Meditazioni

"La memoria del bene ricevuto è promessa del bene futuro"

 

Se ci pensiamo bene, accade anche a noi, a volte, di stare incantati e sperduti nel ricordo di una persona amata che non c'è più, e che tuttavia vorremmo ancora avere vicino a noi; oppure incantati e sperduti nel ricordo di quei momenti belli della vita in cui abbiamo conosciuto una consolazione, una certezza, una promessa. Con la salita al Padre, Gesù vuole completare la sua missione. Quale?

 

di Vincenzo La Gamba

Mentre in America il giorno dell’Ascensione viene celebrato di giovedì (come ai vecchi tempi) in Italia questa solenne festa é stata “spostata” a Domenica. Seguendo, quindi, il calendario liturgico della Chiesa Italiana tratteremo la festività solenne dell’Ascensione che cade proprio oggi.

A qualche anno di distanza dalla morte di Giovanni Paolo II, ritornano alla mente le immagini di quelle centinaia di migliaia di persone, tra cui molti giovani. Tra loro alcuni piangevano. Altri sorridevano, ma anche loro con le lacrime agli occhi. Fermiamoci un momento su quest'immagine.

Il pianto e il sorriso commosso: forse sono le due chiavi migliori per riflettere sulla festa dell'Ascensione di Gesù.

Il duplice atteggiamento, del pianto e del sorriso commosso, accompagna non solo il momento del distacco definitivo, ma un po' tutti i quotidiani distacchi di cui è costellata la nostra vita: la figlia che si sposa, il figlio che va a studiare in un'altra città, il genitore che va fuori da New York per motivi di lavoro.

Gesù aveva preparato i suoi amici con grande franchezza: "Se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore". La sua dipartita è accompagnata dalla promessa di un dono, che rimarrà tra noi per sempre. "Voi piangerete" aveva previsto il Maestro. Ma poi aveva aggiunto: "Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo".

Esiste una bella immagine, che riassume simbolicamente l'atteggiamento di resistenza davanti ai distacchi affettivi: Maria Maddalena, che trattiene Gesù risorto, il mattino di Pasqua, nel giardino del sepolcro. Lo vorrebbe avere per sé sempre, senza mai perderlo. Le è difficile separarsi dalla presenza fisica del Maestro, proprio perché per lei è importante poter continuare ad ascoltare la sua voce, vederlo, godere della sua compagnia.

E Gesù le dà quella risposta, così strana e difficile da comprendere, forse anche un po' secca: "Non mi trattenere!" che in latino suona così: Noli me tangere!

Se ci pensiamo bene, accade anche a noi – a volte – di stare incantati e sperduti nel ricordo di una persona amata che non c'è più, e che tuttavia vorremmo ancora avere vicino a noi; oppure incantati e sperduti nel ricordo di quei momenti belli della vita in cui abbiamo conosciuto una consolazione, una certezza, una promessa.

Gesù vuole completare, con la salita al Padre, la sua missione. Questa missione vale più di tutto. Tante volte non vogliamo crescere: quello che abbiamo è una sicurezza e chi ce lo toglie ci fa un torto. I discepoli avevano trovato in Gesù il senso della loro vita. Ecco perché desideravano rimanere ancora con Lui e trattenere in terra (per sempre) la Sua presenza. Dunque il dramma e la disperazione potrebbe essere la verità di quel distacco. E poi perché drammatizzare o disperarsi se Gesù ci ha dato la buona notizia della salvezza? Perché pensare ad una consolazione per pochi e non la promessa di vita per tutti? Dalla fine della Sua presenza terrena è partito l'annuncio del Vangelo, che è più diretto proprio perché Gesù non è stato trattenuto sulla terra. Per questo motivo Gesù ha potuto salvare ogni uomo e ogni donna.

Il messaggio di Gesù nell’odierno Vangelo é diretto e chiaro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Così fecero i discepoli, a partire dal giorno di Pentecoste, incamminandosi decisi per la loro missione. E così può accadere anche per noi, in questa settima domenica di Pasqua: la memoria del Cristo risorto ci indica la mèta del nostro cammino. Possiamo allora ripartire pieni di fiducia? Certo che si!                    

La memoria del bene ricevuto è promessa del bene futuro.

La Liturgia di oggi Domenica 5 Giugno 2011, ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO A)

Vangelo (Mt 28,16-20)
A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra

 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «"La memoria del bene ricevuto è promessa del bene futuro". Se ci pensiamo bene, accade anche a noi, a volte, di stare incantati e sperduti nel ricordo di una persona amata che non c'è più, e che tuttavia vorremmo ancora avere vicino a noi; oppure incantati e sperduti nel ricordo di quei momenti belli della vita in cui abbiamo conosciuto una consolazione, una certezza, una promessa. Con la salita al Padre, Gesù vuole completare la sua missione. Quale?» New York, www.galatro.org, La Liturgia di oggi Domenica 5 Giugno 2011, ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO A)

Home