"Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada"
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di Vincenzo La Gamba
Il Vangelo di Luca é noto per avere una struttura del tutto originale e a partire da questa domenica inizia il cosiddetto "inserto Lucano", dieci capitoli in cui l' Evangelista Luca parla di un lungo viaggio che Gesù compie verso Gerusalemme. É il solo degli Evangelisti che parla di Gesù, incamminatosi in un interminabile viaggio verso la Passione, morte e Sua Risurrezione. C'é qualcosa di più in questo brano evangelico che fa riflettere. Si nota in questo vangelo domenicale che Gesù é "rifiutato" ed "allontanato" da parte di tanti, quelli per i quali donerà la Sua vita. Parallelamente sono soli pochi coloro i quali seguono Jesu' verso Gerusalemme: i Suoi discepoli. Ma era scontato, non é vero? Per la sola ragione che Gesù (nel vangelo della scorsa domenica) aveva detto ai discepoli : " ... bisogna rinnegare se stessi e prendere la croce..." (Lc 9, 23). Cosa e' quindi il significato di essere un discepolo di Gesu' al giorno d' ogg? Il vero discepolo di Gesu', allora come oggi, e' uno che sa che la scelta del Vangelo è – appunto – una scelta, uno che sa valutare il fallimento del proprio annuncio nella paziente logica del Vangelo. Lo sconcertante episodio introduttivo del Vangelo ci dice che non basta una bella esperienza di fede per avere un cuore convertito, né un'intensa vita di preghiera per non cadere nel rischio di fanatismo e di intolleranza. Molte volte misuriamo la nostra pastorale dai risultati. Animo, confratelli e consorelle, se gli sforzi non sono capiti. Coraggio diciamo agli educatori e catechisti, se il vostro unile servizio e fedele non è apprezzato. La logica del Regno è in questa sconfinata fede che, davvero, ci fa credere che Dio solo suscita la fede. Il discepolo dimora nella pace, perché sa che è il Maestro che annuncia e conosce, e noi a corrergli dietro... Il discepolo non cerca Dio per placare la propria insicurezza. C'e' di piu' : tanti, anzi tantissimi cristiani si rivolgono a Dio solo per avere certezze. Ne fanno della propria fede una cuccia, un nido. Sono spaventati dal "mondo", che vedono sempre come un luogo pieno di pericoli, non escono dalla propria parrocchia, dal proprio movimento, perché intimoriti da una logica anti-evangelica che non riescono ad accogliere con serenità e criticità. Il discepolo che segue il Signore della vita, colui che è più di ogni affetto, più di ogni relazione, più di ogni emozione, chiede di ridimensionare anche i rapporti famigliari, nella logica del Vangelo, sapendo che anche l'amore più assoluto, più intenso è sempre e solo penultimo rispetto alla totalità assoluta di Dio. Perciò abbandona i sentimenti e le relazioni all'apparenza splendide ma che, a volte, nascondono ambiguità e schiavitù. Il discepolo vive l'amore, ogni amore, i rapporti, ogni rapporto, come un riflesso adulto e maturo dell'amore che Dio riversa nel proprio cuore, sapendo che anche i rapporti famigliari rischiano di cadere nella trappola del ruolo senza nutrirsi dell'autenticità e del rispetto.
Non basta avere
generato un bambino per essere padre, non basta allattare un neonato
per essere madre. Gesù sa che i rapporti di discepolato, talora,
sono più intensi e veri degli stanchi rapporti famigliari. Inquietante, vero? |
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La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada» New York, www.galatro.org, La Liturgia di oggi Domenica 30 Giugno 2013, XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) e-mail: VJIM19@aol.com |
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