Meditazioni

"Tu sei il Cristo di Dio.
Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto"

 

di Vincenzo La Gamba

 

"E voi, chi dite che Io sia?", domanda Gesù ai Suoi Discepoli. Pietro é il più lesto a dire: "Tu sei Cristo di Dio", cioè il Verbo incarnato. Gesù non disapprova la confessione di Pietro, ma dice ai Suoi di non dirlo a nessuno.
Ma la Sua é una domanda profonda, perché il Messia non intende scoprire cosa pensano gli Apostoli intorno alla Sua figura, ma appurare che lo abbiano davvero riconosciuto per quello che Egli voleva mostrarsi.

Fondamentalmente il senso della domanda di Gesù é questo "Chi sono IO per voi?", cioè sono un uomo qualunque oppure qualcuno che vi cambierà la vita, uno che intende lasciare una traccia nella vostra formazione spirituale?

Ancora in un senso diretto "Mi state accettando come il Verbo di Dio fatto uomo o avete dei dubbi, perché se ne avete veramente non mi potete seguire".

Più ancora profetico quando Gesù dice ai Suoi Apostoli: "Chi vuole essere mio Discepolo, prenda la propria croce tutti i giorni e mi segua....".

Attenzione: soffermiamoci sul senso della parola croce. Se é vero che Gesù nei Vangeli annuncia la Sua morte, Egli mai annuncia la Sua crocifissione: dell'argomento croce sta parlando soltanto adesso ai Suoi Apostoli, per sottolineare la pesantezza del fardello che va accettato nell'essere cristiani.

Nessuno di noi può evitare i dolori, le pene, le sofferenze, cioè le nostre croci quotidiane, che non devono avere la matrice cattolica cristiana. Non importa, in sostanza a quale religione l'uomo possa appartenere o quali siano le sue convinzioni. Non é neppure importante come identificarla la croce, cioè come la iella, la malasorte, la sfortuna, prova del destino.... sempre di croce si tratta, ossia delle difficoltà e delle vicissitudini della vita.

La nostra che é una religione in cui i simboli hanno una certa rilevanza, non deve confonderci con il simbolo della croce, che non é sofferenza, come taluni credono, ma Risurrezione, cioè nella misura in cui si accetta la croce, come difficoltà intrinseche, si accettano pure i benefici futuri che essa non manca di arrecare a chi vive soffrendo.

Un'altra riflessione é questa. "Chi dite che IO sia?" é una domanda fondamentale perché implica la nostra identità cristiana. In un Maestro dello spirito la cosa più importante é la Sua dottrina, ma questo non é il caso di Gesù. La cosa più attraente della Sua persona é che vive, oggi come ieri, in ogni epoca della storia, nel mondo, nella Chiesa, in noi tutti. É triste sapere che se Egli non vivesse in noi, questa Sua domanda ci lascerebbe freddi e parassiti. Non é vero?

Ma Egli é attuale, vive in mezzo a noi attraverso lo Spirito, perché Egli così ha detto nel giorno della Pentecoste, che abbiamo celebrato quattro domeniche fa.

Cristo vive oggi ma, badate bene, non é un semplice ricordo storico. É molto importante percepire Gesù Cristo come é in realtà: non come figura del passato che visse in Palestina più di duemila anni or sono, ma come una persona viva, cioè é la figura di Gesù. il vivente, che é la base più solida della nostra fede. Il Gesù della nostra fede é il Signore risorto e la croce é il simbolo della Risurrezione.

Noi cristiani abbiamo il privilegio di non subirla con rassegnazione, bensì di abbracciare la croce con fiducia e speranza. Nella nostra comunione con Gesù Cristo la croce diventa un strumento di salvezza, di conversione, di profonda fede.

Gesù premia chi accetta le penitenze e le sofferenze e non stiamo parlando solamente di Santi, ma di persone che vogliono "seguire" il Maestro portando la croce. Ma diciamo la verità. Non tutti sanno portare la croce o, addirittura, la fanno portare agli altri per esserne dispensati. Costoro non capiranno mai il significato del brano evangelico odierno che Luca, a differenza di Matteo, non vede Gesù soddisfatto: non basta che noi riconosciamo (come Pietro) che il Maestro é "Il Cristo di Dio", ma se noi non seguiamo "Il Cristo di Dio", la nostra é una vita monotona, senza senso, senza fede, senza problemi. La croce più grande e il problema più assillante é proprio quello di non avere né croci né problemi.  Non é di questo mondo!
 

La Liturgia di oggi Domenica 23 Giugno 2013:   XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C);  NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA (Messa della Vigilia)
 

Vangelo (Lc 9,18-24)
Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto

 

 Dal Vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto» New York, www.galatro.org, La Liturgia di oggi Domenica 23 Giugno 2013:  XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C),  NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA (Messa della Vigilia)

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