Meditazioni

Questo popolo mi onora con le labbra,

ma il suo cuore é lontano da me

 

di Vincenzo La Gamba

"Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore é lontano da me".  Se questo non é un lamento di Dio, non so cosa altro possa essere. C'é un parallelismo che racchiude tutto il dramma della storia sacra: un Dio vicino, un cuore lontano, un cuore assente.  Mentre il Padre si fa vicino, noi ci allontaniamo, spesse volte, dal Padre.

Ci sono diversi modi per interpretare questo Vangelo.

Innanzitutto dobbiamo convenire che noi non controlliamo il nostro cuore.

"Va, dove ti porta il cuore" é il titolo di un libro di grande successo qualche decennio fa.  Molte volte il cuore ci porta lontano dalla verità, dagli affetti, dalle cose buone.

Quanti vorrebbero smettere di prendere la droga, ma non ce la fanno. Quanti vorrebbero smettere di fumare o di bere e non lo possono fare. Quanti sono in grado di disfarsi dell' invidia e dell' orgoglio e non ci riescono nemmeno se ce la mettono tutta.

"Non quello che io voglio faccio, ma quello che detesto", é scritto nella Lettera di San Paolo ai Romani (7, 15).

Spesso ci rendiamo conto di questo per la prima volta, quando cominciamo a prendere più seriamente la nostra fede ed a seguire non "lontano", ma più da vicino un modo di vita cristiano.
Ci stupiamo della nostra tendenza a ripetere gli stessi errori e a ricadere sempre nel peccato. Non vi succede spesso di essere incalliti a fare gli sbagli con una quotidianità ripetitiva, a tal punto che é quasi scontato ripetere errori ed omissioni, perché il cuore é lontano da Dio?

Il rischio del cuore lontano é quello della falsa religione:  andare a Messa e non saper pregare; volere segni da Dio e non vivere per amare Dio.

"Il suo cuore é lontano da me", significa pure che di fronte a noi c'é un muro che ci impedisce di vedere cosa c'é al di là del muro stesso. Se sappiamo che Dio é oltre il muro, dovremmo almeno tentare di abbattere il muro per non essere "lontani" da Lui.

Il fine della vita cristiana é l' unione con Dio e l' unità con il prossimo. Per raggiungere questo scopo, dobbiamo essere liberi dalla schiavitù delle cattive intenzioni.  Ma, come citato prima, commettiamo sempre quel peccato:  “il cuore lontano da Dio".

La vicinanza a Dio, comunque, non é un requisito, ma un dovere di un cristiano vero; perché in fondo di questo si tratta: chi é stato battezzato non necessariamente é un buon cristiano. É arrivato il tempo di una nuova evangelizzazione, cioè di ribattezzare coloro che sono "lontani" da Dio per riavvicinarli, attraverso le fede, a Dio stesso.

La Chiesa moderna, che si adegua ai tempi, non ha per fine quello di dare spettacolo piuttosto che adempiere ad un dovere semplice e divino: la conversione della nostra vita, grazie ad un cambiamento di cuore, ispirato alla grazia.

La Chiesa ritiene che facendo ciò, ha fatto tutto; mentre se non fa ciò, non vale la pena di fare nient' altro!

Essa prega, predica e soffre per un vero battesimo di cuore e, alla fine, di liberarlo perché accolga Cristo.

 

Meditazioni: «Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore é lontano da me»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 3 Settembre 2006 -  XXII.ma Tempo Ordinario