Meditazioni

"Questi è il mio Figlio prediletto. ASCOLTATELO!"

... per  ascoltarLo bisogna salire con Lui sulla montagna
 

di Vincenzo La Gamba

"Questi è il mio Figlio prediletto. Ascoltatelo!".  Sono le parole più significative del brano evangelico odierno, che fa parte dei Vangeli sinottici, cioè quelli in cui i tre Evangelisti, Marco, Matteo e Luca hanno molti punti in comune nel narrare uno degli eventi piu' simbolici della nostra fede.
La scenografia dell' evento, che si rifà al genere letterario delle teofanie bibliche, è il prototipo del teofania del Monte Sinai, quando a Mosè comparve Dio e al quale diede il decalogo della nostra fede.
Narrando l'evento, in cui fuoco, nebbia, nube, fumo, tuono e voce possente sono di grande suggestività, ci troviamo di fronte a elementi scenografici di grande drammaticità, resa ancora più evidente dalla voce del Padre, che proclama l' identità di Suo Figlio, Gesù.
La Sua voce ci invita ad ascoltare Gesù, sia sul monte splendente , in cui avviene la Trasfigurazione, sia nella pianura prosaica della vita: perché Cristo è la verità, la via e la vita.
Perché Egli è la Parola del Padre, annunciata dalla Legge e dai Profeti.
La fede del discepolo comincia, quindi,con l' ascolto di Gesù e per ascoltarLo bisogna " salire con Lui sulla montagna".
Nel contesto prettamente biblico, tale espressione significa andare incontro a Dio.  Il monte, come il deserto e la solitudine, più che un luogo topografico è una situazione umana di prova e di opportunità di una certa intimità con Dio.
Rammentiamo pure il fatto che di solito i "monti" raffigurativi nella Bibbia, tipo Sinai con Mosè,  Carmelo e Oreb con Elia, Moria con Abramo e suo figlio Isacco, sono luoghi di manifestazioni con cui Dio arriva a proclamare la Sua presenza.
E pure nel Nuovo Testamento vediamo Gesù che predica sul "monte",  sul Monte Tabor, ove Egli sale, assieme a migliaia di seguaci, per promulgare la Nuova Legge, cioè per disegnare le "otto Beatitudini", che non sono altro che gli insegnamenti in cui si coniugano amore e fede nel Dio Padre.
Ed ancora, sale sul Monte Calvario, per morire sulla Croce e concedere a noi la remissione dei peccati e l'elemento salvifico della Sua missione in terra: la vita eterna.
E poi sale sul Monte dell'Ascensione per glorificare la Sua missione prima di "sedere alla destra di Suo Padre".
In parole molto semplici, salire sul "monte" significa avvicinarsi a Dio, ma non in termini logistici, ma in quelli spirituali.
In questa domenica è necessario riflettere sulla Trasfigurazione, che è o deve essere, fondamentalmente, una trasformazione personale per mezzo della " conversione", per camminare con Cristo.
Ma in un secondo momento camminare con Cristo per avventurarsi alla totale donazione ai fratelli e sorelle in Cristo, specialmente ai più bisognosi, dando loro la solidarietà cristiana.
Questa è la sola ed unica verità una volta provato che abbiamo "ascoltato " il Figlio di Dio, Colui che Dio stesso chiama " il Suo Figlio prediletto."

 

Meditazioni: «"Questi è il mio Figlio prediletto. ASCOLTATELO!" ... per  ascoltarLo bisogna salire con Lui sulla montagna»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 6 Agosto 2006 -  Trasfigurazione del Signore