Meditazioni

Il periodo della Quaresima é un combattimento senza sosta nella lottare contro il male

 

di Vincenzo La Gamba

Con il Carnevale finito siamo ormai entrati nel grande deserto: quaranta giorni di autenticità, di preparazione alla Pasqua, quaranta giorni in cui dovremmo  fare un esame di coscienza. E' il periodo più opportuno per addentrarci negli abissi dei nostri cuori per capire in che direzione stiamo andando.

La Quaresima é un pellegrinaggio personale e comunitario di conversione e di rinnovamento spirituale.  Quel che fondamentalmente conta è ritornare a Dio, con animo pentito, con animo e spirito nuovo.

Il brano evangelico domenicale, così come lo narra Luca, é di quelli che trattano la "tentazione",  parola pesante che recitiamo nel Padre Nostro....."non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen".

Ovviamente Gesù non é stato (durante i quaranta giorni nel deserto) convinto dal diavolo, tanto che alla fine Gesù gli risponde: " ...non tenterai il Signore Dio Tuo", come per dire non l’avrai mai vinta con me e con chi crede in me.

Il periodo della Quaresima é, appunto, un combattimento senza sosta, nel quale vanno utilizzate le armi della preghiera, del digiuno e della penitenza. Il che significa che lottare contro il male, contro ogni forma di egoismo é il modo giusto di interpretare umiltà e pazienza, generosità e perseveranza.

Il deserto. É il luogo dove uno maestro elementare come Carlo Carretto (Lettere dal deserto. Casa Editrice La Scuola) ha trovato Dio all’età di 44 anni. Una testimonianza la sua, che ha un po' toccato anche me, in modo sensibilmente straordinario. Carlo ricevette la chiamata alla vita contemplativa: "Lascia tutto e vieni con me nel deserto".

Nel deserto, Carretto ha trovato la sua felicità con Dio, divenendo seguace di Charles de Foucauld, fondatore dell’ordine "Piccoli Fratelli di Gesù”, e dopo essersi privato di tutte le cose materiali, si avviò alla vita missionaria in Africa, dimostrando che non c’è bisogno di essere diversi da ciò che si è.  No, nel deserto Carlo si é scaricato di tutto il superfluo. Nel deserto ha imparato a sopportare l’ inaudito frastuono del silenzio.

Nel deserto dovremmo andarci anche noi per levarci la maschera e chiederci: chi siamo?

Nella professione di fede della Prima Lettura, Israele ricorda l’essenziale della propria fede: "mio padre era un Arameo errante". Sì, cari fedeli, noi siamo pellegrini in questa terra: la nostra patria è altrove. Lasciate stare gli inutili faraonici progetti della vostra vita, abbandonate ciò che sa di materialistico,  di sicurezza a tutti i costi, valutate ciò che vi appesantisce: siamo pellegrini. Pazienza, quindi, nel raggiungere la meta. Il deserto rivela la nostra natura profonda di viandanti; e il viaggio ricorda quali precarietà, stupore e e nel contempo tanta e tanta fiducia. 

Gesù nel deserto sceglie in che modo essere Messia. Rifiuta le tentazioni per giocare in pieno la sua libertà. Gesù rifiuta la tentazione del pane, che riduce l’uomo a sopravvivere intorno alle "cose": denaro, lavoro, vacanze, vestiti. Gesù rifiuta un messianismo di gloria e di gesti mirabolanti. Gesù rifiuta il potere (ma come? Rifiuta ciò che noi desideriamo?). Infine Gesù rifiuta l’immagine di un Dio che compie miracoli, un Dio eclatante.

Come sarebbe bello imitare Gesù nell’aridità delle nostre anime peccatrici. Quanto sarebbe bello poter avere quaranta giorni davanti per guardare al nostro cuore (e peccare di meno)? Quaranta giorni sono sufficienti per vivere le Beatitudini e riflettere sull’esigenza del Vangelo. La Chiesa, da duemila anni, propone tre strade: la preghiera, il digiuno, e la penitenza.

Giù la maschera. É iniziata la Quaresima!

Domenica 28 Febbraio 2010,  II DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)

Vangelo  (Lc 9,28-36)
Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto

 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «Il periodo della Quaresima é un combattimento senza sosta nella lottare contro il male», America Oggi, New York, Domenica 28 Febbraio 2010,  II DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)

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