, anzi di più. Il suo Vangelo consiste in una parabola riguardante un amministratore disonesto, lodato dal padrone perché furbo, perché avveduto, perché realista. Pur non di meno licenziato, tolto dall'alto del suo incarico, ma con il paracadute, perché il padrone "loda quell'amministratore disonesto..." e Gesù vuole mettere un po'd'ordine alle cose dicendo: "I figli di questo mondo ... sono più scaltri dei figli della luce".

Sembrano a questo punto echeggiare le parole di Papa Francesco che in questi sei mesi di Pontificato applica con misericordia e tenerezza l' essenza della povertà. Ecco perché e' capito da tutti, specialmente dai non cattolici credenti. E' bello rilevare che questa eco ha una risonanza mondiale ed e' anche attuale la conclusione dell'odierna parabola, che dovremmo comprenderla tutti, per costruire assieme un mondo migliore: "Nessuno può servire due padroni... Non potete servire Dio e il denaro".

Queste due frasi possono essere benissimo applicate ai coniugi, ai business managers e sopratutto ai tutti politici corrotti (ma non voglio entrare nella fattispecie nelle faccende politiche italiane, ma non solo, perché può essere fuorviante).

C'e' da rilevare una sola cosa: può un "servo furbo" servire due padroni? Analizziamo bene una delle frasi salienti dell'odierno brano evangelico di Luca: "Devi cento barili? Siediti e scrivi cinquanta" dice l'amministratore ad un debitore del suo padrone. L'amministratore imbocca una logica nuova: regala olio e grano, regala vita per essere amato dal prossimo.

Riflettiamo bene: allo sfruttamento subentra il dono, l'accoglienza riscatta l'ingiustizia. Ed è questa accortezza che Gesù elogia. Questo è già servire i disegni di Dio e non la logica di mammona (che significa denaro idolatro). Anche Dio alla fine sarà accoglienza. E nelle braccia degli amici ad accoglierti ci saranno le braccia di Dio. Gesù entra nella vita - e nella parabola - dal basso, dal povero, pensando a coloro cui è stato ridotto il debito, al sorso di vita che ricevono, alla felicità e alla riconoscenza che nascono. Questa rete di relazioni positive importa di più.

Gesù nell'amministratore infedele indovina già un uomo circondato di amici. E un uomo così è un uomo buono, forse è già un uomo salvato. Una cosa è certa: secondo Gesù gli amici importano più dei soldi. Sono loro la misura di una vita riuscita.

Siamo nella vita solo amministratori? Diciamo pure che neppure noi siamo padroni della nostra vita: viene da altri e va verso altri. Si può ammettere di essere amministratori infedeli? Può anche darsi. Ma per tutti noi è tracciata la via del riscatto: fare il bene comunque. Il bene è sempre bene, è comunque bene. Gesù insiste su questo concetto: anche se hai fatto del male, copri il male di bene. Hai causato lacrime? Ora rendi felice qualcuno. Hai derubato? Dona a qualche povero. Unica è la strategia di Dio: coprire il male di bene, perfino con ciò che è servito a fare del male, con la disonesta ricchezza. Perché il bene conta di più; una spiga di buon grano vale più di tutta la zizzania.

"Nessuno può servire a due padroni" ci ha rammentato Gesù esortandoci, al punto che tra i due Padroni meglio sceglierne uno, quello cioè che ci esorta a fare sempre uso della ricchezza spirituale, perché chi dona al povero fa un prestito a Dio!

 

La Liturgia di Domenica 22 Settembre 2013,  XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
 

Vangelo (Lc 16,1-13)
Non potete servire Dio e la ricchezza

 

 Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Non potete servire Dio e la ricchezza» New York, www.galatro.org, La Liturgia di Domenica 22 Settembre 2013,  XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

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