Meditazioni

... troverete un bambino che giace in una mangiatoia

Solo chi sa darsi occhi di bambino è capace di stupirsi

 

di Vincenzo La Gamba

“Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”.

Soltanto la contemplazione può semplificare la nostra preghiera per arrivare a constatare la profondità della scena e del segno che ci è dato.

Una mangiatoia, un bambino, Maria in contemplazione, Giuseppe, padre putativo di Gesù che dice: “Veramente tu sei un Dio misterioso!”.

Il Padre, il solo che conosce il Figlio, ci conceda di riconoscerlo affinché l’amiamo e lo imitiamo.
Nessun apparato esteriore, nessuna considerazione, nel villaggio tutto è indifferente. Solo alcuni pastori, degli emarginati dalla società...

E tutto questo è voluto: “Egli ha scelto la povertà, la nudità.

Ha disprezzato la considerazione degli uomini, quella che proviene dalla ricchezza, dallo splendore, dalla condizione sociale”. 

Eppure egli è il Verbo che si è fatto carne, la luce rivestita di un corpo. Egli si trova nel mondo che egli stesso continuamente crea, ma vi è nascosto. Perché vuole apparirci solo di nascosto?
In questa liturgia del Natale, una cosa ci è soprattutto necessaria: una grande semplicità. Solo chi ha, o sa darsi, occhi di bambino è capace di stupirsi sempre.  Perché gioire in questo giorno veramente particolare? "Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio?". Ma non nascono tutti i giorni e tutte le ore dei bambini? Certo: e infatti ogni nascita è un motivo di gioia e di speranza.  Ogni bimbo che nasce in questa terra è un segno che Dio non dispera ancora degli uomini.

Ma il bambino di cui commemoriamo la nascita reca ben altri motivi di speranza e di gioia. "Sulle sue spalle è il segno della sovranità... Grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine... Egli viene a consolidare la giustizia". Dice Paolo che Dio "ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti; Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti. (1 Cor. 1, 27). E che cosa è piú stolto per il mondo della povertà; che cosa è piú debole di un bambino? Per questo egli ha scelto di darci questo segno: un bambino in una mangiatoia.

Solo Dio poteva pensare a un rovesciamento cosí totale della logica umana; solo lui poteva pronunciare un "no" così potente a ciò che gli uomini hanno sempre posto in cima alla loro scala di valori: alla ricchezza, al potere, agli onori, all'autorità.

Noi, da soli, non ci avremmo mai pensato, ma adesso che lo sappiamo ci rallegriamo e diciamo con gioia a Dio il nostro "si". Tu hai nascosto queste cose ai grandi e le hai rivelate ai piccoli: si, o Padre, perché cosí è piaciuto a te (cf. Mt. 11, 26). I grandi, i potenti, i forti, d'ora in poi, non ci faranno piú paura come facevano paura un tempo. Tu hai confuso i sapienti e i forti e questo ne è, d'ora in poi, il segno: un bambino in una mangiatoia.

Avresti potuto nascere a Roma, caro Gesù Gesù Bambino, nella Reggia Imperiale, come figlio del piú potente della terra. Sarebbe stata anche quella un' incarnazione teologicamente perfetta; saresti stato "vero Dio e vero uomo". Ma solo ora sappiamo come sarebbe stato diverso. Avresti detto "sí" a ciò che gli uomini avevano sempre pensato. Nulla di veramente nuovo sarebbe cominciato,  Per te, era importante nascere povero e umile. Cosí Tu hai dato davvero una speranza ai poveri della terra, ai derelitti,agli emarginati,  a quelli che non contano. Hai dato una speranza "a tutto il popolo", perché non tutti possono essere ricchi, sapienti e forti in questo mondo, però tutti possono diventare umili.

 

Meditazioni: «... troverete un bambino che giace in una mangiatoia. Solo chi sa darsi occhi di bambino è capace di stupirsi»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Natale 25 Dicembre 2006
 

Lunedì 25 dicembre 2006 - Natale del Signore

Gv 1,1-18
Dal vangelo secondo Giovanni
[In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.]
Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
[Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali non da sangue,
né da volere di carne, né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.]
Giovanni gli rende testimonianza e grida:
«Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.