Meditazioni

"Egli doveva risuscitare dai morti"

 

di Vincenzo La Gamba

Nel giorno in cui si celebra la Santa Pasqua nel mondo cattolico viene voglia di gridare:"Il Signore è Risorto per farmi Risorgere!". Una frase che ci può accompagnare tutta la vita. E voi direte: Com' e' possibile?

Prima di ogni cosa noi non siamo come Lui. Gesù  è venuto in terra: si è Incarnato per noi, si è fatto Uomo per noi, risuscitando per andare nel Regno del Padre Suo, nel quale ci aspetta.

Si! Noi non siamo come Lui! Però la Pasqua ci invita a "Risuscitare" quanto la vita può avere mortificato e dimenticato. È un bel simbolismo la Pasqua, non è vero?  Certamente. Anzi la Pasqua è di più.  È  un "passaggio".  Per gli ebrei è il "Passover", cioè il passaggio dalla schiavitù alla libertà.

Per noi cristiani è il "passover", ovvero è il passaggio dalla tristezza alla gioia, dal dubbio alla certezza, dalla degradazione alla dignità.

È , infine, il trionfo della nostra fede. Chi non ha fede deve fermamente credere che con la morte non finisce la vita, ma che da questa vita rinasce una nuova vita. Se non si capisce questo concetto fondamentale non si può essere seguaci di Cristo!

Nella Pasqua ci identifichiamo tutti e per un giorno ci ricordiamo delle persone con cui non si va d'accordo. A Pasqua ci si perdona, ma è difficile farlo, non è vero? Non vi capita, a volte, che ottimi rapporti di amicizia, di lavoro, di famiglia e di professione possono incontrare momenti negativi? 

Non vi capita spesso che fasi di incomunicabilità sono pericolosamente lunghe?

Con la festa della Pasqua bisognerebbe "Risuscitare" anche nel dialogo con le persone con cui lo si è perso per cose futili e trovare queste occasioni per vincere i silenzi.

A Pasqua ci si perdona per quello che si è mal subito e per quello che si è fatto contro gli altri: un torto, una calunnia, un diverbio oppure una lite.

A Pasqua ci si augura che quel male che si è fatto non venga a ripetersi perché quando si "risuscita" in Dio, ogni male è perdonato. Ma fondamentalmente la Pasqua è una festa che la Chiesa ci insegna come la festa della salvezza, del trionfo della vita sulla morte.

È il fondamento della nostra fede, la sorgente della nostra giustificazione,  la stupenda realizzazione delle nostre aspettative più intime.

La Pasqua, nel linguaggio ecclesiastico, è la fondata speranza che ci catapulta nel Regno di Dio. È il giorno in cui bisogna cantare con immenso gaudio l'Alleluia e farlo vibrare e sentire da tutte le parti del pianeta: Resurrexit! Gesù è Risorto!

Parallelamente la "Via Crucis" si trasforma in "Via Lucis", dopo il miracolo della Pasqua, la Pasqua della Risurrezione. La "luce" del Vangelo ci proietta dalla Risurrezione alla Pentecoste e ci accompagna per cinquanta giorni perché la Pentecoste è il periodo più suggestivo e rivelatore della Chiesa: Gesù ha trionfato dopo aver umanamente sofferto in terra dove ha mandato lo Spirito Santo, cioè l' unione d' amore tra Dio Padre e Dio Figlio che ci vede e ci aspetta, seduto alla destra di Suo Padre, per farci entrare nel Regno dei Cieli, che Egli ha preparato per noi.

La felicità del Cielo non è un regalo, ma un giusto premio al nostro lavoro fatto in terra. La felicità terrena non è uguale a quella in Cielo, perché siamo nati per soffrire.

Accontentiamoci almeno di un giorno, quello della Pasqua, per "risuscitare" quanto la vita ci fa  mortificare, soffrire e penare. A voi cari fratelli e sorelle in Cristo, Buona Pasqua assieme alle vostre famiglie!

 

La Liturgia di oggi Domenica 8 Aprile 2012 , DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO B)

Vangelo (Gv 20,1-9)
Egli doveva risuscitare dai morti

 Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

La Gamba Vincenzo - Meditazioni:  «"Egli doveva risuscitare dai morti". Il Signore è Risorto per farmi Risorgere! La Pasqua è il fondamento della nostra fede, la sorgente della nostra giustificazione,  la stupenda realizzazione delle nostre aspettative più intime.» New York, www.galatro.org, La Liturgia di oggi Domenica 8 Aprile 2012 , DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO B)

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