Meditazioni

Signore, non t' importa che affondiamo?

 

di Vincenzo La Gamba

Oggi il Vangelo ci propone l' episodio della tempesta placata da Gesù. Non possiamo limitarci alla lettura miracolistica di questo fatto insolito: una burrasca improvvisamente convertita in bonaccia, dimenticando che i Vangeli furono scritti alla luce della fede e dell' esperienza pasquale degli Apostoli.

Quello che emerge in questo brano evangelico é che tutto é volto a descrivere la situazione dell' umanità nella sua lenta storia e tutto mira ad annunciare il piano divino che Gesù vuole realizzare.

É venuta la sera: la notte della paura e del dubbio; la fine del giorno e delle sue effimere certezze. Gesù invita la Sua Chiesa a prendere il largo e a "passare" all' altra riva. 

Si tratta di un invito alla Pasqua che é un passaggio (ecco il perché della parola Passover): passaggio dal mar Rosso per il popolo di Dio, liberato dalla schiavitù e condotto alla libertà; passaggio dalla morte per il Figlio dell' uomo liberato dal peccato, che sorge e raggiunge la gloria.

L'altra riva é quella di Dio, la riva che non si vede e di cui Gesù rivela il cammino (Gv 14, 4).

La barca che attraversa il lago coi discepoli e Gesù é, fondamentalmente, la Chiesa. Come l' arca di Noé. Essa é stata costruita appositamente per "passare". Ma scoppia una tempesta. Le forze del male si scatenano contro di essa. 

Il male lotta contro lo Spirito. E... Gesù dorme. L' assenza di Gesù pesa enormemente sul cuore dei fedeli: non vedendo Gesù, hanno paura e giungono, perfino, a pensare che non sarebbero mai riusciti a compiere la traversata. Ma la preghiera insistente dei fedeli, che lo chiamano, viene sentita da Gesù. Si sveglia ed Egli é là, come aveva promesso (Mt 28,20). Poi disse loro: "Perché siete cosi paurosi?  Non avete ancora fede?"
Solo la fede, infatti, può dare una risposta ai nostri inquietanti interrogativi, simili a quelli che si poneva il paziente Giobbe: perché devono soffrire gli innocenti?

Nella vita ci sono momenti di prova per la nostra fede, simili a quelli della tempesta nel Vangelo odierno.
Quando la bufera ci sferza senza pietà, quando la Chiesa di Cristo é perseguitata, quando siamo insistentemente visitati dal dolore come Giobbe, quando siamo angustiati dal silenzio di Dio, che sembra "addormentato" come Gesù nella barca, allora sorge spontanea una domanda: "Signore, non t' importa che affondiamo?".
Se il nostra grido é preghiera, va bene; ma se é sfiducia nella Provvidenza, cioé dubbio e mancanza di fede, dovremo ascoltare il rimprovero di Gesù: Ma perché siete così paurosi?"

É vero: Gesù dormiva sulla barca, ma più "addormentata" era la fede dei Suoi discepoli. Anche a noi  può capitare di avere una fede addormentata. Gesù, nei tempi di calma e di tempesta, guida sempre la Sua Chiesa, perché lo ha promesso in questo modo: "Sarò con voi fino all fine dei tempi".

Per questo il potere dell' inferno e del male non affonderà mai la Sua Chiesa.

 

Meditazioni: «Signore, non t' importa che affondiamo?»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 25 Giugno 2006 -  XII.ma Tempo Ordinario