Meditazioni

Imparate da me che sono mite ed umile di cuore!

 

di Vincenzo La Gamba

Il brano evangelico odierno fa parte della messa celebrativa in onore di San Pio di Pietrelcina. É stato istituito in forma perenne dal nostro caro defunto Giovanni Paolo II al momento della Beatificazione del frate delle stimmate il 2 Maggio 1999, quando per sua forte volontà la Chiesa, dopo ben 31 anni, lo ha riconosciuto tra gli eletti.

Più lo si sente questo Vangelo di Matteo, più ci si riconosce in San Pio: "Venite a me, dice Gesù, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo é, infatti, dolce, il mio carico leggero (Mt. 11, 28-30)".

Quante perle dentro poche parole!  Ci sono brani del Vangelo che si staccano radicalmente dal luogo comune come fossero uno "spaccato di cielo", che si apre sul capo degli uomini per mostrarci una dolcezza, una tenerezza di Dio, che difficilmente sperimentiamo tra noi, creature stesse di Dio. 

Siamo abituati troppo spesso ad avere l'esperienza di "spalle curve" per il dolore o la croce che ci accompagna tutti, senza distinzione. Per alcuni la croce é una maledizione, per altri la croce é il segno inconfondibile dell' umiltà ed amore.

Per molti portare la croce significa esibirla ad una collana al collo, sia essa d' argento, di oro. E' quella di legno che San Pio ha voluto portare pesantemente sulle sue spalle per più di mezzo secolo. Per questo assaporiamo le parole odierne del Vangelo con la gioia delle grandi rivelazioni, che sono "lo spaccato" del Cielo di cui accennavo sopra. Sono come la rugiada che si posa sull'arido deserto della nostra vita. E di deserti é piena l'intera umanità. Solo una piccolissima parte dell’essere umano sopporta il carico della Croce. Chi?

I santi, i beati, le persone di cuore, le persone umili. Chi ha sopportato la Croce per primo?  Gesù, il salvatore.

San Pio ci ha insegnato che Gesù, se lo vedessimo, ci apparirebbe così: questo aspetto dolce, mite e buono e soprattutto umile di Gesù si impone come essenziale.

Il "Christus Humilis" é il centro della Cristologia di Sant' Agostino ed impronta tutto l'insegnamento evangelico a nostro riguardo: Che cos'altro Gesù insegnò se non questa umiltà? In questa umiltà ci possiamo avvicinare a Dio.

É proprio così. Si. Gesù é l'uomo buono per eccellenza. Egli é disceso per essere come noi. Si é fatto noi; si é fatto povero, si é fatto obbediente per la volontà a Suo Padre, si é fatto paziente, ma soprattutto si é fatto vittima per noi, affinché nessuno dei suoi fratelli in umanità potesse sentirlo superiore a tutti. Egli, invece, si é messo ai piedi di tutti. Egli é per tutti. Anzi di ciascuno di noi al singolare. Lo dice San Paolo: "Egli ha amato me e si é sacrificato per me".

Gesù ci rivela il Suo cuore e ce lo dona come "scuola di amore" a degli studenti, come noi, che siamo asini ad imparare le cose buone, ma impariamo bene quelle cattive.

"Imparate da me che sono mite ed umile di cuore!".  Ecco il segreto della bontà di cuore di Gesù e di alcuni uomini della terra: l' umiltà, ossia il "farsi nulla", dare la propria disponibilità a tutti, senza interesse alcuno.

"Dio é umile!". Così San Francesco d' Assisi é rimasto sempre folgorato da un atteggiamento di Dio, che, in Gesù, diventa chiaro come un raggio di luce perché l' umiltà é trasparenza, mentre il  nostro egoismo e la nostra viltà sono il cancro della nostra esistenza umana.

 

Meditazioni: «Imparate da me che sono mite ed umile di cuore!»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 6 Luglio 2008 - XIV Tempo Ordinario (ANNO A)
 

Domenica 6 Luglio 2008

Vangelo Mt 11,25-30
Io sono mite e umile di cuore.
 

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse:
"Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero".