Meditazioni

Signore salvami, perché ho fede in te!

 

di Vincenzo La Gamba

È uno di quei Vangeli che hanno (a livello operistico) un crescendo rossiniano. Un Vangelo che narra la paura; un Vangelo che grida; un umanissimo Vangelo.

Gesù dapprima assente; un Gesù fantasma, infine un Gesù con una mano salda che ti afferra e ti fa credere, rimproverando Pietro a cui dice "Uomo di poca fede!".

Pietro segue, in verità, il consiglio di Gesù, che gli dice "Vieni", invitandolo sulla barca, che agitata dalla onde, a causa del vento contrario, incuteva paura all' Apostolo.

Pietro cammina sulle acque, e guarda a Lui, Pietro inizia ad affondare, perché guarda il vento: vedendo il vento, Pietro ha paura. Gesù lo invita "Vieni" e guarda poi al Signore e alla sua chiamata, e va; poi guarda alle onde, alle proprie difficoltà ed esclama: "Tu sei veramente il Figlio di Dio".

Un crescendo di fede. Ecco cos'è il Vangelo di oggi.

Si incomincia con la paura e la mancanza di coraggio, due elementi che rappresentano un notevole ostacolo ad una vita di fede e di amore. Molta gente, infatti, non accostandosi al Signore ha pure paura di "dialogare" con Lui, per cui non sa cosa è la fede e l'amore in Lui.

Analogicamente anche noi, proprio come gli Apostoli sulla barca, possiamo paralizzarci dalla paura, che ci impedisce di "vedere" quanto Cristo ci sta vicino. Se non Lo "vediamo" è perché pretendiamo di essere "ciechi" del suo amore. Ma non è così.  Egli è l'Emmanuele, il Dio-con-noi, perché Egli non è mai lontano da ognuno di noi.

Come l' Apostolo Pietro, dobbiamo essere pronti a rischiare la nostra sicurezza e l' eccessiva preoccupazione per noi stessi, se vogliamo che la nostra fede si rafforzi. Cristo dice ad ognuno di noi (cosi come lo ha detto a Pietro nell' odierno brano evangelico): "Vieni".  Per rispondere a Lui, a volte, andiamo incontro a sacrifici, attraversando le acque della sofferenza.

Quando si soffre e si può "affondare" da quella barca dovremmo seguire l' esempio di Gesù, che, "salì sul monte, solo, a pregare".

La fede, dunque, si rafforza solo con una silenziosa preghiera, non necessariamente su di un monte, ma  dal profondo dei nostri cuori, per elevarsi a Chi ci è sempre vicino.

Pietro lo ricorderemo sempre per la definizione di Gesù: "uomo di poca fede".  Lo definisce Gesù così, per ammonirci con dolcezza che se poca fede noi abbiamo, significa che possiamo acquistarla, solo se, al posto della mente, usiamo il cuore.

È questo l'eterno oscillare tra fede e dubbio. E tra i due, come salvezza (al contrario di Pietro), un grido: "Signore salvami, perché ho fede in te!".

Grido di fede radicato nella fede, perché qualsiasi dubbio può essere redento anche da una sola invocazione gridata di notte, nella tempesta, nel vento, sulla croce. Pietro mostra che il miracolo di camminare sulle acque del mare, non serve a rafforzare la fede: perché cammina e già dubita. Un giorno, è vero, seguirà il Signore, ma non più attratto dal suo camminare sulle acque, bensì dal suo camminare verso il calvario; andrà dietro a Colui che sa far tacere non tanto il vento ed il mare, ma tutto ciò che non sia amore; dietro a Colui che sa farsi prossimo sulle strade piene di polvere e non quelle asfaltate.

Diciamo pure che Pietro è "uomo di poca fede" non perché non dubita del potere di Gesù, ma proprio perché chiede miracoli. Ma Gesù gli tende la mano, non si fa conoscere per la Sua onnipotenza (anche perché non si era ancora svelato). Al grido: "Gesù, salvami! ", Gesù ci afferra e ci raggiunge, non per puntare il dito contro i nostri dubbi su di Lui, ma per stendere la mano per afferrarci e non essere soffocati dalle nostre perplessità quotidiane.

Il grido di Pietro, quindi, ci insegna a non temere la nostra fede. Forse occorre questo principio d' affondamento nelle acque della disperazione, per trovare il coraggio di affidarci alle mani di Gesù, di gridare a Lui tutti i nostri bisogni nel momento di bisogno. Egli verrà, camminando sul mare. Verrà, dentro la nostra "poca fede", camminando sulla morte, a salvarci da tutti i naufragi. Ed il grido, diverrà abbraccio, tra noi e Dio

 

Meditazioni: «Signore salvami, perché ho fede in te!»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 10 Agosto 2008 - XIX Tempo Ordinario (ANNO A)
 

Domenica 10 Agosto 2008

Vangelo Mt 14,22-33
Comandami di venire verso di te sulle acque.

 

Dal Vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: "È un fantasma!" e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!".
Pietro allora gli rispose: "Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: "Davvero tu sei Figlio di Dio!".