Meditazioni

"Dicono e non fanno"

 

"Maestro, quale è il più grande comandamento della legge?", con questa domanda trabocchetto uno dei farisei credeva di mettere Gesù in soggezione. La risposta però è l' essenza del nostro credo cristiano: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente"

 

di Vincenzo La Gamba

Per capire la differenza dei precetti della legge mosaica e gli insegnamenti di Gesù (in questo odierno Vangelo) si deve ricorrere ai numeri. La legge mosaica spiegava tutto in 613 precetti, 248 dei quali erano prescrizioni positive e 365 (quanti i giorni dell' anno) erano negative.

 

Per cui, quando uno dei farisei, per mettere Gesù alla prova,  gli chiese: "Maestro, quale è il più grande comandamento della legge?", credeva di metterLo in soggezione, perché la domanda, certamente astuta, é fondamentalmente  una domanda trabocchetto.

La risposta di Gesù è l' essenza del nostro credo cristiano, cioè: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il più grande ed il primo dei comandamenti: il secondo è simile al primo: "Amerai il prossimo tuo come te stesso".

 

Amerai con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente.  Per tre volte Gesù ripete l'appello alla totalità, all'impossibile.  Certo, l' uomo  ama, ma Dio non ruba il cuore degli uomini, lo moltiplica. E questo perché lo ha fatto più grande di tutte le cose create messe insieme.

 

Ritorniamo alla domanda trabocchetto del fariseo. Gesù risponde, ma come? Risponde con due inviti, raccogliendo dentro tre oggetti d'amore e proietta il cuore in tre direzioni: ama il tuo Signore, ama il tuo prossimo, come ami te stesso. Terzo comandamento sempre dimenticato. Perché se non ami te stesso non sarai capace di amare nessuno.

 

Per essere buoni cristiani, il nostro scopo principale è avere un cuore a più voci, in cui l'amore di Dio è come la melodia principale di un canto attorno al quale può dispiegarsi il contrappunto degli altri amori.  Ama Dio con tutto il cuore non significa ama Lui solamente, ma amaLo senza mezze misure,  senza reticenze, senza mediocrità.

 

Enfatizza San Giovanni: “Dio è amore", per dirci che se Dio non fosse amore la nostra vita non avrebbe senso. Dio è amore e come tale si è rivelato andando incontro all' uomo per mezzo della sua parola fatto uomo, Gesù Cristo.  A sua volta, anche l' uomo viene definito come un essere fatto per amare e per essere amato.   

 

Ma non solo l' uomo ma anche la donna é un essere  creato per amare. 

 

Questo risulta più affettivo. Infatti, definire l' uomo come un essere che ama e ha bisogno di essere amato è più vicino alla realtà psicologica e centrale della persona, in linea con il concetto antropologico di Vaticano II. D' altro canto, Dio conosce bene la nostra psicologia: Dio si rileva come amore che cerca l' uomo e chiede una risposta di uguale natura affettiva, perché ciò che è "affettivo è effettivo".

 

È vero pure che tutto l' insegnamento e la legge di Cristo si riassumono nell' amare Dio ed il prossimo.  Il messaggio del Vangelo odierno di Gesù è questo: Dio ama l' uomo e la donna assieme. Messaggio che ci dovrebbe far impazzire di gioia per Dio, come accade ai Santi.

 

I Santi, infatti, si innamorano di Dio perché i Santi sono gli intercessori di Dio in terra. A volte si esagera affermando che in un mondo in cui viviamo non c'è spazio per la Santità. Ma esempi palpabili, alla fine del secondo millennio, sono stati San Pio da Pietrelcina, Madre Teresa e centinaia di altri, che non sono ancora Santi (è il caso dell' indimenticato Papa Giovanni Paolo II).

 

A volte si pensa che il contrario dell' amore è l' odio. Non sono d' accordo! Il contrario dell' amore è l' indifferenza, perché l' odio è spesso una variante impazzita dell' amore.  L' indifferenza, secondo me, riduce a nulla l' altro, non lo vedi neppure. E nessuno ha il diritto di ridurre a nulla un uomo ed una donna. L' indifferenza avvelena la terra, uccide e lascia morire: è la linfa segreta del male!

 

 

La Liturgia di oggi Domenica 30 Ottobre 2011, XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Vangelo (Mt 23,1-12)
Dicono e non fanno.

 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
 

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «"Dicono e non fanno" "Maestro, quale è il più grande comandamento della legge?", con questa domanda trabocchetto uno dei farisei credeva di mettere Gesù in soggezione. La risposta però è l' essenza del nostro credo cristiano: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente"» New York, www.galatro.org, La Liturgia di oggi Domenica 30 Ottobre 2011,  XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

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