Meditazioni

Parla Signore, il tuo umile servo ti ascolta

 

di Vincenzo La Gamba

(Comincia, dopo le Feste Natalizie, il ciclo ordinario dell'anno Liturgico denominato B, con due delle letture importanti, attraverso le quali si può capire meglio il messaggio del Messia).

 

La lettura, tratta dal primo libro di Samuele, ci ricorda la frase: "Parla Signore, perchè il tuo servo ti ascolta". Da questa domenica ed ogni domenica dell'anno Liturgico in corso, ogni prima lettura è in funzione del Vangelo. Sono dei temi interconnessi, che in questa circostanza trattano la "rivelazione-vocazione", che esiste anche oggi, (ma ahimè  in forma ridotta a causa delle crisi vocazionali). Il racconto della vocazione di Samuele ricorda come il sacerdote Eli guidò il suo giovane discepolo a mettersi al servizio del Signore che lo chiamava (1 Sam 3, 3.10.19). Solo alla terza volta Samuele capì dell' invito specifico di Dio.

Il Vangelo di oggi ci racconta come Giovanni il Battista (secondo cugino di Gesù) indusse Andrea, fratello di Simone Pietro, assieme a Giovanni di seguire il Messia, al quale egli aveva preparato la via.

"Ecco l'Agnello di Dio!", disse Giovanni il Battista ai due futuri discepoli di Gesù. Andrea disse poi al fratello Simone: "Abbiamo trovato il Messia (che significa Cristo)" e lo condusse da Gesù, il quale, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro in ebraico)".

La prima lettura ed il Vangelo si intrecciano, quindi, con il tema delle "vocazioni".

Gesù dice: "Venite e vedete", per affermare che seguendoLo, si estende un invito rivolto a tutti,  per incamminarsi verso l' incontro personale con il Signore. Il primo appello non è sempre chiaro. Lo dimostra la storia della vocazione di Samuele e di molti altri dopo di lui. Se non è chiaro vuol dire che non si è parte interessata. Per  materializzare la "vocazione"  bisogna trovare un cuore attento, grazie soprattutto all' intervento e alla testimonianza di coloro che hanno già incontrato e riconosciuto il Signore. Quando il Signore "chiama", bisogna, in verità,  rispondere alla chiamata perchè ci aiuta ad avanzare e progredire verso di Lui, che è al centro della fede.

La fede non è un tesoro da conservare gelosamente per sè. Essa si sviluppa solo quando viene condivisa, quando diciamo, non solo con la parola, ma anche con la nostra vita: "Venite e vedete, Gesù è il Signore". I sacerdoti e le suore ed oggi i laici hanno un ruolo importante nel perpetuare la fede attraverso quella "chiamata" che  cambia radicalmente la vita di ogni essere.

Rileviamo pure che, nella prima lettura, la prima delle tre chiamate da parte di Dio è venuta quando Samuele era ancora un bambino. Ma è venuta (è questo che conta) con essa la "vocazione". Poi il ragazzo crebbe e divenne uno dei più importanti personaggi dell'Antico Testamento (1 Sam 3,3b-10.19).

La semplicità di questa bella storia racchiude, comunque, un profondo significato religioso. Essa ha reso popolare il ritratto di un giovane, avvolto di luce,  che nella penombra di un Santuario, ascolta, rapito, l' appello del Signore.

All'origine si trova sempre l'iniziativa di Dio che, facendosi conoscere, chiama colui o colei che ha individuato a fare parte del suo gregge.

Nel corso dei secoli è stato così per Mosè, Gedeone, Sansone, Amos, Geremia, Paolo, la Vergine Maria e tanti altri.

Questa "rivelazione-vocazione" si traduce sempre in un invito misterioso, avvertito nel più profondo del cuore.

Chi lo recepisce, così come è avvenuto a me, risponde con disponibilità fiduciosa: "Parla Signore, perchè il tuo umile servo ti ascolta".

 

Meditazioni: «Parla Signore, il tuo umile servo ti ascolta»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York,  Domenica 18 Gennaio 2009, II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
 

Domenica 18 Gennaio 2009, II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Vangelo  Gv 1,35-42
Videro dove dimorava e rimasero con lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì  che, tradotto, significa maestro , dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia»  che si traduce Cristo  e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa»  che significa Pietro.