Meditazioni

La parola di Dio è la nostra salvezza

 

di Vincenzo La Gamba

 L'episodio della guarigione del sordomuto non ci dovrebbe cogliere impreparati nella nostra quotidianità.

In verità, potremmo anche dire che questo brano ci ha incontrato sin dal giorno del battesimo, quando il sacerdote fece su di noi esattamente quello che Gesù compie sul sordomuto.

Da poco più di due anni dalla mia ordinazione Diaconale, ho avuto il privilegio di battezzare 39 neonati/e. C'è un  passaggio nel rito battesimale in cui il sacerdote o il diacono, toccando le orecchie e la bocca dei piccoli, dice: "Il Signore ti conceda di ascoltare presto la sua Parola e di professare la tua fede".

Se ci pensate bene è sin dall' inizio della  vita - quando è ancora impossibile ascoltare parole - che ci viene comunque detto che l'ascolto della Parola è la nostra salvezza ed il brano evangelico riportato da Marco assume un valore simbolico per l' intera nostra vita.

Sì, perché delle parole evangeliche ne basta "UNA SOLA"  per cambiare l'uomo, per trasformare la vita. Quel che più conta è che ad ogni buona azione di Gesù  dovrebbe corrispondere  una reazione maggiormente più buona da parte dell' uomo.

Se interpretiamo bene il gesto di Nostro Signore Gesù Cristo ci accorgiamo che lo stesso Gesù, non si rivolge all' orecchio e alla bocca ma all' uomo intero, all'intera persona.

Infatti è al sordomuto, non al suo orecchio, che Gesù dice: "Apriti!". E' chiaramente l'uomo intero che guarisce "aprendosi" a Dio e al mondo.

Il miracolo, tuttavia, si realizza in due cicli diversi. Nel primo quando Gesù, non tira ma tocca le orecchie dell' uomo perché è  necessario che l'uomo si "apra" all' ascolto della Parola di Dio.

Nel secondo ciclo non gli tira la lingua ma tocca la lingua dell' uomo, in modo che  quell'uomo, dopo aver ascoltato, può parlare correttamente. Essenzialmente c’è un legame stretto tra ascolto della parola e capacità di comunicare.

Chi non ascolta resta muto, anche nella fede. Non è vero?

E' necessario perciò anzitutto ascoltare la "Parola" di Dio perché essa purifichi e fecondi il nostro stesso modo di esprimerci. Per noi cristiani si tratta di una grossa responsabilità, perché l'unico modo che abbiamo di compiere la missione evangelizzatrice è attraverso l' uso ed il bagaglio della "PAROLA", che può muovere le coscienze, non solo le montagne.

Perchè ?

Ce lo rammenta Gesù nel Vangelo di Matteo: "Nel giorno del giudizio gli uomini dovranno rendere ragione di ogni parola inutile da essi detta; poiché sulle tue parole tu sarai giustificato e sulle tue parole tu sarai condannato" (Mt 12 37).

La guarigione del sordomuto diviene emblematica mentre riprendiamo la nostra quotidianità   perché ci indica che dobbiamo anzitutto ascoltare Dio e poi comunicare agli uomini il suo amore

 

Domenica 6 Settembre 2009,    XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Vangelo  (Mc 7,31-37)
Fa udire i sordi e fa parlare i muti.

 Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
 

La Gamba Vincenzo - Meditazioni: «La parola di Dio è la nostra salvezza»,  America Oggi,  New York, Domenica 6 Settembre  2009,    XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
 

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