Meditazioni

Noi verremo in Lui e prenderemo dimora presso di Lui

 

di Vincenzo La Gamba

Come la commemorazione dei Defunti, anche la data del 9 Novembre cade di domenica e la Chiesa celebra la Festa della "dedicazione" della Chiesa-Madre di Roma, la Madre di tutte le Madri Chiese, la Basilica Lateranense, dedicata inizialmente al Divin Salvatore ed in seguito a San Giovanni Battista nel terzo secolo dopo Cristo.

 

La mia "prima" volta che misi piede nella meravigliosa Basilica mi è parso di essere parte della Storia della Chiesa. Storia che rappresenta la "Prima Chiesa" costruita, quindi la prima Casa di preghiera dei Cristiani Cattolici Romani.

 

Mi è sembrato di rivivere la parabola della Chiesa da quando fu voluta e costruita dall' Imperatore Costantino, attaccata, invasa, vandalizzata e ricostruita. Entrare lì dentro è come fare i primi passi da bambino nel cammino spirituale che ci accompagna per tutta la vita.

 

Quando definiamo la terra d' Israele come la "terra santa" allo stesso possiamo chiamare la Basilica di San Giovanni in Laterano come il "primo luogo sacro", che segnò il passaggio e l' uscita dell' assemblea cristiana dal chiuso delle catacombe.

 

 Al tempo di Cristo era convinzione comune che Dio avesse la Sua dimora nel tempio di Gerusalemme, chiamata "la dimora della Sua gloria", in modo così esclusivo che non si potevano offrire sacrifici e celebrare feste al di fuori di esso.

 

Di qui i pellegrinaggi obbligatori per la Pasqua e le altre feste, incluse quelle periodiche "salite al tempio" per pregare.

 

Gesù con quelle parole, volle rompere questa specie di cerchio stretto intorno a Dio che finiva per sequestrarLo al resto del mondo.

 

Salomone stesso, che lo ascoltiamo nella Prima Lettura, all' atto di dedicare il "primo" tempio, aveva dichiarato: "Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli che non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito".

 

Ma è Gesù che ci ha insegnato che il vero tempio di Dio è, primariamente, il "cuore dell' uomo" che ha accolto la Sua Parola.

 

Parlando di sè e del Padre dice: "Noi verremo in Lui e prenderemo dimora presso di Lui” (Giovanni 14, 13).  Anche Paolo scrivendo ai Corinzi (1 - 3,16) afferma: "Non sapete che voi siete il tempio di Dio?".

 

Tempio nuovo di Dio è dunque il credente, quindi noi tutti. E la dimora di Dio "in mezzo al Suo popolo" si chiama "Chiesa". Essa è il luogo della Sua presenza. E’ il luogo privilegiato del "nostro" incontro con Dio perché è il luogo dove si realizza e si rende visibile la comunità cristiana, ma soprattutto è il luogo dove si celebra il Suo memoriale che è l' Eucarestia, cioè la Messa.

 

Sant' Agostino ha sviluppato questa metafora per rendere più chiaro il senso della Chiesa: "Mediante la fede gli uomini divengono materiale disponibile per la costruzione. Mediante il battesimo e la predicazione sono come sgrossati e levigati; ma solo quando sono uniti insieme nella carità divengono davvero la casa di Dio. Se le pietre non aderissero tra loro, se non si amassero, nessuno entrerebbe in questa casa".

 

Quindi noi fedeli di Gesù, che rappresentiamo la Chiesa non facciamo altro che "trasmettere" nei secoli la sua vita e le sue tradizioni.

 

Fondamentalmente gli anelli di congiunzione (in più' di duemila secoli) non sono gli edifici, intesi come struttura, ma noi credenti in Lui, credenti nel Suo messaggio di fede: salvezza attraverso fede, carità ed amore.

 

Preghiamo quindi, oggi e sempre, di sentire in noi, che rappresentiamo il vero tempio di Dio, la presenza del misterioso e del divino che ci conducono alla salvezza.

 

Quale premio ci offre Gesù. Accettiamolo.


 

Meditazioni: «Noi verremo in Lui e prenderemo dimora presso di Lui»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 9 Novembre 2008 - DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE
 

Domenica 9 Novembre 2008 - DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE

Vangelo Gv 2, 13-22
Parlava del tempio del suo corpo.

Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.