Meditazioni

"Anche voi tenetevi pronti"

 

di Vincenzo La Gamba

 

Viviamo giorni difficili. Sono finiti i giorni d'incanto e anche quelli di una comoda sicurezza. Quello che potevamo fare anni fa, ora non possiamo più farlo.

Le cose diventano sempre più complicate. I viaggi che potevamo fare senza paura in tutto il mondo sono finiti, perché molti hanno paura del terrorismo internazionale. Ci sono pericoli dovunque: conflitti internazionali, difficoltà interne a un paese, rapinatori all'angolo di ogni strada e piazza. Quasi ogni settimana ci sono voci di nuove guerre; quasi ogni giorno sembra che stiano per scoppiare nuovi conflitti: autobombe, arresti, scioperi, violenza in ogni parte.

In tutto questo rimane il lieto annuncio del Vangelo: «Non aver paura, piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre di darvi il regno». Una promessa e niente di più, è la sola cosa che sembriamo avere. Niente altro. É sufficiente per aiutarci a sopravvivere, a tener duro, a renderci abbastanza motivati per continuare?

Per Abramo fu sufficiente, come e' scritto nella seconda lettura. In forza di questa promessa Abramo lasciò la città in cui viveva. Fidandosi di questa promessa cominciò a vivere come un nomade sotto la tenda, sempre in cammino, guardando verso la città fondata, disegnata e costruita da Dio. Non la vide mai e non poté mai arrivarvi. Tutta la sua vita fu piena di complicazioni ed ebbe molti buoni motivi per dubitare.

Gli era stata promessa una discendenza numerosa come le stelle del cielo, eppure, fin quasi al momento della morte, non ebbe alcun bambino da Sara. Quando finalmente gli nacque un figlio, Dio gli domandò di offrirlo a lui in sacrificio.

Abramo continuò a credere a causa di quel sogno, in forza di quella città che gli era stata promessa, una dimora che non vide mai realizzata nella sua vita.

Abramo è un buon esempio di che cosa può fare una promessa nella vita di una persona. Non siamo anche noi nella stessa situazione? Abbiamo forse qualcosa in più di una semplice promessa?

Sì, abbiamo qualcosa in più. Siamo andati avanti, siamo più vicini. Abbiamo un modello tangibile; abbiamo con noi qualcosa che si è già compiuto. Lo abbiamo in una celebrazione come questa che stiamo facendo. Qui e ora realizziamo quello che non possiamo realizzare nella vita di ogni giorno. È qui e lo abbiamo: il Signore!

Talvolta in un'assemblea riunita in chiesa, come la nostra, ci sono famiglie che non si amano, perfino che si odiano reciprocamente. Non si stringono la mano. Dicono ai bambini di non giocare fra di loro. Non si parlano e non si guardano neppure. Sono l'una per l'altra come aria, invisibile e rarefatta, eppure inquinata.

 «Non aver paura, piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre di darvi in dono il regno».
Non è solo una promessa, ma una realtà, qui e ora, che non è ancora pienamente compiuta, e tuttavia è il modello di un futuro migliore.

Dio ha acceso nei nostri cuori una grande luce con la speranza e la certezza della vita eterna. E il pensiero nella vita eterna ci aiuta a vivere nella bontà, nella fiducia, e secondo le parabole di Matteo, ci aiuta a vivere attenti e vigilanti, a trafficare al massimo i nostri talenti, ad amare in concreto il prossimo. E il Signore dirà ai suoi discepoli, che hanno resistito alle tentazioni del mondo, che hanno creduto, sperato e amato, che hanno dato il giusto valore a tutte le cose terrene in vista della vita eterna: "Vieni servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore". É la grazia più bella e più grande; è l'unica grazia di cui abbiamo bisogno.
 

La Liturgia di Domenica 11 Agosto 2013,  XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
 

Vangelo (Lc 12,32-48)
Anche voi tenetevi pronti

 

 Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Anche voi tenetevi pronti» New York, www.galatro.org, La Liturgia di Domenica 11 Agosto 2013,  XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

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