Meditazioni

Nell’umiltà troviamo, serviamo e riconosciamo Dio

 

di Vincenzo La Gamba

L' Epifania del Signore si celebra oggi con il Vangelo raccontato da San Matteo, in cui i tre Re Magi, partiti da lontano, vedono la luce della cometa che li dirige verso Betlemme.

Ed é attraverso quella luce che i Re Magi trovano ed adorano il Salvatore, portandoGli in dono oro, incenso e mirra. San Carlo Magno in riferimento ai doni che i tre Magi portarono a Gesù neonato scrisse che offrirono l' incenso perché Dio, mirra perché uomo e oro perché Re.

Nella prima lettura si nota la visione luminosa del Profeta Isaia  ("la gloria del Signore brilla sopra di te"), che viene realizzata nei Magi d' oriente,  "stranieri" che, guidati dalla stella, trovano il Re dei giudei che é nato e lo adorano, offrendoGli allo stesso tempo i loro doni (Vangelo di Matteo). Così avviene la rivelazione del "mistero" o progetto di salvezza per tutti i popoli  ("Tutti i popoli sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità”).

Epifania significa letteralmente "manifestazione di Dio" e per essere più vicini alla traduzione dei tempi Epifania é "la festa della rivelazione".

Gesù si é finalmente rivelato all'uomo. L'odierna solennità é incentrata sulla luce di Dio, attraverso la quale si arriva alla salvezza. Come ci si arriva?

Gesù Bambino ce lo fa capire chiaramente. Col Verbo fattosi Carne, Egli porta nel mondo una dimensione della inevitabile battaglia tra bene e male, tra guerra e pace, tra fratellanza ed inimicizia.

I Magi, d'altro canto, incarnano la figura dell'uomo che spia la presenza di Dio nei segni dei tempi.

Con i Re Magi immaginiamo noi stessi credenti, che cerchiamo Dio senz'altra traccia che la pallida luce di una stella. Loro sono come modello per noi pellegrini attuali della fede e della speranza.

Gli antropologi sottolineano oggi l'atteggiamento di attesa e di speranza come qualcosa di costitutivo dell'essere umano.

Sperare é essenziale per l'uomo, specialmente se la speranza é fortificata nella fede. Così il padre di famiglia, come la madre, il bambino, l'adolescente, il giovane, l'adulto e perfino l'anziano, ognuno vive la sua illusione segreta, la sua intima speranza.

La Chiesa prega sempre per la pace dei popoli e la fratellanza universale per condurre l' uomo alla salvezza universale di Dio. La Chiesa educa i bambini, gli adolescenti ed i giovani alla solidarietà, al rispetto e all'amore verso gli altri, di qualunque colore, estrazione od ideologia siano.

In breve, per mostrare al mondo che la Chiesa stessa é sacramento (oppure segno) universale della salvezza.

É nel segno della povertà ed umiltà che troviamo, serviamo e riconosciamo Dio.

Per servire il Signore bisogna essere in pace con il proprio cuore.

Chi é in pace con se stesso capisce pure che il mondo ha bisogno di pace. "La pace - ha scritto il Cardinale Martini in occasione della Festa di Sant'Ambrogio, circa sei anni fa - non é solo assenza di conflitto, cessazione delle ostilità, armistizio. Pace é frutto di alleanze durature e sincere ("enduring covenants"  e non solo "enduring freedom") a partire dall'Alleanza che Dio fa in Gesù Cristo perdonando l'uomo".

Ecco, la festa dell' Epifania é riconoscere il Salvatore, amarLo con estrema serenità e tranquillità d' animo.

 

Meditazioni: «Nell’umiltà troviamo, serviamo e riconosciamo Dio»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York,  Domenica 4 Gennaio 2009, II DOMENICA DOPO NATALE
 

Domenica 4 Gennaio 2009, II DOMENICA DOPO NATALE

Vangelo Gv 1,1-18
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Dal Vangelo secondo Giovanni
 

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.